Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Bergamo il 9.6.1889, sposato il 19.5.1920 con Teresa Caterina Maria Crotti, ha un figlio, Averardo, e abita in via Borgo Canale 16. Dal 19.11.1923 lavora come capo-gruppo elettricista alla Dalmine. Dalla Questura di Bergamo viene definito “fervente antifascista”. Come rileva il brigadiere Luigi Guidolotti della Squadra politica della Questura in una nota interna del 21.9.1927, “più volte lo si vede in compagnia di persone della stessa fede, e cioè di carattere sovversivi, ma i Fascisti del Gruppo Rionale di Città Alta non hanno mancato di richiamarlo al dovere ed anche di dargli una meritata lezione. Attualmente però, visto che i fascisti lo tengono d’occhio si mantiene calmo e disinteressato da qualsiasi attività, ma occorre vigilarlo attentamente riferendo ogni sua emergenza”. Pochi mesi dopo, il giudizio sul suo conto cambia radicalmente, come emerge dalla relazione inviata il 7.3.1928 dal Commissario di Ps di Città Alta, Palmarini, alla Questura: “la sua condotta morale e politica non ha mai dato motivo a rimarchi, e quantunque il medesimo non sia iscritto al partito fascista, pur tuttavia non è elemento ostile all’attuale Regime, né comunque pericoloso alla causa Nazionale, perché mai ha svolto attività politica: non è da ritenersi un elemento sovversivo. Non frequenta persone che sono contrarie al Governo Nazionale, e gli stessi fascisti danno sul di lui conto buone informazioni. Dal giorno della sua assunzione, sino ad oggi non ha mai commesso alcuna infrazione sul lavoro, e quasi ogni domenica lavora tutta l’intera giornata. I rimarchi che si possono fare al Cattaneo è solo perché nel 1919 e 1920 leggeva alcune volte l’Avanti, ma però in quel periodo di tempo non era iscritto a partiti sovversivi. Nel luglio 1927 nelle vicinanze del laboratorio ove egli lavorava furono scritte alcune frasi sovversive, ed il Cattaneo in unione ad altri quattro operai, veniva fermato e subito rilasciato, perché lo si riteneva autore degli scritti, ma poi si venne a conoscenza che i suddetti furono da un operaio del reparto, per gelosia di mestiere, ingiustamente calunniati”. Radiato il 29.6.1933. (L. Citerio, G. Mangini, R. Vittori)