Cimnaghi Giovanni

n. busta
32
n. fascicolo
974
Primo estremo
1941
Secondo estremo
1942
Cognome
Cimnaghi
Nome
Giovanni
Presenza scheda biografica
Luogo di nascita
Data di nascita
1872/10/14
Luogo di morte
Milano
Data di morte
1940/09/14
Livello di istruzione
diploma tecnico
Professione
tipografo
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Bergamo il 14.10.1872, impiegato tipografico, anarchico, si trasferisce a Milano il 18.8.1898. É sposato con Ida, detta Irma, Ciniselli ed è padre di Ugo. Le informazioni su di lui disponibili nella documentazione conservata nel fascicolo sono relative alla fase finale della sua vita. Il profilo che segue si basa perciò sul materiale conservato nel Cpc, il Casellario Politico Centrale presso l’Archivio Centrale dello Stato di Roma. La sua scheda biografica viene aperta dalla Prefettura di Milano il 15.1.1903, data alla quale risale il seguente ‘Cenno biografico’: “Riscuote in pubblico discreta fama. É di carattere franco e di mediocre educazione. Ha cultura ed intelligenza sufficiente, avendo compiuto il 2° corso tecnico. Lavoratore assiduo almeno in passato, da questo unicamente ritirava il sostentamento per sé e per la famiglia verso la quale si comporta bene. Apparteneva già al partito socialista, faceva parte della disciolta consociazione socialista di Bergamo e poscia di Milano, e tale affermazione, ad altri, con lettera diretta al Signor Giudice Istruttore presso il locale Tribunale, nella occasione che si era intentato processo ad alcuni soci per mene rivoluzionarie nel 1898, per sfuggire al rigore delle leggi eccezionali, il Cimnaghi riparò in Isvizzera ove si convertì alla fede anarchica. Rientrato nel regno si votò completamente alla fede anarchica sia prendendo la parola in private riunioni di settari, sia con la propaganda sfacciata che faceva tra i compagni di lavoro, sia nei pubblici esercizi, ritrovi, spiegando attività e raccogliendo buoni frutti stante la sua influenza dovuta specie al fatto d’essere il Cimnaghi buon parlatore. Non risulta sia in corrispondenza epistolare con rivoluzionari, ma ha continui con essi uno dei più noti gregari. Stette parecchie volte in Svizzera e precisamente a Lugano con altri compagni, ma non consta ne sia stato espulso ed in seguito emigrò a Buenos Aires. Appartenne quale socio alla federazione tipografica italiana, ed al circolo elettorale socialista di Corso Ticinese, ma senza occuparvi cariche. A Buenos Aires, ove si recò negli ultimi del 1898, collaborò nel giornale anarchico «L’Avvenire» addimostrandosi settario convinto, prese viva parte alle conferenze colà tenutesi dal noto socialista On. Dino Rondani, consultandone (recte: contestandone) le teorie e vituperandone gl’intendimenti ed esaltando l’operato del regicida Bresci. Spedisce giornali e stampe libertarie ai compagni del Regno, e specie quando vi sono articoli a sua firma ove sia riportato il suo nome. La sua propaganda è assai proficua anche per la tendenza all’anarchia che si verifica nell’America del Sud, ove il socialismo va scomparendo. Verso le Autorità serbò sempre contegno altezzoso e sprezzante. Prese parte a tutte le manifestazioni del partito socialista, prima intervenendo alle dimostrazioni di Piazza ed a commemorazioni per glorificare i martiri dell’idea. Sospettato di aver preso parte ai moti rivoluzionari verificatisi in questa città nel maggio 1898, venne tratto in arresto, ma non si poterono raccogliere prove sufficienti per tradurlo in giudizio