Dotti Pietro


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n. busta
39
n. fascicolo
1207
Primo estremo
1923
Secondo estremo
1933
Cognome
Dotti
Nome
Pietro
Presenza scheda biografica
no
Luogo di nascita
Data di nascita
1898/05/13
Livello di istruzione
licenza elementare
Professione
manovale ferroviario
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Colico (Co) il 13.5.1898, da bambino si trasferisce con la sua famiglia a Stezzano (Bg), dove il padre lavora come cantoniere ferroviario. Assunto a sua volta presso le Ferrovie dello Stato, manovale, sospetto comunista, celibe. Il secondo Mandamento della Pretura di Bergamo lo condanna con sentenza del 23.4.1923 a 10 giorni di reclusione in base agli articoli 157 e 424 del codice penale, condanna amnistiata. Nel giugno 1923 viene arrestato per ‘grida sovversive’ e, perquisito, viene trovato in possesso di corrispondenza con altri sovversivi e di due biglietti ferroviari gratuiti di terza classe (presenti nel fascicolo) da Bergamo a Trieste e ritorno, valido a tutto il 28.7.1923, e da Bergamo a Ventimiglia e ritorno, valido a tutto il 10.4.1924. Ciò induce la Questura a ritenere che, come scrive il questore di Bergamo al comando di Ps presso il comparto ferroviario di Milano, Dotti li abbia usati “per tenersi in contatto con altri sovversivi”. In un rapporto su di lui del 22.6.1923 dei Cc di Bergamo indirizzato alla locale Questura, viene scritto che è “senza precedenti penali, ma è di carattere violento ed impulsivo ed è dedito al vino. Appartiene al partito comunista italiano e frequenta persone iscritte o simpatizzanti al partito socialcomunista. Lo stesso, secondo voci raccolte, avrebbe corrispondenza con sovversivi di Bergamo, Como e Treviglio ma finora non è stato possibile accertarlo. Egli è impiegato sulle Ferrovie dello Stato in qualità di manovale, e si ritiene capace di esplicare propaganda sovversiva. L’arma continua le indagini per stabilire se effettivamente il Dotti abbia corrispondenza con persone di altre città e con quali, e di ogni emergenza si farà seguito alla presente”. Dei risultati di tali indagini, però, nel fascicolo non è presente documentazione. Dal 1926 lavora stabilmente a Milano, ma nei giorni di riposo si reca a Stezzano, dove mantiene la residenza e dove viene sorvegliato dai Cc e dai fascisti locali, ma non ha contatti di natura politica. Il 13.6.1929 il questore di Bergamo Giuseppe Guarducci scrive al comando dei Cc di Bergamo a proposito di Dotti: “Occorrerebbe a questo Ufficio una fotografia della persona in oggetto. Prego pertanto codesto Comando volermi far sapere quale delle due fotografie, qui accluse, sia del Dotti Pietro ed in caso che nessuna delle due sia del suddetto individuo, prego farmene tenere, se possibile, una copia”. La risposta è del 26.6.1923, quando, il tenente Amerigo Trapani dei Cc di Bergamo così scrive alla Questura di Bergamo: “Nel restituire le fotografie ho il pregio di riferire che nessuna delle due è di Dotti Pietro. Trasmetto una fotografia formato cartolina del Dotti eseguita a Milano dal fotografo Tollini e dietro la quale per non incorrere in errore è stato posto il nome in lapis. Prego poi restituirla perché desiderata dalla madre del Dotti”. Tutte e tre le fotografie citate in questo scambio epistolare sono conservate nel fascicolo, ma nessuna di esse reca sul retro il nome di Dotti scritto a lapis. La fotografia in formato cartolina conservata nel fascicolo, sul retro reca invece la seguente scritta a lapis: “Zana Giovanni fu Giacomo e di Moroni Rosa nato a Stezzano il 12.1.1895, ivi residente, falegname, fascista, capo squadra Mvsn”. Un’altra fotografia, che ritrae in primo piano un uomo con i baffi, giacca scura, camicia bianca e cravatta, è in realtà il ritaglio di una cartolina postale sul retro della quale c’è la seguente scritta a lapis: “Abbati Battista fu Elia e fu Bana Margherita nato a Osio Sopra 16/1/1892, trasferitosi a Lovere nel 1923 senza domicilio e a Brescia il 5.11.1926 definitivamente, manovale”. Sullo stesso retro c’è la scritta a stampa “Postale” che è ciò che rimane dopo il taglio della cartolina postale. A proposito di questa fotografia, però, è da ritenere che in Questura a Bergamo sia stato commesso un errore di identificazione. Un foglio volante conservato nello stesso fascicolo, infatti, reca due nominativi, quello di Giuseppe Giavazzi, meccanico di 25 anni residente a Parigi, e quello di Battista Abati (b. 1), di 30 anni, definito bracciante, che è il vero nome della persona identificata erroneamente come Battista Abbate. Giavazzi e Abati sono dunque i due mittenti della corrispondenza sequestrata a Dotti, non presente però nel fascicolo. La terza fotografia, leggermente più piccola delle altre due, è un vero ritratto fotografico a mezzo busto di un uomo giovane, con i capelli scuri, in giacca chiara, gilet, camicia bianca, farfallino a pois bianchi e fazzoletto al taschino, senza scritte sul retro. La seconda e la terza fotografia sono conservate dentro una busta bianca di piccolo formato, su cui è presente la seguente stampigliatura: “Fot. Sant’Alessandro – via Torquato Tasso 23 – Bergamo”, mentre la prima, per le sue dimensioni maggiori, non può essere contenuta nella busta delle altre due. Qual è Dotti? Ci viene in aiuto una descrizione dei tratti somatici di Dotti effettuata dalla tenenza dei Cc di Bergamo il 27.3.1928, cioè prima dello scambio epistolare sopra citato, in un’informativa inviata alla Questura: “Connotati: Statura 1,65, corp. robusta, pelle scura, testa grande, capelli bruni, fronte alta, sopracciglia nere, tempie strette, occhi castani scuri, orecchie grandi, labbra sporgenti, baffi rasi, bocca larga, denti sani, mento stretto, barba rasa, segni particolari N.N.”. La fotografia di Dotti è dunque quest’ultima. Il 30.9.1931 trasferisce la sua residenza a Cremona, dove nel 1933 chiede la tessera del Pnf. Radiato il 6.10.1933. Non è stato segnalato al Cpc. (L. Citerio, G. Mangini, R. Vittori)
Familiari
Dotti Angelo (padre)
Morlotti Rosalia (madre)
Luoghi di residenza
Colico Lombardia Italia (1898/05/13 - ) Stezzano Lombardia Italia ( - 1931) Cremona Lombardia Italia (1931 - )
Fatti notevoli
1923 - 1924
Nel biennio 1923-24 è sospettato di avvalersi dei biglietti ferroviari di cui può disporre per tenere i contatti con altri oppositori politici.
In rubrica di frontiera
no
In bollettino ricerche
no
Esclusione dallo schedario
Data di esclusione
1933
Documentazione allegata
fotografie private (1 fotografia ) fotografie private (- 1 fotografia di Zana Giovanni fu Giacomo e di Moroni Rosa, nato a Stezzano il 12.1.1895, falegname, fascista, caposquadra della MVSN. - 1 fotografia di Abbati Battista fu Elia e fu Bana Margherita, nato a Osio Sopra il 16.1.1892, trasferito a Lovere nel 1923 senza domicilio e a Brescia il 5.11.1926 definitivamente; manovale.)