Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Bagnacavallo (Ra) il 6.7.1888, meccanico, domiciliato a Monza via Manzoni 28, operaio presso le Acciaierie Italiane di Sesto San Giovanni, anarchico. L’1.6.1911 con la famiglia si trasferisce da Bagnacavallo a Monza, dove rimane fino agli inizi del 1914, quando si traasferisce a Milano. Il 22.7.1915 viene colpito da mandato di cattura emesso dal Giudice Istruttore del Tribunale di Monza per omicidio premeditato: nel corso di una rissa aveva ferito un certo Giovanni Aliprandi, poi deceduto all’ospedale civico ‘Umberto I’, ma alla fine del procedimento giudiziario la Corte d’Assise di Milano lo condanna solo a 10 giorni di arresto per porto d’armi proibito. Queste informazioni sono desunte dai primi due documenti conservati nel suo fascicolo: una nota del 25.3.1919 compilata dal sotto-prefetto di Monza (Mi) e inviata al prefetto di Bergamo in risposta alla richiesta di informazioni di quest’ultimo del 23.3.1919, e una nota del 7.4.1919 del prefetto di Ravenna a quello di Bergamo. La ragione dell’interesse della Prefettura di Bergamo ad avere informazioni su Croci, operaio alla Franchi Gregorini di Dalmine (Bg) dove è segretario dell'USI all'interno della fabbrica, sta nel fatto che nel 1919, insieme a Secondo Nosengo, è tra i più attivi organizzatori dello sciopero del marzo 1919, cioè della prima occupazione di una fabbrica in Italia in séguito alla lotta sindacale per le otto ore. Durante il periodo dell'occupazione degli impianti di Dalmine, Croci è direttore tecnico operaio, mentre Nosengo è presidente del consiglio operaio. Poche settimane dopo la conclusione dell'occupazione, Croci decide uno sciopero di protesta per la morte sul lavoro di un operaio, ma il fallimento dello sciopero e la stanchezza degli operai per la lunga vertenza precedente, consentono alla direzione dell'azienda di licenziarlo, anche se in seguito verrà riassunto. Croci prende la parola nei comizi del 1° maggio 1919 a Bergamo e a Dalmine, mentre il 4.5.1919 la Questura di Milano informa il prefetto di Bergamo che quando risiedeva a Monza, Croci sosteneva economicamente il settimanale anarchico «La Rivolta», uscito a Milano dal gennaio 1910 al maggio 1911. La documentazione conservata nel fascicolo riprende il 23.6.1923, quando Croci risiede a Grumello al Piano (Bg) e il sotto-prefetto di Treviglio (Bg), avendo saputo dai Cc di Dalmine che Croci è un rivoluzionario, si rivolge ai Cc di Grumello per farlo sorvegliare e scrive alla Questura di Bergamo per avere disposizioni. In una successiva nota spedita il 2.7.1923 alla Questura dal sotto-prefetto di Treviglio, questi informa che Croci si reca tutti i giorni per lavoro da Grumello a Dalmine, dove è presidente della Società di Mutuo Soccorso tra gli operai e che, secondo i Cc, “lo si giudica tutt’ora sovversivo, esplicherebbe azione di propaganda se non fosse sorvegliato tanto da quel comando di stazione che dagli elementi fascisti locali. Tuttavia la condotta politica del Croci, non è attualmente allarmante, né si ritiene pericoloso, ma si ritiene che in occasione di turbamenti di ordine pubblico potrebbe divenirlo”. A Dalmine matura la sua amicizia con il comunista bergamasco Amleto Locatelli, che dal gennaio all'aprile 1923 è segretario della Fiom presso gli stabilimenti di Dalmine. Alla fine del 1924 con la famiglia si trasferisce di nuovo a Monza, dove risiede in via Manzoni 28, e lavora presso le Acciaierie Italiane di Sesto San Giovanni (Mi). Nel 1925 è ancora in contatto con Amleto Locatelli. Il documento successivo è una nota del 14.2.1928 del Commissariato di Ps di Monza (Mi), indirizzata alla Questura di Bergamo, comunicando che Croci è sempre anarchico ma non fa propaganda ed è sempre occupato presso la Società Anonima Ferriere Lombarde di Sesto San Giovanni. Infine, con una nota del 28.6.1933 il Commissariato di Ps di Monza informa la Questura di Bergamo che Croci, grazie alla sua condotta, viene radiato. Morto a Sanremo (Im) il 28.7.1971. (L. Citerio, G. Mangini, R. Vittori)