Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Villongo (Bg) il 31.3.1882, tecnico di pellami, antifascista. Viene riformato dal servizio militare. Sposato con Carmela Favini, ha 4 figli, il maggiore dei quali si chiama Lorenzo, nato nel 1911, poi morto tra le file delle truppe italiane mandate da Mussolini in Spagna per combattere contro le forze filo-repubblicane durante la guerra civile. Il 9.3.1913 il Tribunale di Bergamo dichiara il fallimento della ditta di Cassis. La Corte d’Appello di Brescia il 15.3.1919 lo condanna a 2 anni e 6 mesi di reclusione per bancarotta fraudolenta, poema poi amnistiata in virtù del RD del 5.10.1920. Nel frattempo il 17.4.1920 la Corre d’Appello di Milano lo condanna a 3 anni e 5 mesi di carcere per bancarotta semplice e falso in cambiali. I 3 anni della condanna gli verranno condonati tra il 1925 e il 1930. Il Tribunale di Busto Arsizio il 30.4.1926 lo dichiara fallito. Residente a Varese, l’1.3.1928 si trasferisce con tutta la famiglia a Napoli, dove risiede in via Bernardo Quaranta n. 27 e dove trova lavoro nella fabbrica di cuoiami ‘Musollino’, situata al Ponte della Maddalena, poi nel cuoificio ‘Lama’. Il 24.12.1929 il Tribunale di Varese gli infligge una condanna a 3 mesi di carcere per bancarotta e falso, con il condono dei 3 anni di carcere, spiccando comunque nei suoi confronti un mandato di cattura il 24.12.1929. La condanna viene confermata il 17.7.1930 dalla Corte d’Appello del Tribunale di Milano, che il 30.11.1930 emette mandato di cattura nei suoi confronti per fargli scontare i residui 3 mesi di carcere. Intanto, agli inizi del 1930 viene licenziato dal cuoificio di Napoli, pertanto lascia il capoluogo campano, dove invece rimane la sua famiglia, e si reca a Sarnico (Bg) per chiedere il nulla osta per la domanda di passaporto da inoltrare alla Questura di Bergamo. Il nulla osta gli viene concesso, ma il funzionario del Municipio di Sarnico che lo rilascia commette un involontario errore materiale, annotando sul documento la data di nascita e la maternità del fratellastro Giovanni. Tali dati compaiono poi sul suo passaporto, valido per la Svizzera, la Germania e la Francia. Con la concessione del passaporto Cassis raggiunge Marsiglia, dove risiede in rue Chevalier Paul 18 e dove lavora presso la conceria ‘Tanneries Marseillaises’, Chemin de la Commanderie e dove in seguito viene raggiunto dalla sua famiglia. A Marsiglia viene segnalato come antifascista. Nei suoi confronti viene emesso un mandato di cattura il 30.4.1931, che però viene revocato il 17.2.1933 per effetto dell’amnistia concessa il 5.11.1932 in occasione del decennale della marcia su Roma. In conseguenza di ciò, nel luglio 1933 Cassis si rivolge al Consolato Generale d’Italia a Marsiglia chiedendo di poter rientrare in Italia con la sua famiglia, avendo trovato lavoro a Napoli. Rientrato a Napoli, il 17.5.1939 si reca a Pescia (Pt), dove lavora come conciatore presso la conceria Moschini, dove ancora si trova nel novembre 1939. Radiato una prima volta il 7.7.1933, poi l’8.12.1939. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia, tratta da un documento d’identità. Il padre, dopo la morte della prima moglie nel 1886, dalla qualesi risposa con Maria Sonzogni, dalla quale ha altri 6 figli: Angelo Massimo Giovanni, Maria Annunciata, Angela Clementina, Giovanni Lorenzo, Pietro Lorenzo, Lorenzo Francesco. (L. Citerio, G. Mangini, R. Vittori)