Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Badia Polesine (Ro) il 11.11.1872, domiciliato a Riva di Solto (Bg), socialista, sospetto anarchico, schedato, licenza elementare. La sua scheda biografica viene aperta il 20.9.1901 dalla Prefettura di Rovigo. Nell’aprile 1899 emigra in Austria, dove sembra aver dato luogo ad imprecisate “manifestazioni anarchiche”. Nel 1901 viene condannato dal Tribunale di Innsbruck ad un anno di carcere per avere dato due pugni ad un austriaco che aveva offeso l’Italia e il Re, e per offesa all’imperatore Francesco Giuseppe, inoltre nella perquisizione della sua valigia viene trovato un Canzoniere dei ribelli. La sua pena nel carcere di Kopgarten termina il 24.3.1902, quando viene accompagnato ad Ala di Trento e da qui a Rovigo il 2.4.1902, poi a Badia Polesine. Dal 1902 è a Riva di Solto (Bg) come assistente minatore della ditta Damioli per la costruzione della strada consorziale Riva di Solto – Castro, A Riva di Solto si sposa con Genoveffa Pierina Gallizioli, che gestisce una rivendita di generi di privativa. Il 7.1.1914 nasce il figlio Antonio. Chieregato a Riva di Solto è l’unico a leggere l’«Avanti!». Dal 1913 al 1914 è assunto come assistente dalla Provincia di Rovigo, dal 1915 al 1916 lavora per la ditta dell’Ing. Paolo Zocchi di Biella, che opera nel Genio Civile al fronte, zona di Cividale; dal 1916 al 1919 è sorvegliante assistente dei lavori per la derivazione del torrente Tinazzo per la ‘Soc. An. Franchi-Gregorini’, come certifica in data 10.12.1919 il direttore tecnico dell’Uff. Tecnico Impianti Idroelettrici ing. Carlo Tofano. Dopo la fine della prima guerra mondiale, sua moglie lavora anche come dispensiera del Circolo operaio socialista di Riva di Solto. Dal 25.6.1923 Chieregato è in Francia, a Neuilly Plaisance (dipartimento Senna-Saint-Denis, regione Île-de-France). Chiede il passaporto al Consolato Generale d’Italia a Parigi e rimpatria il 24.11.1924, dove viene subito sottoposto a perquisizione domiciliare e personale il 30.11.1924, con esito negativo. Dopo la perquisizione i Cc di Tavernola Bergamasca lo arrestano e lo traducono a Bergamo a disposizione della Questura per eventuali provvedimenti. Il 5.12.1924 viene interrogato presso la Questura di Bergamo. Quello che segue è il verbale delle sue dichiarazioni: “(..) Durante la guerra non prestai servizio militare essendo della classe 1872, ma fui al fronte a lavorare alle dipendenze dell’Impresa Zocchi Ing. Paolo e C. nel territorio della 3a Armata, zona 5a del genio Militare, dal marzo al settembre 1916. Emigrai in Francia nel 1923, al 25 giugno, e mi occupai nella impresa Dronard e fratelli a Saint Léger sur Vouzance, ove rimasi sino al dicembre dello stesso anno. Fui alle dipendenze della stessa ditta ad Ham per tre mesi. Dopo mi recai a Crei per lavorare nella costruzione di uno stabilimento per riparazioni macchine. Vi rimasi un mese solo, e poscia andai in uno zuccherificio in Longwy, rimanendovi due mesi. Andato a Noyci-Lec vi rimasi otto mesi adibito alla bruciatura delle spazzature. Nel marzo 1925 mi occupai in qualità di facchino nella fabbrica di liquori di Pautan della Ditta Felice Pautan e vi rimasi tre mesi. Nel giugno 1925 andai a Parigi e mi occupai quale manovale alla costruzione di baraccamenti per la Stazione dell’Est rimanendovi tre mesi. Attualmente ero occupato quale manovale alla Ditta Drouard Frères Mont-Saint-Aignan, costruzioni case civili di Parigi. Ultimamente avevo chiesto al Consolato Generale Italiano di Parigi la regolarizzazione