Fatutti Arturo Pietro


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n. busta
41
n. fascicolo
1269
Primo estremo
1906
Secondo estremo
1931
Cognome
Fatutti
Nome
Arturo
Altri nomi
Pietro
Presenza scheda biografica
Luogo di nascita
Data di nascita
1887/11/29
Livello di istruzione
licenza elementare
Professione
lattoniere burattinaio
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Bergamo il 29.11.1887 da Giuseppe (n. 1858, calzolaio) e Innocente Baroni, operaio lattoniere, anarchico. Agli inizi del secolo lavora a Milano. Nel giugno 1907 sottoscrive a favore della rivista anarchica milanese «La Protesta Umana» (a. II, n. 37, 29.6.1907), la cui redazione Fatutti frequenta assiduamente, come segnala nel novembre 1907 la Questura di Milano a quella di Bergamo, inoltre viene segnalato l'incarico da lui assunto di portare agli anarchici di Bergamo alcuni manifestini pro-Acciarito, per questo viene fermato e incarcerato alcuni giorni. Il 23.1.1908 viene fermato per misure di Ps perché sorpreso, privo di mezzi e di lavoro, a dormire per strada. Nel maggio 1908 risiede a Bergamo in via Pitentino 2 presso una zia e lavora come lampista presso la società tramviaria Bergamo - Soncino (Cr), che nel luglio 1908 lo licenzia, cosicché si trasferisce a Milano, sempre come lattoniere. La Prefettura di Bergamo lo definisce "attivo propagandista" tra la classe operaia. Nel gennaio 1909 lavora presso l’idraulico Marcandelli di via Borgo Palazzo e mangia al Trani della stessa via condotto da Giuseppe Fabiano. Tornato a Milano, lavora per la ditta Mazzucotelli di via Giuseppe Ferrari 12. Sul n° 132 del 5.6.1909 della rivista «La Protesta Umana» fa pubblicare una lettera in cui si difende dall'accusa, mossagli da alcuni anarchici milanesi, di essere una spia: “Alla Protesta Umana - Credo opportuno uscire dal silenzio perché quasi obbligato non solo da amici e compagni, ma anche per tutelare la mia onorabilità di fronte al pubblico. Fui accusato e tacciato da spia in una assemblea di anarchici in Milano. Mi difesi, poi tacqui di fronte alla calunnia. Ora prego pubblicare che esigo vengano enunciati fatti concreti da coloro che un tempo ebbero l’audacia di accusarmi, tacciando da vili ed incoscienti tali propagatori di false accuse se non avranno il coraggio di rispondere a quanto esigo essendo questo semplicemente doveroso. In fede Fatutti Arturo”. Licenziato dalla ditta Mazzucotelli, rimane senza lavoro, tanto che nella notte tra il 28 e il 29.8.1910 viene arrestato per misure di Ps in un cascinale di Musocco (Mi) e rimpatriato a Bergamo con foglio di via obbligatorio. Nel settembre 1910, dopo essere tornato a Milano e aver inutilmente cercato lavoro, rientra a Bergamo e viene assunto come lampista presso la tramvia Bergamo-Trescore-Sarnico-Valle Cavallina. Nel febbraio 1911 trova lavoro come lattoniere a Romano di Lombardia (Bg) presso Angelo Rubini, mentre nell’aprile successivo si trasferisce a Milano, dove dal giugno 1911 lavora di nuovo per la ditta Mazzucotelli almeno fino al marzo 1912. Perso di nuovo il lavoro, l’8.6.1912 la Questura di Milano gli consegna il foglio di via obbligatorio per Bergamo, dove trova lavoro come garzone del burattinaio Angelo Salvetti, con il quale tiene una serie di spettacoli nella media Val Seriana, come il 12.6.1812 a Villa d’Ogna (Bg), il 2 luglio a Vertova (Bg) e poi a Ponte Nossa (Bg), dove il 16.7.1912 viene licenziato dal burattinaio Salvetti. Trova lavoro presso la ditta del lattoniere Raineri di Lovere, da dove però si allontana già il 30.7.1912, dirigendosi a Palazzolo sull’Oglio, dove si impiega presso la ditta Moroni. A Palazzolo sostiene la candidatura dell’avvocato Francesco Raineri, socialista riformista. Licenziato il 21.10.1913, nell'aprile 1914 ottiene un sussidio dalla Congregazione di Carità di Bergamo per tornare a Lovere, dove però non trova lavoro. Il 25.8.1914 si trasferisce a Chiari (Bs), prendendo alloggio all’osteria del Gallo e dichiarando di provenire da Lovere dove ha lavorato parecchi mesi e dove è rimasto disoccupato. Dichiara inoltre di avere intenzione di recarsi presso i suoi parenti a Bergamo, dove in effetti è presente nel novembre 1914, impiegato presso la ditta Cattaneo di via privata Maffeis. Nel dicembre 1914 chiede e ottiene il passaporto per la Svizzera per cercar lavoro a Bellinzona, ma pochi giorni dopo rientra a Bergamo ed è costretto a presentarsi in Prefettura, dove gli viene ritirato il passaporto a causa del foglio di via rilasciatogli dalla Sotto-prefettura di Varese, che lo ha qualifica come indigente. Nel novembre 1915 è a Milano, dove abita presso Ottoboni in via Ponte Seveso 31 e lavora presso il lattoniere Meroni in via Farini 4. Il 25.4.1916 viene dichiarato abile di 3a categoria alla visita di