Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Bergamo il 11.8.1896, avvocato, popolare non iscritto al partito, fratello di Antonio, a sua volta compreso nell’elenco dei sovversivi. Si sposa il 23.2.1922 con Agnese Cottinelli. Dal 1924 fino agli inizi del 1927 è direttore della filiale di Agen (Francia) della Banca Commerciale Franco-Italiana, che però è in via di fallimento. Nella cittadina francese è iscritto alla ‘Lega dei Diritti dell’Uomo’. Il 31.3.1927 Cavalli rientra a Bergamo per accompagnare la moglie in non buone condizioni di salute, prendendo alloggio a Bergamo presso la casa paterna in piazza Dante 3 e ripartendo per la Francia il 25 aprile successivo. Nel segnalare l’arrivo di Cavalli a Bergamo il console d’Italia a Tolosa il 29.3.1927 scrive al prefetto che Cavalli “pur non dovendo esser considerato pericoloso, è tuttavia persona di più che dubbia fede nazionale”. Nel giugno 1927 Cavalli presenta domanda per essere nominato vice-pretore onorario presso il Mandamento di Bergamo, ma la domanda non ha esito. Dopo il rientro in Francia lavora a Parigi presso il Banco di Roma, da dove viene licenziato in seguito all’intervento della Segreteria Generale dei fasci all’estero. Il 30.11.1927 Cavalli rientra a Bergamo con la moglie e prende alloggio presso l’abitazione dei genitori in piazza Dante 3. Il 4.12.1927 la Sezione Prima della Direzione Affari Generali e Riservati della Direzione Generale di Ps del Ministero dell’Interno indirizza ai prefetti di Bergamo, Cremona e Bologna, oltre che al questore di Roma e all’Ambasciata italiana a Parigi, una lettera riservata e firmata dal capo della polizia nella quale viene citata un’informativa pervenuta al Ministero dell’Interno dalla segreteria generale dei fasci italiani all’estero, che riferisce di un banchetto tenuto il 9.10.1927 ad Agen tra agricoltori antifascisti italiani. I fascisti italiani di Agen, dopo il banchetto, interrogano il proprietario del ristorante dove si è svolto il banchetto, un Barbieri di Cremona iscritto al Pnf, allo scopo di individuare i partecipanti. Barbieri, tuttavia, “garbatamente ci ha risposto che faceva il ristoratore e non la spia”. Nonostante ciò, i fascisti di Agen riescono ad individuare alcuni dei presenti al banchetto: Vitali e Morbini di Bergamo, De Ambris, Ardigò di Soncino (Cr) Ciccotti, Ferrari, Mazzoni di Budrio (Bo), i fratelli Camuzzi, Camerini, Guzzani, Vischi, De Poli (venuto appositamente da Parigi, il quale rientra la sera stessa nella capitale francese in compagnia di De Ambris). Il Ministero dell’Interno chiede pertanto ai destinatari dell’informativa di identificare con precisione e raccogliere informazione sulle persone citate. Su Cavalli, in particolare, il Ministero aggiunge un commento significativo: “E’ degno di nota che l’antifascista Cavalli sia impiegato presso la sede di Parigi del Banco di Roma”. La sera del 4.1.1928 viene notato dagli agenti della squadra politica della Questura tra gli intervenuti alla conferenza dall’onorevole Innocenzo Cappa, tenuta a Bergamo nel teatro della Casa del fascio. Intanto, l’11.1.1928 i Cc di Bergamo sono in grado di fornire al prefetto di Bergamo (e questi al Ministero dell’Interno) informazioni a proposito di alcuni nominativi segnalati in precedenza come intervenuti al banchetto di Agen: “si ritiene quasi con certezza di individuare nel Vitali, il nominato Vitali Emilio di Battista e di Ermanni Teresa nato a Ciserano il 14.11.1898, maestro di scuola; nel Ferrari, il nominato Ferrari Giuseppe fu Agostino e fu Passera Domenica, nato ad Arcene il 4 ottobre 1896, operaio; e nell’Ardigò il nominato Ardigò Settimo di Giovanni. Secondo e fu Chiappa Raffaela nato a Ricengo (Cremona) il 12 agosto 1890, domiciliato ad Antegnate, operaio. Tutti emigrati per la Francia da circa 4 anni”. Il 12.1.1928 lo stesso ufficio del Ministero dell’Interno informa le Prefetture di Bergamo e Udine che tra i partecipanti al banchetto di Agen, oltre che il friulano Ernesto Baradello (di Sante, nato a Latisana, 60 anni, residente a La Salle di Brax dove ha un appezzamento di terra, come suo fratello, Luigi Alberto, che risiede a S. Salvy), è stato individuato Emilio Vitali, “di circa 30 anni nato a Bergamo e più precisamente in località sita nei dintorni immediati di tale città è attualmente impiegato in qualità di piazzista dei prodotti della ‘Ruche Agricole Cooperative’ diretta dal noto fuoruscito antifascista Francesco Ciccotti”. Su entrambi i nominativi vengono chieste ulteriori e più precise informazioni.
