Profilo sintetico riassuntivo
Nato il il 8.1.1900 a Calcio (BG), dove risiede in via Giovanni Piccioli 9. Carrettiere, sovversivo, il 19.9.1924 a Calcio si sposa con Santa Dell’Angelo, dalla quale ha 3 figli. Tra il 1920 e il 1925 è coinvolto in procedimenti giudiziari a suo carico da parte dei Tribunali di Milano (1920, oltraggio: assolto), Bergamo (1921, lesioni: assolto), Genova (1921, art. 170, capoverso 2° CP: multa e interdizione dai pubblici uffici), ancora Bergamo (1925, furto: assolto). Nel 1923 si iscrive al Pnf ma dopo alcuni mesi ne viene espulso ‘per indegnità’, anche se nel fascicolo non ci sono documenti che chiariscano il contenuto di tale formula. Il 6.3.1932 si trova in un locale pubblico di Calcio insieme ad altri, ma nel locale c’è anche un gruppo di 4 fascisti. Tra questi c’è anche il giovane Giovanni Zanetti, nato a Calcio il 19.9.1911, milite della Mvsn, che ad un certo punto si alza per andare al banco a ritirare un bicchiere di vino. Nel tragitto dal tavolo al banco si incontra con Cassago il quale, riferendosi al distintivo fascista portato dallo Zanetti, gli dice: “Cosa ne fai del distintivo del fascio all’occhiello? Mangi forse con quello?”. Di fronte alla reazione di Zanetti, Cassago ribatte che l’emblema del fascio gli da’ fastidio e gli suscita ripugnanza, dicendo di sentire l’impulso di sputagli addosso. Alla risposta di Zanetti, che lo invita a mostrare il coraggio di un tale gesto, Cassago effettivamente sputa sul distintivo del giovane fascista. Come riferisce Angelo Testa, console comandante della 14a legione della Mvsn di Bergamo che ne informa la Questura di Bergamo il successivo 11.3.1932, Zanetti avverte Cassago “che avrebbe riferito ai Superiori, a ciò il Cassago rispondeva che nulla importava e che era disposto anche di andare al Confino”. Il 5.5.1932 viene diffidato in Questura a Bergamo dal commissario di Ps Guido Masiero. Dopo la diffida viene periodicamente segnalato alla Questura. Nel 1932 lavora a Milano e rientra a Calcio ogni 15 giorni. Radiato nel 1939. (L. Citerio, G. Mangini, R. Vittori)