Profilo sintetico riassuntivo
Nato il 24.12.1900 a Bedulita (Bg), dove vive in Capetrobelli, contadino, antifascista, scheda biografica. La domenica 12.6.1932, mentre si trova nell'osteria di Battista Mazzoleni a Bedulita, Angiolini commenta sarcasticamente la visita di Starace a Bergamo, dicendo che non sarebbero bastate 200.000 lire per sfamare le persone accorse a Bergamo per la visita del gerarca fascista, “maiocconi che succhiano il sangue di poveri, gente ladra che si associa per fare del male”. Rimproverato dal fascista Giovanni Mazzoleni (di Giovanni e Sidonia Moscheni, nato a Bedulita nel 1863, residente in frazione Cà Denerino), che gli intima di smetterla, Angiolini per tutta risposta, come riferisce lo stesso Mazzoleni nella sua deposizione del 24.6.1932, «adirato per il mio intervento mi disse “Giacché anche te sei d’accordo coi Fascisti comincia a pigliare queste” colpendomi con bicchiere alla testa e tempestandomi di pugni tanto da produrmi delle lesioni al capo guaribili in giorni otto». In precedenza sono annoverate a carico suo minacce e aggressioni a fascisti del luogo. Viene arrestato il 27.6.1932. La Commissione Provinciale per il confino di polizia il 23.7.1932 lo assegna a 2 anni di confino, destinazione Pisticci (Mt), perché “il medesimo ha svolta attività diretta a contrastare ed ostacolare l’azione dei poteri dello stato” ed è ritenuto “un pericolo per l’ordine nazionale”. Il 23.7.1932 Angiolini scrive una lettera alle autorità in cui dichiara di aver frequentato i fascisti e di aver partecipato alle loro squadre d’azione, ma di non aver potuto iscriversi perché i genitori erano contrari, di aver riprovato ad iscriversi nel 1924 ma i genitori hanno minacciato di mandarlo via di casa perché contrari a tessere di partito per i figli, che alle elezioni ha svolto attiva propaganda per i fascisti e, per provarlo, chiama a testimoniare vari esponenti fascisti locali, giurando di non essere bolscevico ma fascista. Tre giorni dopo presenta ricorso contro il provvedimento di assegnazione al confino politico. Il 16.11.1932 la Questura di Bergamo comunica ai Cc di Almenno S. Salvatore il proscioglimento dal confino per atto di clemenza di Mussolini e ordina attenta sorveglianza, che dura fino al 1938. Dopo il proscioglimento sembra aver dato prova di ‘ravvedimento’, ma viene incluso nell’elenco delle persone da arrestare in determinate circostanze e vigilato. Nel fascicolo è conservato il foglio dactiloscopico con le sue impronte digitali, oltre ad una fotografia personale e a quella segnaletica. Cpc, b. 140, 1932-1942, scheda biografica; ACS, Confino politico, b. 29, fasc. 382; Antifascisti nel Cpc, vol. 1, p. 222. (G. Mangini, R. Vittori)