e fu rilasciato. Non fu proposto per l’ammonizione, né pel domicilio coatto, né al suo nome risultano addebiti penali”. In seguito ai moti rivoluzionari verificatisi in Argentina, ne viene espulso e si trasferisce in Brasile, a San Paolo, dove il 27.121902 viene arrestato in casa dell’anarchico Tobia Boni e poi rilasciato e diffidato. Rientrato a Milano nell’estate 1903, si stabilisce presso i parenti della moglie in via Pioppette 18, aprendo una bottega di erbivendolo in via Chiusa 24 e dichiarando di appartarsi dai compagni anarchici per dedicarsi alla famiglia. Nel settembre 1907 abita in via Solari 54 e lavora presso la Cooperativa Tipografi di via Meravigli. Nel febbraio 1908 dagli agenti della Questura di Milano viene notata una ripresa di attività politica da parte di Cimnaghi, però nel campo del socialismo riformista. Si aggrega infatti alla Camera del Lavoro di Milano entrando a far parte del relativo Comitato di propaganda, ogni tanto tiene conferenze nei diversi rioni della città e anche in quelli di provincie limitrofe. Il 2.3.1908, in seguito alle elezioni per il rinnovo parziale del Consiglio d’Amministrazione della Società Umanitaria, viene eletto Delegato con 3786 voti su 5165. Nel gennaio 1909 risiede sempre in via Solari 54 e la polizia non ha rilievi da fare a suo riguardo. Nell’aprile 1910 è capo tipografo nell’Unione Cooperativa Tipografica dove lavora dal 1907 ed è anche consigliere d’amministrazione della Società Editrice Operaia di Milano. Si interessa anche di propaganda socialista riformista, si candida come socialista riformista alle elezioni amministrative di inizio 1911 ma, pur ottenendo 9651 voti, non viene eletto. Nel dicembre 1912 si trasferisce da via Solari 54 a Corso Sempione 125, lavora sempre come capo-tipografo presso l’Unione Cooperativa, che ha sede in Corso Sempione 2. Nell’aprile 1914 trasferisce la sua abitazione in via Vepre 17a, e nel febbraio 1915 in via Borgognone. Nel febbraio 1916 si trasferisce da Milano a Calco (Co) in una villetta di proprietà di Pietrina Brugnoni vicino allo scalo ferroviario di Olgiate Molgora, da dove parte e ritorna in treno per il lavoro. L’1.10.1916 si trasferisce a Merate (Co) nella casa di Natale Colombo. In seguito risiede per qualche tempo anche a Como. Il 24.5.1917 viene denunciato dalla Questura di Milano alla locale Pretura per lesioni inflitte a Cristoforo Parcelli. Nel novembre 1917 è fautore della necessità della guerra e cerca di “tenere alto il morale della popolazione” con discorsi, come quello tenuto a Merate il 21.10.1917 sul tema ‘La Guerra Mondiale: chi la provocò e chi la subì’. Si trasferisce di nuovo a Milano intorno al 1920, con la conseguente radiazione dall’elenco dei sovversivi della provincia di Como. Nel dopoguerra sostiene i partiti dell’ordine, tanto che nel giugno 1930 viene radiato dallo schedario dei sovversivi di Milano. Cimnaghi viene condannato nel 1937 dal Tribunale di Milano per appropriazione indebita, ma la condanna rimane senza effetto perché amnistiato. Muore a Milano nel 1940. Questa informazione, però, non viene fornita al Cpc, i cui funzionari, per le periodiche revisioni dei fascicoli individuali da loro conservati, si accorgono di non avere più informazioni su di lui dal 1930. Pertanto il 16.11.1941 il Cpc chiede aggiornamenti alla Prefettura di Como, la quale, a sua volta, il 26.11.1941 ne chiede alla Prefettura di Bergamo, che il 2.12.1941 trasmette alla Prefettura di Como e al Cpc solo le