Profilo sintetico riassuntivo
Nato ad Averara (Bg) il 1.10.1886, marmista, poi pollivendolo. Sull’attestato di nascita dell’Ufficio di stato civile del comune di Averara il cognome risulta Carera. Frequenta la scuola elementare, ha tre sorelle e un fratello. Tra il 1906 e il 1907 viene condannato tre volte per furto a piccole pene detentive dai tribunali di Bergamo e Brescia. Durante lo svolgimento del servizio di leva presso il 78° Reggimento Fanteria di stanza a Bergamo, con sentenza del Tribunale militare di Milano del 21.5.1912 viene condannato a 2 anni e 2 mesi di reclusione per insubordinazione, ma il 16.1.1914 viene prosciolto da tale imputazione dal Tribunale Militare di Napoli. Il 2.8.1914 è tra coloro che intervengono, presso i locali dell'Unione Sindacale Italiana di Bergamo, alla costituzione del Gruppo Libertario Bergamasco, per conto del quale svolge propaganda tra la classe operaia. La sua scheda biografica viene aperta il 22.9.1914. Nello stesso mese di settembre 1914, rimasto senza lavoro, viene mantenuto dal cognato Ferdinando Mazzoleni e dalla sorella Rosina. Mobilitato dal settembre 1915, partecipa alla prima guerra mondiale nel 63° Reggimento Fanteria. Nel novembre 1929 risiede a Bergamo, ma il 2.12.1929 emigra in Francia. Rientrato in Italia il 27.10.1930, lavora provvisoriamente come pollivendolo alle dipendenze di certo Cologno di via Quarenghi 31 a Bergamo, alloggiando presso l'albergo popolare dell'Opera Bonomelli. Depennato dallo schedario dei sovversivi della provincia di Bergamo in data 11.1.1931. Cpc, b. 1114, 1914-1931, scheda biografica. Secondo il Cpc si chiama Carrera, ma il cognome corretto è Carera. Durante la seconda guerra mondiale lavora per la società tedesca Speer a Fortezza (Bz). Il 4.5.1945 alla stazione ferroviaria di Bressanone un gruppo di soldati tedeschi in ritirata verso la Germania spara sugli italiani che stavano prelevando viveri e indumenti da un convoglio fermo sui binari. Nel conflitto a fuoco Carera viene colpito e muore il 6.5.1945. (L. Citerio, G. Mangini, R. Vittori)