Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Bonate Sopra il 20.6.1887, antifascista. Vedovo, è sposato in seconde nozze con Maria Bonfanti ed è padre di Amadio, Enrichetta, Giuseppina, la più piccola, e Angela. Ha partecipato alla prima guerra mondiale come alpino nel 5° Reggimento e insignito della croce di guerra. Lavora come operaio metallurgico presso gli stabilimenti di Dalmine. La sera dell’8.2.1932, in un locale pubblico di Bonate Sopra e alla presenza di altre persone dà luogo a ‘manifestazioni sovversive’, cioè dice “accidenti a S.E. il Capo del Governo e alle Istituzioni Nazionali, lazzaroni i fascisti ladri loro ed il Duce”. Denunciato ai Cc di Ponte San Pietro, il giorno successivo viene arrestato e il 15.7.1932 il Tribunale di Bergamo lo condanna a 10 mesi di reclusione. Beneficiando della condizionale, viene liberato lo stesso giorno. Con sentenza del Tribunale di Bergamo del 16.2.1934 viene assolta per insufficienza di prove dall’accusa di mendicità. Nel 1941 risiede sempre a Bonate Sopra in via Lesina 1 e lavora come facchino presso la ditta di Carlo Angeloni di Bonate Sopra. Negli 1942 lavora come manovale per l’impresa Arrigoni di Bergamo. Il 14.3.1942 i Cc di Bergamo, preso atto della sua buona condotta, esprimono parere favorevole alla sua radiazione dall’elenco dei sovversivi, ma è lo stesso Arnoldi a rendere impraticabile la proposta. Il 21.5.1942, infatti, mentre sta cenando nel cortile della propria abitazione, in presenza di altri inquilini si rivolge alla moglie e impreca contro il duce per l’insufficienza del cibo: “Porco il Duce, ladro il Duce, io vado a Roma a piedi per rivederlo, porco di quel duce che mi fa morire di fame. Si finirà questa guerra, dopo ci penseremo noi perché si muore di fame”. La sera stessa Arnoldi si reca in una trattoria di Bonate Sopra, nella quale sono presenti numerosi avventori tra i quali anche alcuni fascisti, ai quali dice: “Siete degli animali – voglio i miei documenti - a dispetto dei fascisti io mangio e bevo e loro tirano la cinghia” e, notati due quadri appesi ad una parete del locale con i ritratti di Mussolini e Hitler, tendendo le braccia con i pugni serrati dice “E’ ora di finirla anche voi”.
I testimoni presenti ai due fatti sono numerosi e sono tutti citati nel rapporto dei Cc di Bergamo del 28.6.1942 alla Questura. Nel fascicolo sono conservate tutte le loro deposizioni firmate. Tra i testimoni, sono i due fascisti presenti nel locale pubblico, l’elettricista Edgardo Tanelli e il manovale Luigi Carissimi, che tramite i dirigenti del fascio locale informano dell’accaduto l’ispettore fascista di zona Giovanni Pellegrini, di Ponte San Pietro, il quale sporge denuncia ai Cc. Dopo l’inchiesta dei Cc, Arnoldi viene arrestato il 12.6.1942. Durante il suo interrogatorio Arnoldi si giustifica dicendo che non ricorda nulla di quanto detto e fatto, ma commette l’imprudenza di manifestare il proprio rancore per i dirigenti del fascio di Ponte San Pietro, che gli hanno rifiutato l’iscrizione al Pnf quale ex-combattente dicendo di avere smarrito i suoi documenti. Il 28.7.1942 il questore di Bergamo denuncia Arnoldi alla Commissione Provinciale per il confino di polizia, che il 4.8.1942 lo condanna a 3 anni di confino politico come “pericoloso per l’ordine nazionale”. La destinazione del confino viene comunicata il 13.8.1942 al prefetto di Bergamo con telegramma ministeriale. Si tratta del comune di Buonalbergo (Bn), dove viene tradotto il 15.9.1942. Il 27.10.1942, tuttavia, in occasione dei festeggiamenti per il ventennale della marcia su Roma, viene prosciolto dal confino con la condizionale. Il 3.11.1942 il commissario di Ps di Benevento rilascia ad Arnoldi il foglio di via obbligatorio per il comune di nascita. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia di età giovanile e quattro copie di un’altra in triplice posa scattata dalla polizia nel 1942. Cpc, b. 197, 1932-1942. (G. Mangini, R. Vittori)