Casazza Guglielmo

n. busta
28
n. fascicolo
854
Primo estremo
1928
Secondo estremo
1934
Cognome
Casazza
Nome
Guglielmo
Presenza scheda biografica
no
Luogo di nascita
Data di nascita
1876/03/06
Livello di istruzione
laurea Medicina
Professione
medico
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Carpineto (Re) il 6.3.1876, medico chirurgo, antifascista. Un fratello, Gugliemo, risiede a Zogno, un altro, avvocato Fernando, è iscritto al Pnf dal 1925 quando era in Sardegna, poi si trasferisce a vivere con Guglielmo in Valle Brembana. La sua famiglia d’origine nel 1878 si era trasferita a Bedonia (Pr) quando aveva 2 anni. Nel corso del tempo subisce alcuni provvedimenti giudiziari, ma nel suo fascicolo sono riportate solo le condanne subite e non le circostanze che le hanno determinate: il 30.4.1907 la Pretura di Gargnano (Bs) lo condanna a 30 lire di multa per ingiurie; l’8.5.1909 la Pretura di Bassano (Vi) lo condanna a 20 giorni di reclusione per oltraggio; il 30.9.1912 il Tribunale di Sarzana (Sp) lo condanna a 12 giorni di reclusione per minaccia e porto di coltello; il 27.12.1917 la Corte d’Appello di Modena lo condanna a 4 mesi di reclusione e 200 lire di multa per manifestazioni contro la guerra; il 27.5.1918 il Tribunale di guerra di Bologna deve giudicarlo per insubordinazione ma la decisione finale è di non luogo a procedere per infermità mentale. Fino all’8.5.1925 risiede a Parma, strada provinciale di Langhirano n. 28. Affetto da tubercolosi ossea, in seguito si trasferisce in provincia di Bergamo, a San Pellegrino, San Giovanni Bianco e Santa Brigida. Il 25.3.1927 viene denunciato dai Cc di Piazza Brembana per ubriachezza e bestemmie, viene condannato per l’ubriachezza ma assolto per le bestemmie per insufficienza di prove. Il 16.12.1927 la Pretura di Piazza Brembana lo condanna a 100 lire di ammenda perché esercita la professione di medico senza essere iscritto all’ordine professionale. Nel 1928 risulta domiciliato a Vigatto (Pr) ma residente a Valnegra (Bg). La sera del 23.2.1928 viene fermato da una squadra della Mvsn nella località Ghiaie di Almé con Villa (Bg) per aver pronunciato parole offensive contro Mussolini, consegnandolo in stato di ebbrezza ai Cc locali, dipendenti dal comando di Almenno San Salvatore (Bg). Per questo il 6.3.1928 viene condannato dalla Pretura di Almenno San Salvatore a 4 mesi di reclusione e a 400 lire di multa. Il 28.10.1928 l’ispettore di zona del Pnf della sezione di San Martino de’ Calvi (o Piazza Brembana), Donati, su carta intestata scrive una lettera alla Federazione provinciale fascista di Bergamo, in quel momento retta da Capoferri, per richiamare l’attenzione sul dr. Casazza: “è persona dedita al vino, subì parecchie condanne e pochi mesi fa venne condannato dal Pretore di Almenno a quattro mesi di carcere per offese al Primo Ministro. La Questura di Bergamo, poco tempo addietro, e appena il Casazza ebbe scontata la pena suddetta, gli fece il foglio di via obbligatorio, ma purtroppo egli ora è ricomparso in questi paesi ed è alloggiato a Santa Brigida. È noto a codesta federazione come in quel paese vi siano parecchi contrari al regime e quindi in quell’ambiente, già troppo inquinato, il Casazza è a ritenersi veramente pericoloso. Prego pertanto cod. Federazione perché voglia interessare della cosa la R. Questura in modo che il Casazza venga, al più presto, fatto ritornare al suo paese. Anche l’arma dei R.R.C.C. sta proponendo tale provvedimento. Ringrazio e saluto romanamente”. Il segretario federale fascista di Bergamo, Capoferri, accogliendo la richiesta di Donati, il 29.11.1928 si rivolge al questore