Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Caravaggio (Bg) il 13.1.1901, domiciliato a Calvenzano (Bg), operaio, antifascista, componente di una cellula comunista organizzata dall’operaio di Treviglio (Bg) Giovanni Bonomi, il quale, sottoposto a interrogatorio dalla Questura di Milano il 21.7.1931, rivela di aver nominato capo cellula per Treviglio Ambrogio De Ponti, per Arzago Francesco Lazzarini), per Brignano Gera d’Adda Giovanni Blini, per Calvenzano lo stesso Ernesto Fontana, per Arcene Giovanni Colombi; c’è anche il nominativo di Giovanni Mombrini, tutti operai presso la Pirelli e tutti, tranne il Lazzarini, arrestato il successivo 26 luglio, arrestati all’uscita dello stabilimento il 23.7.1931 e tradotti presso la Questura di Bergamo per lo sviluppo dell’inchiesta. Le indagini, però, come scrive il 31.8.1931 il questore di Bergamo al Procuratore Generale presso il Tribunale Speciale di Roma, hanno avuto “esito negativo per ciò che riguarda sequestro di stampe sovversive ed altro materiale comprovante l’organizzazione delittuosa, poiché la massima parte dell’attività antinazionale veniva a trovare la sua prima attuazione, non già nelle sedi di domicilio dei singoli individui nominati cellule dal Bonomi, ma sul treno operaio, durante il percorso da Treviglio a Milano e viceversa, sul quale il Bonomi e tutti gli altri viaggiavano ogni giorno per recarsi la mattina al lavoro e per ritornare la sera a casa. In tali circostanze di tempo e di luogo il Bonomi trovava agevole l’esplicazione della propria attività sovversiva in quanto trovandosi insieme ai propri compagni di lavoro egli poteva avvicinare quelli che riteneva più prossimi o comunque più proclivi ai propri principi politici e svolgere con essi la propaganda delle idee comuniste la quale si effettuava con la consegna di stampe sovversive e con incarico di diffonderle fra gli altri conoscenti. Secondo si desume dai vari interrogatori, allegati in atti, il Bonomi Giovanni ebbe in un primo tempo rapporti diretti a Milano coi comunisti Biscuola Giuseppe e Mantovani Girolamo (arrestati poscia con molti altri dalla questura di Milano) i quali gli affidarono l’incarico di intensificare la propaganda comunista fra gli operai dello stabilimento Pirelli residenti in Treviglio e comuni viciniori. Il Bonomi fu all’uopo nominato Capo Gruppo della Zona di Treviglio e in varie riprese stampe sovversive, e principalmente molti fogli del giornale «Unità» comunista che egli distribuiva a sua volta a tutti gli altri indicati in oggetto della presente denunzia. Da qui lo sviluppo dell’opera del Bonomi il quale, assertore convinto dell’idea comunista cercò di attrarre a sé il maggior numero di aderenti e proseliti perché il comunismo potesse trionfare della ricorrenza del 1° maggio 1932 con lo sciopero generale delle masse operaie negli stabilimenti di Milano. Era questo lo scopo cui mirava il Bonomi col Biscuola ed il Mantovani e si spiega come il Bonomi abbia spiegato la massima attività fra compagni di lavoro, in quanto l’opera sua subdola e deleteria, nello stesso tempo, sfuggiva al controllo dell’Autorità di P.S. perché il momento da lui scelto si prestava, per l’ubicazione, durante il viaggio in treno, a compiere con ostentata pienezza il proprio programma. Fra gli odierni imputati, coloro che hanno aderito completamente all’ordine delle idee del Bonomi sono da annoverarsi il Lazzarini e il De Ponti, mentre la figura degli altri quattro si presenta sotto un aspetto secondario che si differenzia da quello del Bonomi, del De Ponti e del Lazzarini nello stile, nella forma e nell’intensità della propaganda la quale può anche apparire timida, ma non meno efficace, indiretta e comunque meno decisiva di quella del Bonomi”. Il 25.2.1932 il Tribunale Speciale di Roma assolve Fontana dall’accusa di associazione sovversiva comunista e di diffusione clandestina di stampe sovversive “per non