Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Bergamo il 24.7.1892, elettricista, anarchico individualista. Il 2.1.1908 viene internato nella casa di correzione del Patronato di San Martino a Firenze, da dove esce il 31.3.1909. Alla fine del 1909 si reca a Milano, dove risiede quasi per tutto il 1910. Nel 1918 viene arrestato a Bergamo per diserzione e dal Tribunale della Terza Armata è condannato a 3 anni di reclusione, amnistiati in seguito al decreto di F.S. Nitti. Il 15.1.1920 si sposa a Bergamo con una donna di Predazzo, Caterina Giacomelli, ma il matrimonio finisce subito, perché Ferrari sceglie di vivere con un’altra donna. Pochi mesi dopo l’armistizio, infatti, si trasferisce a Trento, dove dal 1920 convive con Maria Pedron, mentre la moglie continua a vivere a Predazzo, dove ancora si trovava negli anni Trenta. Il 12.1.1921 è iscritto al circolo anarchico di Trento, di cui è propagandista, mentre il 24.1.1921 è segnalato a Bergamo e secondo l’agente di Ps Nativi è in procinto di partire per Ancona, ma il 29.1.1921 lo stesso agente segnala che Ferrari si è recato a Parma in cerca di lavoro, munito di una lettera di presentazione della CdL di Bergamo. Una nota del 31.12.1922 della Questura di Bologna indirizzata a quella di Bergamo informa che il nome di Ferrari è citato in una rete di contatti epistolari tra gruppi anarchici, allestita a scopo propagandistico e attiva nell’Italia settentrionale: “In una perquisizione eseguita in Musile di S. Donà di Piave da Funzionario di quest’Ufficio, incaricato arresto comunista Collina Arturo è stata sequestrata presso anarchico Belluto Mario di colà corrispondenza da cui rilevansi relazioni fra comunisti anarchici varie regioni Italia ed Estero scopo organizzazione propaganda costituzioni gruppi anarchici. Da tale corrispondenza rilevasi nome certo Ferrari proveniente da Trento non meglio indicato. Informone per norma e per identificazione perquisizione domicilio suddetto, eventualmente medesimo, ed altri affiliati qualora risultassero elementi concreti reato. Gradirò conoscere urgenza esito perquisizione, indagini, dovendone riferire ministero”. Il 24.1.1923 la Questura di Trento scrive a quella di Bergamo che Ferrari “si distinse per le sue spiccate idee anarchiche. Fu per breve tempo capo del disciolto gruppo anarchico ‘La vendetta’. Per deficienza d’istruzione egli non fu mai efficace propagandista; in questi ultimi mesi aveva desistito da ogni attività politica”. Nel corso del 1923 trova lavoro come elettricista presso la Società Imprese Elettriche Trentine di Segonzano (Tn) e abita a Grumes (Tn). Rientrato a Bergamo alla metà del 1924, chiede e ottiene il passaporto per l’estero e il 25.9.1924 parte per la Francia, da dove nel maggio 1925 rientra a Bergamo. Il 29.1.1926 alle ore 11.45 in via Maglio del Lotto viene fermato perché sospettato di distribuire manifestini sovversivi, per questo il 9.2.1926 viene perquisita la sua abitazione di via Sant’Antonino 20, senza esito. Il 20.2.1926 la guardia di Ps Jacobazzi lo segnala come elettricista presso lo stabilimento ‘Magrini’, inoltre “non fa parte del gruppo anarchico di Bergamo come pure di altri gruppi, ma pur isolato mantiene sempre la sua ferma idea libertaria”. Il 30.4.1926 viene arrestato alle 21.50 nella sua abitazione “per misure di Ps”, diffidato e dimesso il 2.5.1926. Nel 1927 vive in via Mazzini 24, sempre con la Pedron. Il 22.4.1928 alle ore 10 i Cc di Bergamo Bassa lo arrestano per interrogarlo e per sapere i suoi movimenti, sia nei giorni antecedenti che nel giorno stesso dell’attentato al re alla fiera di Milano in piazza Giulio Cesare, avvenuto il 12.4.1928, ma “avendo egli potuto dimostrare che nei giorni 10 e 11 si trovava rispettivamente a Segonzano e Trento ed il successivo giorno 12 a Bergamo in via Mazzini 24”, viene messo a disposizione della Questura di Bergamo anche in seguito all’infruttuosa perquisizione della sua abitazione. Il 4.4.1929 la Questura di Bergamo informa quella di Trento che “l’anarchico individualista Ferrari Ernesto Giovanni Bernardo (…) già qui domiciliato in via Mazzini n. 24, elettricista, risulta che, in data di ieri, è partito, unitamente alla sua amante, alla volta di Stedro di Segonzano (Trento) con l’intenzione di stabilirsi definitivamente colà. Il Ferrari già dimorava a Segonzano e fece ritorno a Bergamo il 13.4.1928, rimanendovi fino a ieri 3 aprile. Per il tempo che ha dimorato in questa città, cioè dal 13.4.1928 ad ieri, pur mantenendosi sempre di fede anarchica, non ha mai dato luogo a rimarchi con la sua condotta politica e penale. Qui ha lavorato in diversi