informazioni su Cimnaghi contenute nel Casellario Giudiziale, che si riferiscono al 1937. E’ ancora il Cpc che il 18.2.1942 chiede alla Prefettura di Como e a quella di Bergamo “di disporre ulteriori accertamenti per il rintraccio del predetto, fornendo ogni utile informazione sulla di lui attuale condotta politica”. Il 27.3.1942 il Prefetto di Como, sulla base del fatto che Cimnaghi ha da tempo lasciato la città, scarica la richiesta del Cpc sulla Prefettura di Bergamo, anche per via del fatto che la Questura di Milano, richiesta di informazioni da Como, il 20.3.1942 aveva risposto che “il Cimnaghi in oggetto non figura iscritto presso il locale Ufficio anagrafe. A carico del medesimo non si riscontrano in questi atti precedenti di sorta”. Così, è di nuovo la Prefettura di Bergamo a doversi occupare della questione legata al rintraccio di Cimnaghi, morto ormai da due anni. Il maresciallo di Ps Tito Calanca, in servizio alla squadra politica della Questura di Bergamo ma dipendente dalla Prefettura, predispone la risposta per il prefetto di Bergamo, che il 31.3.1942, rivolgendosi al Cpc e alle Prefetture di Como e Milano, osservando che “da nuovi accertamenti eseguiti presso il locale ufficio di stato civile è risultato che la persona in oggetto indicata è tuttora in vita”, scarica a sua volta la questione della localizzazione di Cimnaghi alla Prefettura di Milano, invitandola a disporre nuove indagini sulla base dell’argomento che, essendo stato condannato nel 1937 dal Tribunale di Milano, è molto probabile che Cimnaghi risieda a Milano o in provincia. Tale argomentazione viene fatta propria dal Cpc, che il 21.4.1942 assegna formalmente alla Prefettura di Milano il compito delle indagini. Finalmente, il 12.5.1940 la Prefettura di Milano comunica al Cpc e alle Prefetture di Como e Bergamo che Cimnaghi è morto a Milano il 14.9.1940. Cpc, b. 1346, 1903-1942, scheda biografica. (L. Citerio, G. Mangini, R. Vittori)
Familiari
Cimnaghi Pasquale (padre)
Nato nel 1815, negoziante.
Fassetti Rachele (madre)
Ciniselli Ida, detta Irma (moglie)
Cimnaghi Ugo (figlio)
Cimnaghi Giuseppe Elia (fratello)
Nato a Bergamo il 16.3.1881.
Luoghi di residenza
Bergamo Lombardia Italia (1872/10/14 - 1898/08/18) Milano Lombardia Italia (1898/08/18 - 1898) Lugano Canton Ticino Svizzera (1898 - 1898) Buenos Aires Argentina (1898 - 1902) San Paolo San Paolo Brasile (1902 - 1903) Milano Lombardia Italia via Solari n. 54 (1903 - 1916) Calco Lombardia Italia (1916 - 1916/10/01) Merate Lombardia Italia (1916/10/01 - 1920) Milano Lombardia Italia (1920 - 1940)
Fatti notevoli
Appartiene alla Consociazione socialista, ,prima di Bergamo e poi di Milano
1898
In seguito alle vicende del maggio 1898 a Milano, ripara in Svizzera.
1898 - 1902
Si trasferisce in Argentina, a Buenos Aires, dove collabora al periodico anarchico «L'Avvenire». Viene espulso nel 1902.
1902 - 1903
Viene ospitata a San Paolo del Brasile dal pasticcere anarchico Tobia Boni.
1908
A Milano si avvicina alla Camera del Lavoro e alla Società Umanitaria su posizioni di socialismo riformista.
1917
E' su posizioni filo-interventiste.
Relaz. con altri soggetti
Boni Tobia (anarchico emigrato)
ACS, Cpc, b. 733
In rubrica di frontiera
no
In bollettino ricerche
no
Esclusione dallo schedario
Data di esclusione
1942
Altre fonti archivistiche
(ACS-CPC) Archivio centrale dello Stato (Roma), Casellario Politico Centrale
Busta 1346, Fascicolo
Riferimenti bibliografici
DBAI 2003
riferimento pp. 404-405.