Il 18.1.1928 il comandante dei Cc di Bergamo, il maggiore Pietro Testani, risponde ancora una volta alla richiesta ministeriale di informazioni: “il casato Vitali è comune anche a Bergamo. Questo Comando ritiene quindi possa trattarsi di certo Vitali Guglielmo anarchico schedato, che abita in via Tassis 22 (città Alta) e che attualmente trovasi in Olanda”, ma si tratta di un errore, dato che il Vitali citato nella prima informativa è proprio Emilio Vitali, non il Guglielmo anarchico. La ricerca di informazioni per identificare i partecipanti al banchetto di Agen, comunque, prosegue. Il 25.1.1928 il console italiano di Tolosa, Luigi Maccotta, scrive al prefetto di Bergamo per avere notizi su Giuseppe Morbini “di circa 27 anni nativo di Bergamo attualmente residente ad Agen dove rappresenta un tal Savoldi (Mario, di Pietro, di Antegnate) commerciante di qui”. Alla fine del 1928 Cavalli chiede e ottiene il rinnovo del passaporto: il 24.12.1928 il vice-brigadiere Calanca, della squadra politica della Questura di Bergamo, pur richiamando la vicenda sopra citata, nella sua nota al questore scrive che “si fa presente che in Bergamo non consta che s’interessi di politica, anzi per il tempo che dimora in questa città non ha mai dato luogo a rimarchi con la sua condotta in genere”. Il passaporto gli viene rilasciato lo stesso 24.12.1928 e Cavalli già il 26 si reca a Tolosa per liquidare alcuni fondi di sua proprietà, rientrando a Bergamo il 29.12.1928. Il Consolato italiano di Tolosa il 15.4.1929 informa il prefetto di Bergamo che Cavalli, oltre a partecipare a tutte le adunanze antifasciste di Agen, “essendo fallito l’istituto bancario di cui egli era direttore, il ‘Credit Franco-Italien’, si vuole che egli andasse propagando la voce che il capo del Governo Italiano avesse voluto il fallimento della banca allo scopo di colpire gli antifascisti e gli emigrati in genere. In seguito all’intervento della Segreteria generale dei Fasci all’Estero fu licenziato dal banco di Roma, ove prestava servizio in qualità di impiegato”. Nel 1929 Cavalli è segretario della direzione presso la filiale di Bergamo della Banca Commerciale Italiana e nel mese di novembre gli viene concesso il passaporto per Francia, Svizzera e Spagna per ragioni professionali, rinnovato anche nel 1932 per le stesse ragioni. Il 28.4.1932 il prefetto di Bergamo segnala al Ministero dell’Interno la sua partenza per Tolosa, da dove rientra dopo 3 giorni. Agli inizi del novembre 1932 dalla località francese di Tonneins, in un plico indirizzato alla famiglia del capitano Longoni in via della Milizia a Bergamo, viene spedito un ritaglio del giornale di Tolosa «La Depeche» del 20.10.1932, che contiene un articolo sul processo per il fallimento della Banca Franco-Italiana, nel quale è citato anche Cavalli, accusato di avere stornato alcuni fondi della banca. La busta viene intercettata alla posta dalla polizia fascista di Genova, trasmessa alla Prefettura di Bergamo e ora si trova fra le carte conservate nel fascicolo. Identici plichi, a loro volta intercettati, tutti con il timbro postale del 2.11.1932 di Tonneins e indirizzati a Bergamo, sono destinati al direttore della Banca Commerciale Italiana di Bergamo, all’avvocato Mario Monzini e ad Agnese Cottinelli. A proposito di tale spedizione, il prefetto di Bergamo il 16.11.1932 riferisce al prefetto di Genova con un’informativa ‘riservatissima raccomandata’: “dagli accertamenti eseguiti risulta che il capitano Longoni è in relazione d’amicizia con la famiglia del Cavalli che fu impiegato anni addietro presso la banca Franco-Italiana ed è attualmente alle dipendenze della filiale di Bergamo della banca Commerciale Italiana, mentre l’avv. Monzini ne è cognato e la signora Agnese Cottinelli moglie. Non si è potuto identificare lo speditore dei plichi; comunque è da ritenere si tratti di persona che abbia conosciuto il Cavalli in Francia e si è data premura di farlo sfigurare presso parenti e conoscenti, inviando loro il resoconto del processo che lo riguarda”. Nel 1933 il Ministero dell’Interno chiede alla Prefettura di Bergamo un parere sull’opportunità della radiazione di Cavalli dallo schedario dei sovversivi. Interrogato in proposito, il brigadiere Calanca il 19.6.1933 risponde che Cavalli, pur essendo stato in passato “di tendenze popolari, non ha mai dato luogo a lagnanze con la sua condotta specie politica. Non è inscritto al P.N.F. ma nei suoi riguardi si dimostra indifferente perciò si lascia arbitro il superiore ufficio per il parere favorevole o meno alla sua radiazione dallo schedario dei sovversivi”. Radiato il 19.9.1933. Muore a Villa di Serio il 7.3.1971. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia. (G. Mangini, R. Vittori)