Profilo sintetico riassuntivo
Nato ad Albino (Bg) il 12.6.1900 ad Albino (Bg), dove risiede. Contadino, poi minatore presso la ditta Gavazzi di Pradalunga (Bg), sposato con Margherita Farinotti, ha 6 figli: Pierina, Santina, Giuditta, Giacomo, Miro, Antonio. Scheda biografica aperta il 30.6.1932. Risiede a Fiobbio, frazione di Albino. Quando beve parla male del partito fascista e diventa aggressivo, per questo tra il 1929 e il 1939 viene condannato a pene detentive di varia durata. Nel settembre 1931, nella località Corna presso il Monte Misma, alla presenza di un certo Giacomo Belotti, afferma: “Bisogna raccogliere anche i funghi matti perché il nostro governo italiano ci fa morire di fame, il governo è lazzarone, mascalzone, vigliacco compreso tutti i fascisti, in Francia si stava meglio perché i è da mangiare e da lavorare”. A queste affermazioni ne seguono altre, pronunciate in presenza di Angelo Fasolini, ufficiale esattoriale, che si era recato a casa di Carrara a Fiobbio per alcune riscossioni: “Me ne infischio del governo italiano, fatemi pagare se siete capaci. Non so chi ha il coraggio di venire in casa mia. L’Italia mi mangia vivo. Me ne infischio dei fascisti che non mi fanno paura”. Queste affermazioni di Carrara vengono però raccolte e denunciate solo nel novembre 1931, ma in quel momento Carrara è detenuto, essendo stato arrestato il 28.10.1931 dai Cc di Albino per ubriachezza e il 31.10.1931 condannato a 4 mesi di reclusione. I Cc lo propongono per la denuncia al Tribunale Speciale, ma la Prefettura di Bergamo non ritiene di adottare tale misura, come viene spiegato ad apertura del cenno biografico della sua scheda personale, aperta il 30.6.1932: “Il fatto venne a conoscenza dell’Autorità soltanto dopo qualche tempo, mentre il Carrara trovavasi detenuto per espiazione di 4 mesi di arresti cui era stato condannato per ubriachezza. Non essendosi ritenuto di inoltrare denuncia al Tribunale Speciale per la difesa dello Stato in considerazione del ritardo nella cognizione del reato per il provvedimento dell’ammonizione che gli venne inflitta in forza dell’ordinanza 23 scorso aprile”. Il 10.11.1932 viene prosciolto dall’ammonizione in seguito all’amnistia concessa da Mussolini per il decennale della marcia su Roma. L’8.5.1933 la Questura di Bergamo gli impone la carta d’identità come sospetto politico. Dal 1935 al 1940 sono numerose le annotazioni periodiche sulla sua scheda biografica, ma riportano tutte l’assenza di rilievi circa la sua condotta politica e sociale. Il 31.3.1936 i Cc di Bergamo segnalano alla Questura che Carrara “negli ultimi anni aveva dato prova di ravvedimento però da qualche mese l’Arma della stazione di Albino ha dovuto varie volte richiamarlo per il contegno offensivo e rissoso verso un fascista motivato da vecchi rancori per motivi politici”. Il 4.1.1940 i Cc di Bergamo si rivolgono alla Questura suggerendo la radiazione di Carrara dall’elenco dei sovversivi, ma con il dubbio che ciò sia già accaduto il 19.1.1935. In realtà la radiazione avviene in effetti l’11.1.1940 come ultima segnalazione della sua scheda personale, ma è relativa appunto alla qualifica di Carrara come ‘schedato’, mentre permane la sua inclusione nell’elenco dei sovversivi. Il 19.10.1940 il Comune di Albino, avendo Carrara chiesto il rinnovo della carta d’identità, si rivolge alla Questura per chiedere se il rinnovo del documento possa essere o meno concesso. La risposta della Questura, affermativa, è del 23.10.1940. La sua radiazione dall’elenco dei sovversivi viene proposta dai Cc di Bergamo il 15.5.1943. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia in doppio scatto. Cpc, b. 1112, 1931-1940, scheda biografica. (L. Citerio, G. Mangini, R. Vittori)