Profilo sintetico riassuntivo
Nata a Lovere (Bg) il 7.6.1887, il 6.3.1915 si trasferisce a Redona, poi a Torre Boldone (Bg) in via Fienile 98. Durante la prima guerra mondiale è attiva a Bergamo e al fronte sull’altipiano di Asiago come Dama della Croce Rossa e il 18.3.1920 riceve la Croce al merito di guerra. Tra le fondatrici del fascio femminile di Bergamo, è delegata provinciale dei fasci femminili di Bergamo nel biennio 1921-1922, di cui è segretaria dal 1924 al 1927. Viene radiata dal Pnf nel 1928 per il suo comportamento, anche se nel fascicolo non sono contenute indicazioni su quale sia il ‘comportamento’ in questione. Il 16.7.1936 viene denunciata dai Cc di Intra per furto aggravato. Nel maggio 1937 risulta residente a Oleggio (No). Nel novembre 1938, in conseguenza dell’emanazione delle leggi anti-ebraiche da parte del fascismo italiano, insieme all’ex-sacerdote Luigi Cassanmagnago, dichiara di organizzare un sistema di esportazione clandestina dei capitali per gli ebrei, indirizzando ad alcuni di loro una lettera anonima e scritta a macchina con la proposta del servizio di trafugamento di capitali. Tra i destinatari della lettera, l’agente di cambio presso la Borsa valori di Milano Gastone Tedeschi, il quale si rivolge alla Questura e, dopo breve inchiesta, Cretti viene scoperta e fermata il 2.12.1938. Il 6.12.1938 anche Cassanmagnago viene fermato e, interrogato, dichiara che “la Cretti nulla gli aveva detto all’infuori della sua intenzione di vendere qualcuno dei tre cani lupo che possiede. Aggiunse che la Cretti è una semi-squilibrata ed ha delle manie, tra cui quella di esplicare mansioni di polizia”. Al termine dell’inchiesta, i due vengono tradotti a Bergamo il 15.1.1939, rinchiusi nelle carceri giudiziarie e rimessi in libertà il 27.2.1939. Benché Cretti durante gli interrogatori, per difendersi affermi che il suo obiettivo era quello di ingannare gli ebrei che si fossero rivolti a lei dopo l’emanazione delle leggi razziali, mettendo con ciò in atto una sorta di vendetta e punizione per presunti danni a lei arrecati in precedenza, le conclusioni a cui giunge la Questura di Novara sono opposte, come si può leggere nel rapporto indirizzato il 26.2.1939 alla locale Prefettura: “la Cretti, mettendosi nel modo indicato, in relazione con ebrei, non poteva avere altra intenzione che quella di prestare l’opera sua per agevolarli e favorirli nell’esportazione clandestina della valuta. Anche se non è stato possibile provare che era in possesso di documenti ed altri mezzi idonei a tale scopo, ciò non vuol dire che la cosa potesse essere ugualmente possibile, anche dopo che fosse intervenuto l’accordo sull’illecita prestazione. Ora è fuori dubbio che tale sua attività, in quanto mirava ad ostacolare dei poteri dello stato in materia di politica razzista e valutaria, non può non essere punibile che con un grave provvedimento di polizia”. Nella stessa relazione, sia Cretti che Cassanmagnago vengono descritti in termini negativi: “La Cretti risulta di dubbia condotta morale per relazioni amorose illecite ed è persona stravagante, eccentrica, audace, scaltra e senza scrupoli. Il Cassanmagnago risulta condannato dal Tribunale di Novara in data 15.3.38 per fraudolenta distruzione di cosa propria ad anni 1 di reclusione, mesi 1 e lire 1000 di multa, pena condonata ed anche egli persona di pochi scrupoli e capace di azioni disoneste”. Nel marzo 1939 la Commissione Provinciale di Novara infligge a Cretti l’ammonizione. Nel marzo 1941 risiede a Milano, dove il 9.3.1941 termina il biennio dell’ammonizione. Il 27.3.1941, con nota riservata raccomandata, la Questura di Genova segnala a quella di Bergamo la presenza a Genova di Caterina Cretti, la quale “proveniente da Milano, via S. Vittore n° 35, ha preso alloggio in Genova Nervi via Marco Sala n° 20 int. 4 il giorno 21 andante e vi si fermerà una diecina di giorni. La predetta, domenica 23 andante, è stata vista per Nervi in compagnia di un prete, che si ritiene possa essere il Cassanmagnago in oggetto”. Il 31.3.1941 Cretti lascia il capoluogo ligure per tornare a Milano in via San Vittore 35 presso le suore del Buon Pastore. (L. Citerio, G. Mangini, R. Vittori)