Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Milano il 19.6.1893, dall’1.4.1919 residente a Schilpario (Bg), dove gestisce l’albergo ‘Miramonti’, socialista. Il 9.5.1941 il maresciallo maggiore dei Cc di Clusone (Bg), Pietro Mangano, si presenta a casa sua a Schilpario accompagnato dalla guardia comunale locale per sequestrargli l’apparecchio radio. Dopo alcuni giorni viene chiamato in caserma a Clusone, dove viene accusato di ascoltare Radio Londra. Il 12.5.1941 il maresciallo Mangano inoltra alla Questura e al comando provinciale dei Cc di Bergamo il suo rapporto sulla vicenda, riferendo che Fantocci (nel rapporto chiamato ‘Fantoccio’) “ha negato l’addebito che gli viene mosso dalla voce pubblica, sia perché mai ebbe a far ciò, ma anche se lo volesse fare, non lo può, perché il suo apparecchio non è di quelli ad onde corte”. Inoltre, il maresciallo riporta una dichiarazione spontanea rilasciatagli nella circostanza dallo stesso Fantocci: “In un giorno approssimativo alla resa di Bardia da parte degli inglesi, alcuni clienti venuti all’albergo Miramonti, da me gestito, per una colazione, dissero che Bardia era caduta; chiesi come avevano fatto a saperlo e mi dissero che l’avevano sentito all’albergo Pineta ove si erano recati a prendere l’aperitivo”. A questo punto, prosegue il rapporto, “a domanda il predetto (Fantocci, n.d.r.) l’albergo Pineta di Schilpario è gestito dall’attuale podestà Lino Bonaldi e sa che nell’epoca della caduta di Bardia deteneva un apparecchio radio. Lo scrivente non ha ritenuto interrogare in merito il Podestà di Schilpario, Bonaldi Lino, lasciando alle superiori autorità le decisioni del caso”. Anche Fantocci ricostruisce la vicenda in una sua lettera del 2.8.1943 al Prefetto di Bergamo, sottolineando come, di fronte all’accusa di aver ascoltato radio Londra, “non valsero le mie asserzioni contrarie; l’apparecchio venne portato alla Questura di Bergamo, venne interpellato un tecnico (il sig. Agnesi della Ditta Rinaldi) il quale sostenne che con un simile apparecchio a onde medie non si poteva ascoltare radio Londra, ma mi risulta che l’allora Questore Pumo, pur facendo presente questo alla federazione fascista, ebbe l’ordine del federale Gallarini di sequestrarla ugualmente, ciò che fece. Mi permetto di chiedere all’eccellenza Vostra che mi venga resa giustizia e mi sia restituito l’apparecchio radio sequestrato”. In seguito alla lettera di Fantocci, il prefetto incarica i Cc di Bergamo di indagare per ritrovare l’apparecchio radio. Il 31.8.1943 il capitano dei Cc di Bergamo Vincenzo Innocenti Capone scrive al prefetto ricostruendo in breve la vicenda e concludendo che, dopo essere stato trattenuto in Questura, l’apparecchio radio è stato “dato in uso ad un’opera pia della città”. In calce a tale rapporto, il prefetto aggiunge di suo pugno il seguente commento: “20/9 Comunicato verbalmente al Fantocci che la radio non è stata rinvenuta”. (L. Citerio, G. Mangini, R. Vittori)