Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Ranica (Bg) il 20.4.1895, tornitore meccanico, socialista massimalista. Sposato con Emma Meli, abita a Loreto alle Case Popolari di via IV Novembre, ha due figlie, Fernanda e Renata, entrambe iscritte alle Piccole Italiane. É abbonato all’ «Avanti». Il vice-brigadiere Tito Calanca della squadra politica della Questura di Bergamo il 28.6.1926 redige su Arnoldi la seguente nota informativa per il questore: “dal 1919 a tutto il 1923 ha lavorato in qualità di tornitore meccanico presso lo stabilimento Claris sito in Borgo Palazzo N. 105, dimostrandosi sempre un fervente sovversivo, assiduo frequentatore di riunioni e dimostrazioni di carattere antinazionale. Fu un membro della Commissione interna degli operai di quello stabilimento, e nel tempo delle occupazioni delle fabbriche assunse la direzione del movimento stesso, e fu egli che ordinò agli operai di esporre, da una finestra della fabbrica che da sulla strada, la bandiera rossa. Nei primi del 1924, dall’officina Claris, passò a quella di Valoti sita in via C. Battisti N. 5, rimanendovi fino al gennaio 1925, dimostrandosi anche qui sempre un fervente sovversivo. Nei primi di febbraio del 1925 ritornò a lavorare nuovamente all’officina Claris ove tuttora trovasi. Nello stesso anno l’Arnoldi venne sorpreso diverse volte insieme ad altri sovversivi nel disciolto circolo massimalista ed arrestato la sera del 2 aprile 1925 alla Camera del Lavoro perché trovato in una riunione di sovversivi”. Nel fascicolo è conservata una cartolina con la fotografia di Matteotti e alcune sue frasi, e sul retro a lapis rossa la scritta “Officine Claris”. La cartolina era incollata alla macchina da lavoro di Arnoldi insieme ad un pezzo di un articolo della «Domenica del Corriere» che riporta le foto di Matteotti e dei figli, ai quali erano rivolte le frasi di Matteotti stampate sulla cartolina. Il pezzo di giornale è a sua volta conservato nel fascicolo. Radiato nel 1933. (G. Mangini, R. