Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Romano di Lombardia (Bg) l'1.7.1881, sacerdote. Secondo di 8 fratelli, 2 dei quali morti in tenera età, trasferisce la sua residenza a Grumello del Monte (Bg) dal 30.10.1912. Nel primo dopoguerra è un attivo popolare e nel 1919 viene chiamato da don Garbelli, che ne è il presidente, a dirigere l’Ufficio del Lavoro di Bergamo, l’organizzazione sindacale cattolica che nel corso del 1919 vede la sostituzione del segretario, Celestino Ferrari, con Romano Cocchi, giunto nella bergamasca nell’estate del 1919, cioè nel pieno della lotta sindacale dei tessili, soprattutto in Valle Seriana. Nel suo lavoro don Carminati rivela grandi doti organizzative, che determinano velocemente un notevole sviluppo dell’Ufficio del lavoro. Nel contesto delle lotte sindacali guidate dall’Ufficio del Lavoro, sia per miglioramenti salariali che per la giornata lavorativa di otto ore, giunge a Bergamo di frequente il deputato e sindacalista cremonese Guido Miglioli (1879-1954), che ha il suo braccio destro in Cocchi e che si affianca a don Carminati. Consumata in breve la rottura con Cocchi e Miglioli, fautori di un avvicinamento del movimento cattolico ‘bianco’ a quello socialista ‘rosso’, da lui invece avversato, don Carminati fonda il Segretariato del Popolo di Grumello del Monte, ha grande ascendente sulle masse operaie e contadine e per questo dai fascisti e dalla Questura viene giudicato pericoloso per l’ordine nazionale. Il 12.5.1923, infatti, la Questura di Bergamo comunica ai Cc di Bergamo e alla Sotto-prefettura di Treviglio che “il noto organizzatore estremista Carminati Don Francesco, fondatore del Segretariato del Popolo di Grumello del Monte, ottenuto il passaporto per la Svizzera in data 12 scorso aprile è partito a quella volta. Trattandosi di un individuo che ha un grande ascendente nel partito e nelle conventicole nelle quali opera ed è ritenuto capace di tramare a danno della Patria, dello Stato e del Governo, ne informo la S.V. con preghiera di disporre al di lui ritorno in patria opportuna vigilanza per impedirgli di nuocere”. Nel 1923, seguito alle agitazioni sociali del mese di febbraio da lui organizzate, il Vescovo di Bergamo assicura il procuratore del Re di aver allontanato don Carminati da Romano. Il 6.4.1926 i Cc di Romano di Lombardia, in una nota informativa indirizzata alla Questura di Bergamo, dopo aver richiamato le notizie sopra citate, scrivono che don Carminati “attualmente fa parte dell’Unione Italiana Missionaria del Clero”, ma che non hanno altre informazioni su di lui perché è assente da molto anni da Romano. Il 29.3.1927 la Commissione Provinciale per il confino di polizia gli infligge la diffida. Il 13.9.1927 è segnalato a Bergamo, dove abita in Borgo Santa Caterina 92 e viene sorvegliato. Il 12.12.1927 l’agente Luigi Guidolotti compila le voci essenziali della scheda prestampata in uso alla squadra politica della Questura, dalla quale risulta che don Carminati ha la residenza a Bergamo in via Santa Caterina 92, che “militava nel partito popolare, attualmente non appartiene a nessun partito”, che “si ritiene pericoloso, che “prima e dopo l’avvento fascista si è sempre mantenuto ostile al fascismo” e che, infine, “presentemente tiene condotta ostile al fascismo”. Nel fascicolo sono conservati articoli di giornale dell’estate 1927, relativi alla sua nomina a monsignore:
- «L’Eco di Bergamo», 22.7.1927, n. 167: “Neo Monsignore. Roma, 22. - Il sacerdote Don Francesco Carminati di Romano Lombardo, su proposta del Cardinale di Propaganda, Willem Marinus Van Rossum, venne nominato cameriere segreto di S.S. per l’attività preziosa, zelante e feconda spiegata per il movimento missionario. L’alta onorificenza gli venne comunicata ieri a Forlì, dove si trova per una settimana di propaganda missionaria”;
- «L’Eco di Bergamo», 23.7.1927, n. 168, Il Monsignorato a Don Carminati.
- «La Voce di Bergamo (Il Gagliardo)», a. III (VII), n. 179, martedì 2 agosto 1927, p. 2, Neo-Monsignore:
“Quel cuore sensibile a tutti i dolori dell’umanità, quell’animo nobilissimo di apostolo dell’amore che sono propri del Sacerdote Don Franco Carminati, sono stati premiati, in questi giorni, coll’ambita onorificenza di Cameriere Segreto Soprannumerario di S.S. della quale il Reverendo è stato insignito.
Ne prendiamo atto.
E, per quel desiderio di bene che ci sospinge in ogni azione diretta a raggiungere la pace e la concordia fra gli Italiani invochiamo da Dio una benedizione speciale per il novello Monsignore, che gl’infonda quello spirito di carità e di amore che aveva fatalmente dimenticato nel compiere l’opera sua non precisamente di cura d’anime.
Dimentichiamo, Bergamaschi, le giornate tristi che, in altri tempi, ci ha procurate questo sacerdote proletario.
Dimentichiamo anche le sue gesta di un tempo, non sempre ispirate ai sentimenti della carità cristiana e non abbandoniamoci, soprattutto, a formulare giudizi sulla adeguazione, o meno, fra l’uomo, il suo passato e la presente onorificenza”.
Nel giugno 1928 è nominato direttore generale dell’Unione Missionaria del Clero Italiano e membro del Consiglio Generale dell’Opera della Fide a Roma. Periodicamente torna a Bergamo per visitare i suoi parenti. Il 10.7.1929 trasferisce anche formalmente il suo domicilio a Roma. Il 13.6.1933 il brigadiere Calanca, della squadra politica, in un’informativa alla Questura scrive che “per quanto riguarda la sua dimora a Bergamo, per la carica che attualmente occupa in Roma e la sua nomina a monsignore si esprime parere favorevole che venga radiato dallo schedario degli affiliati a partiti sovversivi”. Il giorno dopo, il 14.6.1933, don Carminati muore. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia. Sulla figura di don Carminati il riferimento storiografico d'obbligo è al libro di Giamiero Valoti citato nei riferimenti bibliografici. (L. Citerio, G. Mangini, R. Vittori)
Documentazione allegata
Ritaglio dei articolo "Neo Monsignore", «L’Eco di Bergamo», 22.7.1927, n. 167.
Ritaglio dei articolo "Il Monsignorato a Don Carminati", «L’Eco di Bergamo», 23.7.1927, n. 168.
«La Voce di Bergamo (Il Gagliardo)», a. III (VII), n. 179, martedi 2 agosto 1927, p. 2.
Fotografia da documento identificativo