del mio passaporto, perché avevo intenzione di tornare a casa in Riva di Solto per le feste di Natale. Poiché faceva molto freddo a Parigi ed era stato perciò fermato il lavoro, sono ritornato il giorno 24. Per ora non ho intenzione di tornare in Francia, ma qualora non dovessi trovare lavoro rimunerativo, cercherò di ritornarvi. Posso giurare sulla testa di mio figlio che non sono stato mai di principi anarchici, né inscritto mai a nessun partito. Fui condannato in Austria nel 1901, quando ero ancora giovane per parole inconsideratamente pronunciate in epoca che notoriamente gli italiani era quasi perseguitati in Austria. Non mi sono mai occupato né mi occupo di politica, e giro il mondo per guadagnare qualcosa più che in Italia per la mia famiglia, non potendo vivere in Riva di Solto col semplice negozietto di privativa e generi alimentari diversi che ha mia moglie e pel quale è stata tassata recentemente per lire quattromila di ricchezza mobile. Credo di essere un onesto operaio, e che nessuno può farmi degli addebiti specifici in linea politica. Adesso sto cercando di occuparmi preferibilmente a Lovere presso la Franchi Gregorini ove ho già lavorato diversi anni fa e precisamente nel 1916, 17, 18 e 19. Letto, confermato, sottoscritto. Chieregato Leopoldo; Ludovico de Simone Commissario di PS”. Dall’1.6.1926 si trasferisce a Vezza d’Oglio (Bs) per lavorare come assistente presso l’impresa del Cav. Martino Ferrari, dove è incaricato di custodire e distribuire gli esplosivi agli operai. Il suo contratto scade il 16.8.1926, ma nel luglio 1926 i suoi supposti precedenti inducono la Sotto-prefettura di Clusone a segnalarli alla ditta Ferrari, che a sua volta ne informa il sotto-prefetto di Breno. Questi, venuto a conoscenza del fatto che un sospetto anarchico custodiva esplosivi, lo fa licenziare e rimpatriare d’autorità a Riva di Solto con foglio di via obbligatorio. Da quel momento vive del lavoro della moglie, che nel frattempo a Riva di Solto ha ottenuto la licenza per un piccolo negozio di frutta, verdura e chincaglieria. Le condizioni economiche della famiglia sono difficili: nel 1928 cerca di iscriversi al Pnf, senza riuscirvi, mentre nel 1929 sua moglie chiede aiuto al podestà di Riva di Solto, il conte Camillo Martinone. Questi riesce a procurare possibili impieghi come operaio, ma Chieregato risponde di non essere operaio bensì assistente di cantiere. La moglie inoltra poi un ricorso per ottenere la cancellazione della qualifica di schedato del marito, allo scopo di facilitare una possibile assunzione. Gli stessi Cc di Bergamo, anche in considerazione dell’età di Chieregato, nell’agosto 1929 sono favorevoli al provvedimento. Nel rapporto della Prefettura di Bergamo del 2.9.1929 al Cpc viene riportato che “nel 1925 il Chieregato rimpatriò dalla Francia e si diede ad aiutare la moglie nella gestione della Cooperativa. Egli non faceva mistero di appartenere a partiti sovversivi, ostentando una assidua lettura di giornali e propaganda nelle lotte elettorali. Il contegno del Chieregato e della moglie diede luogo alla chiusura del Circolo operaio ed al ritiro della licenza di rivendita di generi di privativa e di vendita di vino e di superalcoolici alla moglie del Chiregato”. Radiato il 12.10.1929. Nel fascicolo è conservato un suo ritratto fotografico e il suo passaporto, rilasciato dalla Sotto-prefettura di Clusone il 18.6.1923 con i timbri di Francia e Svizzera. Cpc, b. 1299, scheda biografica, 1901-1942, misuratore. (L. Citerio, G. Mangini, R. Vittori)