Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Cene (Bg) il 4.1.1892, operaio, sindacalista rivoluzionario. L’11.3.1910 la sua famiglia si trasferisce da Cene alle Case Popolari di via Luzzatti n. 8, nel quartiere Malpensata di Bergamo. Lavora come meccanico avventizio presso il deposito delle macchine ferroviarie di Bergamo, è amico di Alessandro Caglioni e di Giuseppe Papini. Si sposa il 28.7.1917 a Calavegno con Albina Torchiaro, dalla quale ha due figli nati a Bergamo, Orazio e Livio. In una nota riservata della Questura di Bergamo dell’11.12.1914 indirizzata al comando dei Cc di Bergamo, viene rilevato che Cassera “è in relazione intima con persone professanti principi libertari, con le quali è sempre in compagnia. Inoltre, si fa notare in tutte le manifestazioni di carattere sovversivo, e in occasione della conferenza dell’On. Battisti, venne espulso dal teatro Nuovo con altri sindacalisti ed anarchici”. Dal 1921 abita con tutta la famiglia in via San Bernardino a Bergamo e lavora come macchinista sui treni della linea della Valle Seriana. Il 12.6.1923 dalla Questura di Bergamo viene definito pericoloso in caso di moti in quanto “sovversivo audace, nemico del Governo”. Dalle posizioni libertarie passa a quelle socialiste, poi si iscrive al partito fascista rimanendovi fino alla fine del 1925, quando viene espulso per morosità dal 1922, pare abbia partecipato alla marcia su Roma e che ne abbia il relativo brevetto. Il suo nome compare tra i sottoscrittori del giornale socialista «Avanti!» del 30.6.1926. Tra gli altri nominativi viene segnalato anche quello di Fedele Monguzzi. Nel dicembre 1927, tuttavia, secondo la squadra politica della Questura, Cassera sta attivandosi per essere riammesso nel Pnf, ma nel maggio 1930 la reiscrizione non è ancora avvenuta, benché sia iscritto all’Associazione Nazionale Ferrovieri fascisti e al Dopolavoro ferroviario. Radiato nel 1930. (L. Citerio, G. Mangini, R. Vittori)