leva e inviato al 35° Fanteria di Bologna, dove si presenta il 2 maggio. Nel luglio 1916 viene trasferito al 7° Bersaglieri di Brescia. Conclusa l’esperienza militare, trova lavoro a Brescia presso la ditta ‘Metallurgica Bresciana’, che nel giugno 1918 lo licenzia. Tornato a Milano, lavora presso la ditta Bono, ma anche questo impiego dura poco, rientra a Bergamo e nell’agosto 1919 si dirige a Treviso in cerca di lavoro. Rientrato a Bergamo, alla fine di ottobre 1920 cerca lavoro prima a Trieste e poi a Rovereto (Tn), dove trova impiego presso il lattoniere Luigi Bertolini, ma il 14.5.1921 lascia Rovereto per cercare lavoro a Brentonico (Tn), senza riuscirci. Rientrato a Bergamo, dal 28.7.1921 è ricoverato all’ospedale, dove rimane ricoverato fino al 12.9.1921. Agli inizi di aprile 1922, facendosi prestare 5 lire per il viaggio da sua zia Giuditta, cerca inutilmente lavoro a Brescia. Tornato subito a Bergamo, trova lavoro presso la Ditta Giacomo Rusconi di via Tasso 48. Il 10.2.1923 gli agenti di Ps del vice-ispettore investigativo Giuseppe Di Giacomo perquisiscono l’abitazione di Fatutti al 3° piano di via San Lorenzo 35 alla ricerca di armi e munizioni, in seguito al ritrovamento, due giorni prima, di materiale esplosivo presso il tipografo anarchico Luigi Caglioni, uno dei componenti del Gruppo Libertario Bergamasco. La perquisizione ha esito negativo. E' questo il periodo in cui Fatutti avverte i primi segni della tubercolosi, che lo porta, negli anni successivi, a periodici ricoveri in ospedale, che si alternano al continuo spostarsi tra Bergamo e Milano per lavoro. Dall’agosto 1923 almeno fino al dicembre 1923 lavora come operaio idraulico presso la ditta Mussinelli & Nava di Palazzolo sull’Oglio. Dal 20.5.1924 al 4.6.1924 è ricoverato all’ospedale di Bergamo. Il 12.6.1924, pochi giorni dopo essere stato dimesso, si sposta a Milano, abita in piazza Vetra 15 presso Montini e lavora come lattoniere presso l’azienda di Carlo Grazioli di via Commenda 31. Dall’1.9.1927 al 2.10.1927 è ricoverato all’Ospedale Maggiore di Milano. Rientra nello stesso ospedale nel dicembre 1927. Il 15.2.1928 da Milano, dove abita in via Varesina 21, torna a Bergamo dove si ricovera all'Ospedale Maggiore il 22.2.1928 e viene dimesso l’11.3.1928. Il 14.4.1928 si trasferisce di nuovo a Milano, risiede presso l’Albergo Popolare di via Marco d’Oggiono 9, in seguito trova lavoro come lattoniere presso la ditta di Demetrio Gorla. Nel maggio 1928 è di nuovo a Bergamo in via San Lorenzo 35, presso l’abitazione della madre, mentre nell’ottobre è torna a Milano ancora presso la ditta Gorla, ma nel novembre viene di nuovo ricoverato in ospedale a Bergamo. Il 20.12.1928 viene munito della carta d’identità obbligatoria come sospetto politico ai sensi dell’art. 3 della legge di Ps. Alla fine di agosto 1929 si trasferisce a Milano in via Caminadella 2, dove lavora come portinaio, ma anche in questo caso il suo impiego ha breve durata. Fatutti deve tornare a Bergamo, dato che le sue condizioni di salute sono sempre precarie. Il 26.4.1930 viene radiato dallo schedario dei sovversivi per aver cessato la sua attività politica a Bergamo. Il 19.10.1931 il Commissariato di Ps di Città Alta informa la Questura di Bergamo che Fatutti ha lasciato la città, e pare diretto al sanatorio ‘Carmela’ di Como. Nel fascicolo sono conservate due copie di una sua fotografia. (L. Citerio, G. Mangini, R. Vittori)
Familiari
Fatutti Giuseppe (padre)
Nato nel 1858, calzolaio.
Baroni Innocente (madre)
Fatutti Angelo Raimondo (fratello)
Nato a Bergamo il 14.2.1889.
Fatutti Ernesto Tancredi (fratello)
Nato a Bergamo il 10.9.1890.
Fatutti Umberto (fratello)
Nato a Bergamo il 26.9.1891.
Fatutti Giuseppe Andrea (fratello)
Nato a Seriate il 14.3.1893.
Fatutti Umberto Celso (fratello)
Nato a Bergamo l’8.5.1894.
Fatutti Maria Elisabetta (sorella)
Nata a Bergamo l’8.5.1895.
Fatutti Violetta Rosa (sorella)
Nata a Bergamo il 10.2.1898.
Luoghi di residenza
Bergamo Lombardia Italia via San Lorenzo 35
Fatti notevoli
1907 - 1909
Frequenta la redazione della rivista anarchica milanese «La Protesta Umana».
Sanzioni subite
arresto (1907 - )
Arrestato per possesso e diffusione di materiale anarchico
arresto (1910/08/29 - )
Il 29.8.1910 viene arrestato per misure di Ps in un cascinale di Musocco (MI) e rimpatriato a Bergamo con foglio di via obbligatorio.
perquisizione (1923/02/10 - )
In rubrica di frontiera
no
In bollettino ricerche
no
Esclusione dallo schedario
Data di esclusione
1930/04/26
Documentazione allegata
corrispondenza (lettera di Fatutti alla rivista «La Protesta Umana» di Milano) corrispondenza (corrispondenza della Prefettura di Bergamo) fotografia da documento identificativo (2 fotografie)
Riferimenti bibliografici
DBAI 2003
riferimento p. 592.