Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Fornovo San Giovanni (Bg) il 31.1.1887, giornalista, socialista. Il padre rimane vedovo di Lucia Canevisio, di Fornovo San Giovanni, morta all’ospedale di Caravaggio il 18.1.1881, e si risposa in seconde nozze con Giovanna Poloni. La famiglia lascia il paese natale nel 1900 trasferendosi a Milano. Nel 1922 Bianchi lascia Milano per la Francia, dove svolge una notevole attività antifascista. Il 24.7.1930 il Ministero dell’Interno informa le Prefetture di Milano e di Bergamo che Bianchi risiede a Parigi al n° 161 di rue Charenton ed è stato nominato segretario amministrativo del Partito socialista unitario. Iscritto in RF. Il 10.2.1933 il Cpc ritiene che Bianchi sia iscritto alla Confederazione generale del lavoro, di cui Bruno Buozzi è segretario e ha sede al n° 211 di rue de La Fayette a Parigi. La documentazione conservata nel fascicolo mostra alcune difficoltà, da parte degli apparati polizieschi e diplomatici fascisti, a individuare in modo univoco l’identità di Bianchi, e ciò per sue ragioni, legate al suo nome e al luogo di nascita. Riguardo al nome, il motivo della difficoltà sta nel suo doppio nome, che talvolta viene citato integralmente e talvolta solo come Antonio, il che lascia spazio al sospetto che si tratti di due persone diverse, così come il luogo di nascita, allo stesso modo, a volte viene citato correttamente mentre altre volte solo come S. Antonio, con gli inevitabili disguidi del caso. Nel gennaio 1935 il Ministero dell’Interno lo segnala come attivista socialista e sottoscrittore de «L’Avanti!», mentre tra il 1937 e il 1939 il Cpc si rivolge a numerose Prefettura d’Italia chiedendo inutilmente notizie di un Antonio Bianchi. Nel novembre 1937 viene segnalato come residente a Tolosa, nel 1939 a Marsiglia. Nel settembre 1939 a Milano sono segnalati una sua figlia naturale, Libera (nata a Milano il 28.5.1921, impiegata presso la ditta Fratelli Borletti), e un suo fratello, Giuseppe, giornalaio in Corso Ticinese 50. Nel dicembre 1940 risulta internato nel campo di concentramento di Gurs in Francia e attraverso il canale diplomatico consolare chiede di poter rimpatriare liberamente. Il Consolato italiano ne informa il Cpc, che a sua volta, per avere un parere in proposito, si rivolge alla Prefettura di Milano. Questa risponde il 31.1.1941 al Cpc e per conoscenza alla Prefettura di Bergamo, rilevando che “tenuto conto dei suoi pessimi precedenti politici e della notevole attività antifascista svolta all’estero, quest’Ufficio esprime parere contrario a che egli rimpatri liberamente. Con l’occasione informo di aver richiesto nei confronti del predetto la rettifica del provvedimento ‘da perquisire e segnalare’ di cui all’iscrizione nella Rubrica di frontiera con quello di arresto”. Il Cpc, acquisisce questa comunicazione ma non la fa propria, dato che il 17.2.1941 si rivolge al Ministero degli Affari Esteri e alle Prefetture di Milano e Bergamo, comunicando che “la posizione politica del nominato in oggetto sarà riesaminata allorquando egli avrà fatto ritorno nel Regno”. Cpc, b. 623, 1927-1941. (R. Vittori)