Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Zogno (Bg) il 24.4.1890, dove risiede in via Cesare Battisti 2, ex-combattente nella prima guerra mondiale, negoziante di bestiame, non è iscritto al Pnf, è iscritto invece all’Azione Cattolica, è presidente della ‘schola cantorum’ di Zogno, antifascista. Sposato con Grata Casari, è padre di 9 figli tutti iscritti alle organizzazioni della G.I.L.: Virginia, Ermenegilda, Giovanni, Albina, Santo, Maria, Mario, Anna, Elvira (n. a Zogno il 15.2.1929 e morta il 28.2.1929), Elvira. Il 30.3.1938 a Zogno, dopo aver ascoltato dai radio-diffusori un discorso di Mussolini al Senato, pronuncia una battura scherzosa alla tabaccaia Margherita Ferrari che stava rientrando presso la sua privativa di via Cavour. Infatti, dopo averle chiesto se avesse ascoltato il discorso del duce e averne avuto risposta affermativa, Carminati ironicamente aggiunge “Adesso venderete i sigari dieci centesimi di meno”, suscitando l’ilarità di alcuni passanti. Tra questi però c’è l’agente daziario fascista Camillo Poli (di Giuseppe e Teresa Borlini, n. a Oneta il 2.8.1911). Questi, da poco residente a Zogno, dopo avere chiesto al messo comunale Alessandro Traini, presente alla scena, chi fossero l’uomo e la donna protagonisti dello scambio di battute, si rivolge a Carminati e lo redarguisce dicendogli: “Misuri le parole poiché potrebbe rischiare di prendere delle legnate”. Carminati si scusa, aggiungendo di aver pronunciato la frase per fare una risata con la negoziante e non per manifestare un atteggiamento irriverente verso il duce. Poli riferisce l’accaduto alla casa del fascio di Zogno, dove nel corso della giornata Carminati e Poli vengono invitati per chiarire la questione. All’uscita, però, secondo quanto riferisce Poli, Carminati battendogli una mano sulla spalla gli avrebbe detto “Bravo uomo faremo i conti”. La stessa sera, tuttavia, Carminati nella trattoria del ‘Campo’ incontra di nuovo Poli e inveisce contro di lui, minacciando di bastonarlo. Per questo i Cc di Bergamo svolgono un’indagine e fanno rapporto al questore di Bergamo, al termine del quale scrivono: “poiché nel fatto non si ravvisano estremi di reato lo si propone per un provvedimento di polizia”. In conseguenza di ciò, il questore denuncia Carminati proponendolo per l’ammonizione al Prefetto quale residente della Commissione Provinciale per il confino di polizia. Carminati viene arrestato il 5.4.1938 e portato nelle carceri giudiziarie di Bergamo a disposizione della Questura. Il 9.4.1938 Domenico Odorico Bellotti, Presidente della Sezione Provinciale di Bergamo dell’Unione Nazionale Fascista Famiglie Numerose, scrive al Prefetto raccomandando clemenza nei confronti di Carminati perché “è un buon cittadino e di sentimenti pienamente favorevoli al regime: i documenti che si allegano ne sono una indiretta prova. È pure significativo il fatto che tutti i nove figli viventi del Carminati sono iscritti al Partito o alla G.I.L. e che la prima figlia nel decorso anno ha prestato gratuitamente la propria opera come Vice-Direttrice della Colonia Elioterapica del Fascio di Zogno”. I documenti allegati alla lettera di Bellotti sono conservati nel fascicolo: la sua tessera 1928 della Confederazione Nazionale Fascista dei Commercianti e un biglietto a stampa del fascio di combattimento di Zogno, firmato dall’ispettore di zona e commissario del fascio Luciano Signorelli, con il quale Carminati viene ringraziato per il dono da lui offerto per la lotteria a favore della nuova casa del fascio e dell’asilo Cavagnis a Zogno. Il 16.4.1938 si riunisce la Commissione Provinciale per deliberare sul caso. Tuttavia, la tabaccaia Margherita Ferrari, chiamata dai Cc di Zogno a testimoniare, modifica la sua deposizione in modo che questa risulti favorevole a Carminati, dichiarando di aver sentito la frase “Signora Margherita sono calati i toscani”, a cui avrebbe risposto “Hai sempre voglia di scherzare”. I dubbi sulla versione della testimone, già espressi dai Cc di Zogno, sono accolti anche dalla Commissione, che dispone un supplemento di istruttoria per approfondire la vicenda e intanto rimette in libertà Carminati. Accogliendo la proposta avanzata dal prefetto di Bergamo, il 10.6.1938 il Ministero dell’Interno trasmette per telegramma l’ordine di diffidare e non ammonire Carminati. La diffida di Carminati avviene il 18.6.1938 in Questura a Bergamo da parte del commissario di Ps Francesco Giongo. Il 30.3.1940 il maresciallo Giovanni Poeti, comandante la stazione dei Cc di Zogno, scrive alla Questura di Bergamo esprimendo parere contrario alla radiazione di Carminati dall’elenco dei sovversivi perché, pur non avendo dato luogo nel trimestre precedente a rilievi di tipo politico, “è persona di pochi scrupoli e come negoziante non è ritenuta onesta, ed è intraprendente e furbo”. Nel fascicolo è conservata anche una sua fotografia in due copie. Cpc, b. 1096, 1938-1942. (L. Citerio, G. Mangini, R. Vittori)