Profilo sintetico riassuntivo
Nata a Zanica (Bg) il 7.6.1875, casalinga, antifascista. Si sposa a Zanica il 17.9.1895 con Angelo Rocchi, per poi trasferirsi a Bergamo, dove l’8.8.1899 muore la loro figlia Adelina, nata nel maggio 1898. Residente a Bergamo in via Borgo Santa Caterina 81, analfabeta. Il marito è falegname e i due hanno 4 figli di cui Enrico, nato nel 1907, è volontario fascista nella guerra civile di Spagna, mentre Giovanni, nato nel 1900, è iscritto al Pnf. Il 12.10.1937 nella trattoria 'Nuovo Impero' di via Borgo Palazzo 2, alle ore 12, sentendosi rifiutare un quarto di vino, Bianchini reagisce con ingiurie: “mascalzone ti rompo il muso a te e al duce, dighel al Duce che mel ciucia”. Viene arrestata dai vigili urbani nell’osteria del Giglio, dove si era spostata dopo essere stata cacciata dal locale precedente. Ai vigili dice "carne venduta". Interrogata, si giustifica dicendo che proprio quel giorno aveva saputo della morte del figlio di una vicina, arruolato volontario tra le forze fasciste in Spagna: "Siccome anche lei stava in pena per il proprio figlio, pure volontario in Spagna, era rimasta molto scossa e per tre giorni quasi non aveva mangiato, bevendo solo qualche bicchiere di vino". Nel rapporto alla Questura del 16.10.1937 redatto dal brigadiere Calamca della squadra politica, viene scritto che Bianchini da 25 anni è sofferente di una malattia nervosa che in certi momenti la rendono minorata nelle sue facoltà mentali e spesse volte si allontana dall’abitazione e si da' all’alcolismo. Viene detenuta per circa 20 giorni, liberata e diffidata. Radiata nel 1940. (R. Vittori)