Giovanni Guarducci chiedendo provvedimenti contro Casazza, allegando la citata lettera di Donati, conservata nel fascicolo, “con la più viva preghiera di compiacersi dare disposizioni in merito”. Il questore si ‘compiace’ di dare disposizioni in merito e il 9.12.1928 i Cc a Santa Brigida arrestano Casazza, che il giorno dopo viene tradotto in treno a Zogno (Bg). L’11.12.1928 il fratello di Casazza, avvocato Fernando, da Santa Brigida scrive una lettera al prefetto di Bergamo, nella quale dichiara che l’arresto è dovuto all’azione di alcuni medici dell’Alta Valle Brembana, che sfruttando le intemperanze verbali del fratello quando è ubriaco fanno credere alle autorità locali che sia un antifascista, ma il vero scopo di tale manovra è quello di eliminare un concorrente nell’esercizio della libera professione medica in Valle Brembana. In particolare, Fernando Casazza scrive che “una ridicolissima impalcatura ordita a Santa Brigida da qualche pazzoide (cosa che mi fu riferita, perché io sto sempre in casa) è quella di un’affissione che critica i passati e l’attuale reggitore del Comune di Averara. Sono convinto che questa pagliacciata è stata messa in opera per danneggiare anche il fratello”. Liberato dal carcere, gli viene vietato il ritorno a Valnegra ma gli è consentito di risiedere a Santa Brigida, dove vive con il fratello Fernando, che lo assiste. Intorno al 1931 si trasferisce a Ponte d’Adda (Pr). Dal 24.8.1932 al 7.11.1932 viene ricoverato nel manicomio provinciale di San Lazzaro di Reggio Emilia. Dopo essere stato dimesso viene accolta dalla sorella Rina a Parma, in località Ponte Dattaro 36, ma il 14.4.1933 viene di nuovo ricoverato a San Lazzaro. Il 4.9.1933 il maresciallo maggiore dei Cc di Zogno, Giovanni Ponti, invia alla Questura di Bergamo una nota informativa in cui scrive che Casazza “era incapace di professare coscientemente un’idea politica propria, perciò non era da considerarsi un antifascista, ma bensì un ammalato bisognoso di assistenza fisica e morale. Fu ritenuto antifascista soltanto per espressioni incomposte e per il contegno amorale in periodi di intossicazione alcoolica. Egli è stato più volte arrestato per ubriachezza”. In seguito a ciò, l’11.10.1933 viene radiato, ma l’effettiva esecuzione della radiazione viene subordinata, oltre che a quello del Ministero dell’Interno, anche al parere delle Questura di Reggio Emilia e di Parma, che però si dichiarano favorevoli. Nel dicembre 1933 Casazza ritorna a Santa Brigida, ma nel febbraio 1934 viene di nuovo tradotto al carcere di Bergamo per scontare 2 mesi di carcere per ubriachezza. Il 3.4.1934 viene dimesso dalle carceri di Bergamo ed avviato a Parma. Nel maggio 1934 si trova a Parma in via Langhirano 28. Radiato nel 1934. Cpc, b. 1140, 1928-1940. (L. Citerio, G. Mangini, R. Vittori)
Familiari
Casazza Emilio (padre)
Pretore.
Mussolini Maria (madre)
Casazza Fernando (fratello)
Avvocato
Casazza Gugliemo (fratello)
Casazza Rina (sorella)
Luoghi di residenza
Carpineto Emilia Romagna Italia (1876/03/06 - 1878) Parma Reggio Emilia Italia (1878 - 1925) Valnegra Lombardia Italia (1925 - 1928) Santa Brigida Lombardia Italia (1928 - 1931) Ponte d'Adda Emilia Italia (1931 - 1933) Santa Brigida Lombardia Italia (1933 - 1934) Parma Emila Italia (1934 - )
Sanzioni subite
carcere (1928/03/06 - )
Condannato a 4 mesi di reclusione 400 lire di multa per offese al capo del Governo.
In rubrica di frontiera
no
In bollettino ricerche
no
Esclusione dallo schedario
Data di esclusione
1933
Altre fonti archivistiche
(ACS-CPC) Archivio centrale dello Stato (Roma), Casellario Politico Centrale
Busta 1140, Fascicolo