Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Rota Fuori (Rota Imagna, Bg) il 16.3.1905, dove risiede in via Vittorio Emanuele 92, sospetto politico, celibe, bracciante agricolo, muratore. La sera del 15.8.1940 Carminati viene invitato dal messo comunale del suo paese a spegnere le luci di casa in ottemperanza alle disposizioni sull’oscuramento, ma Carminati reagisce male alla richiesta e viene denunciato per offese a Mussolini. La Commissione Provinciale si riunisce il 5.9.1940 per discutere del suo caso. Durante il dibattimento Carminati si difende dicendo che “non è vero che io abbia pronunciato parole oltraggiose al Duce; ho risposto soltanto male alla ingiunzione rivoltami in cattiva forma dal messo comunale di spegnere la luce nella mia abitazione”. Il Ministero dell’Interno comunica il 22.9.1940 che Carminati viene destinato alla colonia di Pisticci (Mt), dove giunge il 4.10.1940. Nel novembre 1940 la madre di Carminati presenta istanza di clemenza anche in virtù dei problemi psichiatrici del figlio, ma l’ufficiale sanitario, che in precedenza lo aveva visitato per la stessa ragione, non aveva ritenuto di procedere all’internamento di Carminati in ospedale psichiatrico, pertanto l’istanza viene respinta. Il 20.12.1940 la Pretura di Pisticci lo condanna a 3 mesi di arresto per contravvenzione agli obblighi del confino. Inoltre, come riferisce il prefetto di Matera, Dionisi Vici, alla Direzione Generale di Ps – Confino Politico del Ministero dell’Interno e alla Prefettura di Bergamo, “durante la carcerazione preventiva egli, peraltro, si rendeva responsabile di oltraggio con violenza al custode del carcere di Pisticci e di offese al capo del Governo, per cui è stata chiesta direttamente dalla R. Procura, cui il custode delle carceri denunziò i fatti, ala prescritta autorizzazione a procedere a’ sensi dell’art. 313 C.P.P.”. Il risultato della denuncia è che il 10.3.1941 il Tribunale di Matera condanna Carminati a 2 anni di reclusione “per offesa al prestigio del Capo del Governo e oltraggio e lesioni al custode delle carceri di Pisticci”. Il cumulo delle condanne esclude la possibilità, per Carminati, di beneficiare del condono di un terzo della pena, pertanto il periodo di confino si allunga fino al 17.11.1943. Tuttavia, in occasione del ventennale della marcia su Roma, alla fine di ottobre 1942 Carminati può godere del proscioglimento condizionale della pena e lasciare il carcere di Lecce, dove era detenuto, presentandosi al suo comune di Rota Imagna il 23.1.1943. Il 12.8.1947 viene incluso nell’elenco dei perseguitati dal regime fascista. Nel fascicolo sono conservate due copie della sua fotografia, scattata nel 1940. Cpc, b. 1097, 1940-1940. (L. Citerio, G. Mangini, R. Vittori)