Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Bergamo il 17.7.1911, dove convive con la madre vedova in via Pignolo 113, montatore elettro-meccanico presso la ‘Caproni Aeronautica Bergamasca’, celibe, incensurato. Esonerato dal servizio militare come fante dopo 3 mesi perché affetto da tubercolosi polmonare, iscritto al Pnf dal 29.10.1940. Viene arrestato il 9.6.1943 “per divulgazione di manifestini sovversivi” dato che, come scrive il questore ai Cc di Bergamo, “ne diffondeva il contenuto facendolo leggere ad altri operai dello stabilimento Caproni Aeronautica Bergamasca di Ponte S. Pietro”. Inoltre, Carminati “faceva parte di un gruppo di altri individui, tutti alle dipendenze della C.A.B., diffusori e propagandisti abituali di libelli sovversivi”. Gli altri soggetti coinvolti sono Dante Paci, Vittorio Emilio Cattaneo, Angelo Tosi. Carminati viene arrestato e la sua abitazione viene perquisita senza esito alle ore 11 del 12.6.1943 dal maresciallo di Ps Tito Calanca e dalla guardia di Ps Domenico Schiaffonati. Il 2.7.1943 viene denunciato alla Commissione Provinciale. Nel suo rapporto del 5.7.1943 al proprio comando e alla Questura di Bergamo, il capitano dei Cc di Bergamo, Garimberti, dopo aver presentato Carminati come persona “socievole di carattere calmo”, pubblicamente stimato, incapace di svolgere attività sovversiva, di misere condizioni economiche e sofferente per le sue condizioni di salute, propone “che il Carminati venga sottoposto ad un mite provvedimento di polizia”. Il 7.7.1943 la Commissione Provinciale di Bergamo (prefetto Luigi Giannitrapani, federale fascista Mario Cionini Visani, questore Giuseppe Pumo, console Mvsn Giovanni Ridolfi, tenente colonnello Cc Ugo Marchetti) lo condanna ad un anno di confino politico in un comune di terraferma perché “pericoloso per l’ordine e la sicurezza nazionale”, mentre la dichiarazione verbalizzata di Carmibati si limita ad affermare che “ciò che mi si addebita è stato fatto da me per pura curiosità e non a fine propagandistico”. La decisione della Commissione Provinciale viene trasmessa al Ministero dell’Interno il 10.7.1943 dal prefetto di Bergamo, L. Giannitrapani, che nelle righe conclusive scrive che “Carminati, che non è ex combattente, è in misere condizioni economiche e non è in grado di provvedere al suo mantenimento”. Solo il 21.7.1943 il Ministero dell’Interno comunica la destinazione di Badia Tebalda (Ar) come località di confino per Carminati. Il 22.7.1943 la Questura di Bergamo impartisce ai Cc di Bergamo l’ordine di trasferirlo dalle carceri giudiziarie di Bergamo alla località del confino. La destituzione di Mussolini operata dal Gran Consiglio del fascismo nella notte tra il 24 e il 25 luglio 1943, però, genera tra i suoi effetti anche la sospensione del trasferimento. Il 27.7.1943 un telegramma ministeriale porta l’indicazione della liberazione di Carminati, che avviene il giorno dopo, 28.7.1943. Il 18.8.1943 la Questura di Arezzo, da giorni in vana attesa di Carminati, per telegramma chiede alla Questura di Bergamo se, in seguito agli avvenimenti del 25.7.1943, Carminati debba ancora essere trasferito o meno a Badia Tebalda. La risposta negativa della Questura di Bergamo, sempre per telegramma, è del 24.8.1943. (L. Citerio, G. Mangini, R. Vittori)