Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Stezzano (Bg) il 26.7.1902, sposato, due figli, zincografo, socialista. Come riferiscono il 9.12.1927 i Cc di Bergamo al questore, “nel marzo 1924 e nel periodo delle ultime elezioni politiche, tentò di distribuire in Stezzano manifesti sovversivi recati da Milano, ma la distribuzione non poté avere effetto perché i fascisti del luogo, venuti a conoscenza del fatto prima ancora della distribuzione, lo sorpresero e bruciarono i manifesti sulla piazza del paese”. Nel 1925 risulta domiciliato a Milano in corso Buenos Aires 58 presso la famiglia Manfredini, dove lavora come zincografo presso una ditta di via Tadino, tornando a Stezzano per il fine settimana. Alle ore 20.45 dell’11.1.1925 Carissoni viene fermato nel piazzale antistante la stazione ferroviaria di Bergamo dall’agente Sante Jacobazzi, che lo porta in Questura, dove lo perquisisce. Nel suo rapporto, l’agente scrive anche che “tranne qualche giornale di indole sovversiva nulla gli fu rinvenuto di compromettente neppure le tessere d’iscrizione che si riteneva potesse avere addosso”. Sullo stesso foglio, il commissario di Ps De Franceschi annota di suo pugno: “11. genn. 925 ore 10. Rimesso in libertà dietro severa diffida”. A Milano risulta che Carissoni “sia in relazione con personalità antinazionali e che sia incaricato di far propaganda in questa provincia”, dove porterebbe materiale a stampa. Il 27.11.1925 a Cassano d’Adda (Mi) sposa Pierina Pezzoli, dalla quale ha il figlio Ezio, nato l’1.7.1927. Il 4.6.1927 si trasferisce a Bergamo per lavorare presso l’Istituto Italiano di Arti Grafiche, poi a Trento e dal 21.10.1927 a Novara come calco-cromista presso l’Istituto Geografico De Agostini. A Novara abita in via Carlo Frasconi 11. Iscritto al Pnf dal luglio 1933. I suoi due figli nel 1934 hanno 7 e 3 anni. Radiato nel 1934 dal novero dei sovversivi della provincia di Novara. (L. Citerio, G. Mangini, R. Vittori)