Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Trieste il 2.11.1904, socialista, medico psichiatra. Suo padre era dalmata, di Sebenico, sua madre triestina. Dopo la separazione dei suoi genitori, vive con la madre a Trieste, dove frequenta il liceo e poi la facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università locale. Dopo un anno si trasferisce all’Università di Bologna e poi a quella di Firenze, dove aderisce all’Unione goliardica per la libertà e poi alla Giovane Italia, associazione antifascista in cui sono presenti anche altri triestini (Bruno Pincherle, Leo Valiani, Gastone Canziani, che in seguito diverrà suo cognato). Per l’anno accademico 1926-27 si trasferisce insieme all'amico Gastone Canziani all’Università di Torino, dove i due studiano con il neuropsichiatra Ernesto Lugaro. In seguito all’attentato al re della fiera di Milano del 12.4.1928, Chiabov viene arrestato il 29.4.1928. La Commissione Provinciale per il confino di polizia di Trieste il 25.6.1928 lo assegna al confino di polizia per 5 anni, che in seguito ad appello vengono ridotti a due. Quando è ancora studente a Torino, il 3.2.1929 dalla Prefettura di Trieste viene aperta la sua scheda biografica con la seguente annotazione: “Non ha ricoperto cariche nella pubblica amministrazione, non ha appartenuto né è iscritto ad alcun partito. Non ha influenza su elementi socialisti, e non ha risieduto mai all’estero. E’ stato in corrispondenza epistolare con amici che professano idee politiche sovversive, ma non ha appartenuto ad associazioni sovversive di mutuo soccorso. Non ha collaborato alla redazione di giornali sovversivi, e riceveva il giornale «Pietre» che si stampava a Genova, il quale, sotto la parvenza della diffusione culturale, nascondeva un programma politico antifascista. Ha fatto propaganda fra gli studenti con scarso profitto, e non lo si ritiene capace di tenere conferenze. Verso le Autorità tiene un contegno corretto e riservato; non ha preso parte a manifestazioni politiche d’indole sovversiva. Faceva parte della associazione segreta ‘Giovane Italia’, che si proponeva di sovvertire il Regime, anche con mezzi violenti, ed in Trieste svolse opera per la costituzione di un gruppo di detta associazione. Ritenuto pericoloso alla sicurezza nazionale dello Stato, la locale Commissione provinciale, alla quale era stato proposto, lo assegnava al confino di polizia per anni cinque con ordinanza del 25 giugno 1928. Destinato alla colonia di Ponza, vi giunse in traduzione il 21 agosto 1928. La Commissione d’Appello nella seduta del 19 dicembre 1928, accogliendo parzialmente il suo ricorso avverso il provvedimento, ridusse il periodo di confino ad anni due”. Durante il periodo del confino prosegue gli studi e periodicamente viene accompagnato a Torino per sostenere gli esami del sesto anno del corso di medicina, soggiornando in una pensione sotto sorveglianza. Ciò accade l’1.6.1929, rientrando a Ponza il 13.7.1929, e il 6.10.1929, rientrando a Ponza l’11.11.1929. Il 26.1.1930, prosciolto dal confino, lascia Ponza e il 30.1.1930 rientra a Trieste. Il 2.7.1930 a Torino si laurea in medicina con una tesi sul morbo di Basedow in gravidanza e il 18.7.1930 torna a Trieste, dove risiede in via Genova 3. Tra la fine del 1930 e gli inizi del 1931 sostiene gli esami di Stato per la professione medica all’università di Padova. Nel febbraio 1931 si trasferisce a Milano in cerca di occupazione e il 14.4.1931 lavora come medio praticante presso l’ospedale psichiatrico provinciale di Mombello. Dall’ottobre 1931 si trasferisce a Bergamo presso l’Ospedale Psichiatrico in via Borgo Palazzo 130, collaborando con lo psichiatra ebreo dr. Giuseppe Muggia, da poco giunto a Bergamo da Sondrio come direttore del locale ospedale neuro-psichiatrico, che in seguito alle leggi razziali del 1938 perderà il lavoro e poi finirà deportato ad Auschwitz, dove verrà subito mandato alla camera a gas. Chiabov si sposa con Virginia Scalarini, dalla quale ha tre figlie, Bianca, Anna e Dora, tutte nate a Bergamo. La sua corrispondenza viene costantemente controllata. La Prefettura di Bergamo, che lo vigila continuamente, fino all’ottobre 1940 non annota fatti significativi sulla sua scheda biografica, tanto che il 21.10.1940 compare la seguente annotazione: “In seguito al nulla osta del Ministero è stata tolta al Chiabov la qualifica di schedato, ferma restando la sua inclusione nel novero dei sovversivi comuni per la generica vigilanza”. Nel marzo 1941 viene sospesa anche la revisione della sua corrispondenza. In seguito all’allontanamento del dr. Muggia, Chiabov ritorna a Milano il 7.7.1941 in via Omboni 7, lavora come medico presso ‘Villa Fiorita’ a Brugherio (Mi). Radiato nel 1941. Dopo l’8.9.1943 aderisce alla resistenza ed entra in clandestinità. Il suo pseudonimo da partigiano è Andrea. La sua casa milanese e quella del paese di Caldé (Va), sul lago Maggiore, diventano uno dei principali punti di riferimento organizzativi della Resistenza per documenti, armi, cibo. Sua moglie svolge un ruolo fondamentale nel collegamento tra il Cln di Milano e quello di Bolzano per l’aiuto fornito a molti internati che rischiavano la deportazione e che grazie a lei e ad altri verranno salvati. Chiabov diventa uno dei principali collaboratori di Ferruccio Parri come responsabile dei servizi sanitari del Cln Alta Italia. Anche subito dopo la fine della seconda guerra mondiale continua la sua collaborazione con Parri come ispettore del Ministero dell’assistenza post-bellica. Dopo essersi separato dalla moglie nel 1945, nel 1946 ritorna a Trieste, dove muore di tubercolosi il 18.6.1951. Cpc, b. 1287, scheda biografica, 1929-1941. (L. Citerio, G. Mangini, R. Vittori)