Corti Egidio


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n. busta
36
n. fascicolo
1109
Primo estremo
1926
Secondo estremo
1946
Cognome
Corti
Nome
Egidio
Presenza scheda biografica
Luogo di nascita
Data di nascita
1886/07/20
Luogo di morte
Trescore Balneario (Bg)
Data di morte
1936/10/14
Livello di istruzione
licenza elementare
Professione
operaio meccanico
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Calolziocorte (Bg, ora Lc) il 20.7.1886, scheda biografica aperta dalla Prefettura di Bergamo a partire dal 20.3.1926. Ha frequentato la scuola fino alla classe terza elementare, operaio meccanico, anarchico, definito “pericoloso in caso di moti”. Vive a Bergamo in via Pignolo 42 con la moglie, l'operaia tessile Edvige Beretta, e con i propri genitori. Riformato e rivisitato, viene arruolato il 28.4.1916 e il 17.5.1916 collocato nel Deposito del 71° Fanteria, poi l’8.7.1916 nel 25° Reggimento di. Artiglieria da Campagna zona di guerra, l’1.10.1918 in Albania col 1° autoparco. Viene congedato il 16.8.1919 e gli viene concessa la dichiarazione di aver tenuto buona condotta e servito con fedeltà ed onore. Avendo al suo attivo la campagna di guerra 1916-1917-1918, ha diritto al distintivo della campagna, alla medaglia interalleata e alla medaglia dell’unità. Il 9.2.1926 è arrestato dai brigadieri Sebastiano Milelli e Luigi Guidolotti insieme all’anarchico Gaetano Ghirardi e il 25.3.1926 è scarcerato con ordinanza della R. Procura di Bergamo. La ragione dell'arresto viene riassunta da una nota della Prefettura di Bergamo del 18.3.1926, che ricostruisce alcuni momenti delle indagini svolte per individuare gli anarchici bergamaschi che hanno favorito la fuga di Luigi Caglioni, ricercato per detenzione di esplosivi. Caglioni si era “allontanato rifugiandosi presso certo Ghirardi Gaetano di Pietro di anni 53 di Bergamo il quale a sua volta subito informato dell’accaduto certo Corti Egidio di Giuseppe di anni 40, ed insieme avevano concretati i particolari e i mezzi per la fuga del Caglioni. Tanto il Corti come il Ghirardi risultarono appartenere al Gruppo Libertario di Bergamo. Il Corti era noto come professante idee anarchiche, il Ghirardi era stato eletto fiduciario del gruppo stesso come risulta anche dal numero di giornali sequestrati presso di lui. Disposto il fermo della corrispondenza al Corti e al Ghirardi, si potè addivenire al sequestro di una cartolina che faceva ritrovare le traccie del Caglioni, e portava alla scoperta del fiduciario del gruppo anarchico di Monza (...) Caglioni, Corti e il Ghirardi furono denunziati per i reati di cui agli art. 1-5 della legge del 19.7.1894, mentre il Radici, il Sansoni, il Ginelli e il Mazzoleni trattati pure in carcere e denunziati per complicità all’Autorità Giudiziaria”. La sua abitazione viene perquisita più volte, come nel caso del 30.4.1926, quando vengono rinvenuti opuscoli anarchici e copie della rivista «Fede», alla quale è abbonato. Con sentenza del Tribunale di Bergamo del 4.5.1926, confermata in appello dal Tribunale di Milano il 4.10.1926, è condannato a 6 mesi di reclusione per favoreggiamento in occasione della fuga di Luigi Caglioni. Nel frattempo il regime fascista prosegue sulla strada dell'emanazione delle leggi 'fascistissime'. Così, l’1.12.1926 la Commissione Provinciale lo assegna al confino di polizia a Lampedusa per 3 anni, in base all’articolo 184 del TU delle leggi di Ps del 6.11.1926, n° 1848. Corti, che è ancora a piede libero, viene arrestato alle 7.30 del 2.12.1926 in Porta Nuova a Bergamo. Una nota informativa della Questura di Bergamo del 20.12.1926 osserva che “Corti, dopo la sentenza della Corte di Appello di Milano che lo condannava a mesi 6 di reclusione per detenzione di esplosivi e favoreggiamento, si è mantenuto sempre taciturno, non affiancando più persone della sua idea, ma bensì si è dato a stabile lavoro disinteressandosi da ogni attività politica”. Lo stesso giorno, alle 4 1/2 del 20.12.1926 Corti viene tradotto a Lampedusa, dove giunge dopo oltre un mese di viaggio il 28.1.1927. Il 19.3.1927 viene prosciolto condizionalmente dal confino e può rientrare a Bergamo, ma è subito arrestato per scontare i mesi di detenzione per la condanna del Tribunale di Bergamo. Il 20.7.1927 esce dal carcere di Girgenti (Agrigento) per fine pena, ma nel tragitto verso Bergamo si ferma a Roma, dove viene ricevuto dal Sottosegretario di Stato agli Interni, il bergamasco conte Giacomo Suardo, che lo munisce di una lettera per il prefetto di Bergamo, Solmi, nella quale Corti viene raccomandato caldamente per un’assunzione. Scrive Suardo: Caro Solmi, il latore ex Confinato Corti Egidio ha bisogno urgente di lavoro. Egli deve essere aiutato presso i suoi padroni precedenti o presso altri. Nessun provvedimento (ammonizione o diffida) deve