Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Ubiale Clanezzo (Bg) il 26.10.1903, muratore, antifascista. residente in Francia, a Grenoble in rue Docteur Bordier, sposato in Francia con Filomena Patruno (nata a Corato, Bari, il 14.3.1912). Nel 1936 i Cc di Almenno S. Bartolomeo lo denunciano per lesioni e maltrattamenti alla moglie, già avvenuti in Francia, tanto che i due si separano, anche perché la Patruno è diventata l’amante del proprio cognato Giuseppe Camarino, militante socialista e naturalizzato francese. Secondo le informazioni fornite dal Vice Consolato d’Italia a Grenoble, la moglie di Capelli e il suo amante lo costringevano a svolgere propaganda antifascista anche contro la sua volontà e, in un litigio tra marito e moglie, lei getta dell’olio bollente sul viso di lui, che reagisce con pugni e calci. Convocati in tribunale, devono pagare entrambi 100 franchi di multa, condonati. Capelli viene espulso dalla Francia il 23.11.1939 e, rientrato a Clanezzo il 2.12.1939 presso la sorella Teresa, trova poi lavoro prima a Cernobbio (Co) per la ditta Dotto, poi per la ditta Riceputi nella frazione Sacco di Cosio Valtellina (So). Secondo la ricostruzione effettuata dal Consolato Italiano di Chambery il 3.1.1940, l’espulsione di Capelli “sia da attribuirsi ad una pretesa attività politica sovversiva svolta dal Capelli quasi passivamente, sotto le minacce della moglie e dell’amante di quest’ultima, Camarino, oppure non rappresenti che uno strascico della confusa e penosa situazione familiare dei coniugi Capelli, situazione che già nel passato dette luogo a scene di violenza sulla pubblica via ed a serie ammonizioni da parte dell’Autorità. Non è ancora da escludersi che l’espulsione abbia avuto luogo in seguito ad accuse più o meno fondate provenienti dalla moglie e dal suo amante, allo scopo di sbarazzarsi del Capelli una volta per sempre”. Il 17.3.1940 Capelli si trasferisce per lavoro a Morbegno (So), mentre nel marzo 1941 l’Unione provinciale dei Sindacati dell’Industria di Bergamo chiede ed ottiene per Capelli il passaporto per la Germania per motivi di lavoro. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia. Cpc, b. 1026, 1939-1941. (L. Citerio, G. Mangini, R. Vittori)