provata reità”. Il 8.3.1932 viene riportato da Roma a Treviglio per Calvenzano e il 18.7.1932 viene diffidato dalla Questura di Bergamo. Nel maggio 1933 si trasferisce con tutta la famiglia a Vigevano, dove trova lavoro come facchino. Nel marzo 1934 i Cc di Pavia chiedono notizie su di lui alla Questura di Bergamo, che risponde informando che Fontana è compreso nell’elenco delle persone da arrestare in determinate circostanze. La sua famiglia è composta dalla moglie Caterina Benaglio e dai figli Pietro e Maria. Nel gennaio 1943 il prefetto di Bergamo chiede notizie di Fontana al Cpc e al prefetto di Pavia. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia in triplice posa. Cpc, b. 2107, 1932-1943. (L. Citerio, G. Mangini, R. Vittori)
Documentazione allegata
fotografie scattate dagli organi di polizia
(2 fotografie (in triplice posa))
corrispondenza
(Cominicazione del Questore di Bergamo al Procuratore generale presso il Tribunale speciale di Roma in data 31.8.1931. Riferisce i nominativi dei capo cellula nominati da Bonomi e arrestati e informa che le indagini hanno avuto “esito negativo per ciò che riguarda sequestro di stampe sovversive ed altro materiale comprovante l’organizzazione delittuosa, poiché la massima parte dell’attività antinazionale veniva a trovare la sua prima attuazione, non già nelle sedi di domicilio dei singoli individui nominati cellule dal Bonomi, ma sul treno operaio, durante il percorso da Treviglio a Milano e viceversa, sul quale il Bonomi e tutti gli altri viaggiavano ogni giorno per recarsi la mattina al lavoro e per ritornare la sera a casa. In tali circostanze di tempo e di luogo il Bonomi trovava agevole l’esplicazione della propria attività sovversiva in quanto trovandosi insieme ai propri compagni di lavoro egli poteva avvicinare quelli che riteneva più prossimi o comunque più proclivi ai propri principi politici e svolgere con essi la propaganda delle idee comuniste la quale si effettuava con la consegna di stampe sovversive e con incarico di diffonderle fra gli altri conoscenti. Secondo [quanto] si desume dai vari interrogatori, allegati in atti, il Bonomi Giovanni ebbe in un primo tempo rapporti diretti a Milano coi comunisti Biscuola Giuseppe e Mantovani Gerolamo (arrestati poscia con molti altri dalla questura di Milano) i quali gli affidarono l’incarico di intensificare la propaganda comunista fra gli operai dello stabilimento Pirelli residenti in Treviglio e comuni viciniori. Il Bonomi fu all’uopo nominato Capo Gruppo della Zona di Treviglio e in varie riprese stampe sovversive, e principalmente molti fogli del giornale “Unità” comunista che egli distribuiva a sua volta a tutti gli altri indicati in oggetto della presente denunzia. Da qui lo sviluppo dell’opera del Bonomi il quale, assertore convinto dell’idea comunista cercò di attrarre a sé il maggior numero di aderenti e proseliti perché il comunismo potesse trionfare della ricorrenza del 1° maggio 1932 con lo sciopero generale delle masse operaie negli stabilimenti di Milano. Era questo lo scopo cui mirava il Bonomi col Biscuola ed il Mantovani e si spiega come il Bonomi abbia spiegato la massima attività fra compagni di lavoro, in quanto l’opera sua subdola e deleteria, nello stesso tempo, sfuggiva al controllo dell’Autorità di P.S. perché il momento da lui scelto si prestava, per l’ubicazione, durante il viaggio in treno, a compiere con ostentata pienezza il proprio programma. Fra gli odierni imputati, coloro che hanno aderito completamente all’ordine delle idee del Bonomi sono da annoverarsi il Lazzarini e il De Ponti, mentre la figura degli altri quattro si presenta sotto un aspetto secondario che si differenzia da quello del Bonomi, del De Ponti e del Lazzarini nello stile, nella forma e nell’intensità della propaganda la quale può anche apparire timida, ma non meno efficace, indiretta e comunque meno decisiva di quella del Bonomi (..)”.)