essergli inflitto fino a che egli mantenga condotta normale. Cordialità Suardo”. Il 3.8.1927 il prefetto Solmi risponde alla lettera di Suardo: “Eccellenza, in seguito alle premure fattemi, mi sono subito interessato per trovar lavoro all’ex confinato Corti Egidio. Mi è ora gradito assicurare che egli, mercé il mio intervento, è stato riassunto nelle locali officine metallurgiche Sottocasa, dove fu già altra volta occupato. Non ho mancato di ricordare al Corti come sia suo preciso dovere di rendersi degno del bene che ha ricevuto da V.E., con l’assiduità al lavoro e con una condotta sotto ogni riguardo irreprensibile. Con devoti ossequi”. La persona alla quale il prefetto si è rivolto per l’assunzione di Corti è Clateo Berther, ragioniere bresciano di origini svizzere, Direttore Amministrativo della Soc. An. Officine Metallurgiche Sottocasa, il cui biglietto da visita è allegato, nel fascicolo, alle lettere di Suardo e del prefetto. Nell’agosto 1928 Corti lavora come aggiustatore meccanico nello stabilimento del Vice-Podestà, Strazza (probabilmente è lo stabilimento Oetiker), a Cernusco sul Naviglio (Mi), dove si reca in bicicletta il lunedì mattina per tornare a casa il sabato sera. Questo impiego dura fino agli inizi di dicembre 1928, nel gennaio 1929 risulta trasferito a Bergamo. Nell’agosto 1929 con la moglie gestisce una latteria. Viene fermato per misure di Ps il 4.1.1930. Morto nel sanatorio di Trescore Balneario il 14.10.1936, dov’era ricoverato da qualche tempo. Nel fascicolo sono conservate tre copie di una sua fotografia. Cpc, b. 1493, 1926-1936, scheda biografica. Il 13.3.1946 la sede di Bergamo dell’APPIA – Associazione Perseguitati Politici Italiani Antifascisti, a firma del presidente Nello Marcotulli si rivolge all’Ufficio Politico della Questura di Bergamo chiedendo informazioni politiche e morali su Corti, “morto in seguito a maltrattamenti e torture subite dal fascisti”. La risposta, del 18.3.1946, ricapitola in breve le informazioni su Corti contenute nella sua scheda biografica e conclude scrivendo che “in questi atti non si rileva che il medesimo sia deceduto in seguito a maltrattamenti e torture subite dai fascisti”. (L. Citerio, G. Mangini, R. Vittori)
Familiari
Corti Giuseppe (padre)
Angeloni Angela (madre)
Beretta Edvige (moglie)
di Giovanni, nata nel 1897, operaia allo stabilimento Zopfi
Luoghi di residenza
Calolziocorte Lombardia Italia (1886/07/20 - ) Bergamo Lombardia Italia via Pignolo n. 42
Fatti notevoli
1916 - 1919
Partecipa alla prima guerra mondiale
1926
Fa parte del gruppo di anarchici bergamaschi e milanesi che organizzano la fuga da Bergamo alla Francia dell'anarchico bergamasco Luigi Caglioni (b. 21).
Sanzioni subite
arresto (1926/02/09 - 1926/03/26)
il 9.2.1926 viene arrestato con l’anarchico Gaetano Ghirardi per favoreggiamento della fuga di Luigi Caglioni; scarcerato il 25.3.1926 con ordinanza della R. Procura di Bergamo. Il 4.5.1926 con sentenza del tribunale di Bergamo, confermata in appello dal tribunale di Milano il 4.10.1926, viene condannato a 6 mesi di reclusione
perquisizione (1926/04/30 - )
Viene più volte perquisita la sua abitazione, come per esempio il 30.4.1926, quando vengono trovati opuscoli anarchici e copie della rivista «Fede» cui è abbonato.
confino politico (1926/12/01 - 1927/07/20)
Assegnato al confino di polizia a Lampedusa per 3 anni; ma il 19.3.1927 è prosciolto con la condizionale.
arresto (1927/03 - 1927/07/20)
Arrestato per scontare i mesi di detenzione per la condanna comminatagli dal Tribunale di Bergamo; il 20.7.1927 esce dal carcere di Girgenti (Agrigento) per fine pena.
arresto (1930/01/04 - 1930/01/04)
Fermato per misure di Pubblica Sicurezza.
Relaz. con altri soggetti
Ghirardi Gaetano (anarchico)
ASBg, Sovversivi
Caglioni Luigi (anarchico)
ASBg, Sovversivi
Suardo Ernesto (fascista)
Berther Clateo (dirigente d'azienda)
In rubrica di frontiera
no
In bollettino ricerche
no
Esclusione dallo schedario
no
Documentazione allegata
fotografie scattate dagli organi di polizia Nota del 15.2.1927 del segretario politico della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Agiano, in cui comunica al Prefetto di Bg che è stato disposto un sussidio alle famiglie di Egidio Corti (L. 700) e di Gaetano Ghirardi (L. 500), confinati ex combattenti. Lettera di fine luglio/inizi agosto 1928 da Roma, su c.i. ‘Ministero dell’Interno - Il Sottosegretario di Stato’, in cui il sottosegretario Giacomo Suardo scrive una lettera al prefetto di Bergamo, Solmi. Lettera del 13.3.1946 su carta intestata ‘A.P.P.I.A. - Associazione Perseguitati Politici Italiani Antifascisti - Direzione provinciale - Bergamo - Casa della Libertà’
Altre fonti archivistiche
(ACS-CPC) Archivio centrale dello Stato (Roma), Casellario Politico Centrale
Busta 1493, Fascicolo