Profilo sintetico riassuntivo
Nato nella frazione Curnasco di Treviolo (Bg) il 19.5.1900, comunista, vive a Bergamo in via Broseta 11. Nel fascicolo è conservata la sua tessera dell’anno 1922 del Partito Comunista d’Italia - Sezione di Bergamo, con le quote pagate per il primo semestre: la tessera è a lui intestata e controfirmata dal segretario di Sezione, che è lui stesso. Nel febbraio 1923 gli agenti di Ps di Bergamo lo definiscono “comunista, già appartenente alla associazione Arditi del popolo, persona di azione, frequentatore riunioni sedute sovversive”, tanto da essere arrestato nei primi giorni del febbraio 1923, insieme ad altri. Il 27.2.1923 il questore di Bergamo invia al procuratore del Re il seguente rapporto su Foppa: “professa idee comuniste, ne è ora uno dei componenti più attivi. In continui rapporti cogli altri correligionari, con essi spiega opera sediziosa, rivoluzionaria, l’opera medesima che si va ordendo dei dirigenti la Terza Internazionale di Mosca. Con i sopradetti fa propaganda delle sue idee, tutte rivolte all’insurrezione contro i poteri dello Stato, e mutare violentemente la costituzione dello Stato la forma del Governo. La propaganda la svolge tra la classe operaia; è a conoscenza delle circolari, direttive, istruzioni segrete, che provengono dal Comitato Esecutivo del Partito Comunista e che i dirigenti la Sezione gli comunicano, le stesse diffonde. Non può non essere, pertanto, responsabile dei reati previsti dagli articoli 246, 247 e 251 del Codice Penale, in rapporto agli articoli 118, n. 3, e 120 del Codice medesimo”. Dal 29.6.1924 è a Torino, dove vive in via Arborio 5 con la moglie Rosa Bausardo e con la due figlie, Iole (n. 1926) e Luciana (n. 1931). Lavora come manovale alle dipendenze del Municipio di Torino. Il 25.11.1936 viene radiato dal novero dei sovversivi. Tuttavia, con la nota del 3.5.1943 della prefettura di Torino spedita al Ministero dell’Interno - Direzione Generale di Ps e alla Prefettura di Bergamo, si informa che il 23.4.1943 l’U.P.I. - Ufficio Politico Investigativo della Legione ‘18 novembre’ della Mvsn ha fermato di 8 operai dello stabilimento torinese SIMA (Sezione Industrie Metallurgiche Acciaierie) perché sospettati di appartenere ad un’associazione comunista: Vittorio Biscaglia, Pietro Florio, Angelo Foppa e il fratello minore Rodolfo Foppa (n. Curnasco il 10.1.1905, residente a Torino corso Mario Sonzini 37), Cristoforo Turello, Francesco Tarantino, Ario Dal Bo, Giuseppe Gioannini, dei quali solo Angelo Foppa e Francesco Tarantino sono noti per le idee comuniste. È stata l’Ovra, tramite un paio di agenti infiltrati nel gruppo, a raccogliere tutte le informazioni necessarie a identificare e smantellare l’organizzazione stessa, come risulta da un lungo verbale della Prefettura di Torino del 6.5.1943, conservato nel fascicolo, al termine del quale due nominativi, quelli di Mero e Gianpaolo, sono da ritenersi presumibilmente quelli di due informatori, della quale rimangono a disposizione. La Prefettura di Torino il 9.8.1943 risponde alle richieste del 25.7.1943 della Prefettura di Bergamo con la nota dattiloscritta: “si comunica che i fratelli Foppa Angelo e Rodolfo furono denunziati al Tribunale Speciale per avere cooperato alla ricostituzione del partito comunista e per diffusione di manifesti sovversivi”. Questa nota, sotto la sigla illeggibile del nome del prefetto (ma si tratta di Dino Borri), reca l’appunto manoscritto “atti per ora”. Cpc, b. 2113, 1943-1943. Anche suo fratello Rodolfo è incluso nell’elenco dei sovversivi (b. 41). (G. Mangini, L. Citerio, R. Vittori)