negozi in qualità di elettricista, e venutogli a mancare il lavoro, ha creduto fare nuovamente ritorno a Segonzano per trovare occupazione, sempre di elettricista. La sua amante, a nome Pedron Maria fu Giovanni di anni 32, è da Cembre (Trento). Il Ferrari, in data 20.12.1928, è stato munito, da questo ufficio, di carta d’identità ai sensi dell’art. 3 T.U. Legge di PS”. In effetti, agli inizi di aprile 1929 Ferrari giunge a Segonzano (Tn), affitta una casa e piccoli appezzamenti di terreno in località Sabion e vi rimane fino al termine della stagione del raccolto quando, come negli anni precedenti, ritorna a Bergamo. Dal giugno al settembre 1930 risiede a Bogliaco (Bs) per lavoro. Ferrari, esasperato dalla continua pressione esercitata su di lui dalle varie Questure, invia un esposto direttamente a Mussolini con cui si lamenta delle misure di polizia nei suoi confronti. Il testo dell’esposto non è presente nel fascicolo, ma si ricava la notizia della sua esistenza dal fatto che il 10.9.1930 il Cpc, che fino a quel momento non era stato informato delle vicende di Ferrari, ne chiede i precedenti al prefetto di Bergamo. In risposta al sollecito del Cpc, la Questura di Bergamo il 14.10.1930 così scrive su Ferrari: “venne segnalato la prima volta, nel gennaio 1921, dalla Questura di Trento, quale inscritto a quel circolo anarchico ed attivo propagandista di teorie sovversive. Politicamente, prima di tale data, il Ferrari non ebbe in questi atti precedenti politici; risultava invece che egli non aveva tenuto fin dai primi anni condotta troppo buona, infatti fu ospite negli anni 1908-1909 di una casa di correzione e venne condannato nel 1918 a 3 anni di reclusione militare per diserzione. Nel 1922 il Ferrari vene segnalato dalla questura di Bologna essendo stato rilevato il suo nome in corrispondenze di anarchici che si proponevano di organizzare la propaganda per la costituzione di gruppi anarchici in Italia. Finora il Ferrari ha vissuto per ragioni di lavoro, alternativamente in provincia di Bergamo ed in quella di Trento; venne fermato parecchie volte per misure e subì perquisizioni, ma nulla di specifico venne mai rilevato che potesse farlo ritenere sovversivo attivo. Ultimamente si trasferì in provincia di Brescia ed anche colà non diede motivo a rimarchi. In questi giorni è tornato a Bergamo. Per quanto questo Ufficio non ritenga il caso di adottare in confronto del Ferrari misure particolari, non è del parere si possa almeno per il momento, allentare la vigilanza disposta in suo confronto. Si allegano due esemplari della fotografia, segnalandone i connotati: statura m. 1,56 - corp. esile - capelli castano scuro - calvizie frontale - rughe frontali - sopraciglia castane - occhi castani - orecchie grandi sporgenti - denti sani - mento sporgente - collo corto”. Il 16.9.1930 la Questura di Bergamo lo segnala alla Questura di Brescia come non pericoloso. L’1.10.1930 torna a Bergamo e prende alloggio presso una sorella in via Sant’Antonino 20. Nell’ottobre 1930 una nota del questore di Bergamo indirizzata al prefetto informa che Ferrari non è in condizioni di salute tali da poter lavorare con continuità. Nella seconda metà del gennaio 1932 lascia la località di Mori (Tn), dove risiedeva nella casa del contadino Riccardo Bertolini e si dirige a Valtesse con Maria Pedron ma, sprovvisto di denaro, parte a piedi per andare a risiedere a Bergamo in via Baioni 22. Nel luglio 1933 risiede nella frazione Ponte Caffaro di Bagolino (Bs), nel 1934 vive da solo a Bergamo in via San Bernardino 18, nell’aprile 1935 lascia Bergamo in cerca di lavoro, vi rientra nel mese di agosto e alloggia in via Mario Lupo 8. Nell’ottobre 1936, tuttavia, da qualche tempo ha lasciato tale abitazione e dal settembre 1937 lascia il comune di Barghe di Sabbio Chiese (Bs) per ignota destinazione. L’1.11.1937 giunge a Bergamo per visitare le tombe dei parenti al cimitero di Bergamo, e in tale occasione incontra la sorella Emma Edvige, che abita in via San Bernardino 18, con la quale litiga e non le lascia il proprio indirizzo. Dall’1.3.1938 è ricoverato all’Ospedale Maggiore di Bergamo in medicina IIa per angina pectoris, provenendo da Salò (Bs), dove pure era ricoverato in ospedale. Con la sua compagna affitta una stanza in via della Milizia 92, dove è segnalato il 27.3.1939, il 31.1.1940 e l’8.5.1941. Non dà luogo a rilievi, non è iscritto al Pnf e viene vigilato. Il 27.11.1946 viene revocata la sua iscrizione in BR. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia. Muore a Bergamo il 22.7.1952. Cpc, b. 2016, 1930-1941. (L. Citerio, G. Mangini, R. Vittori)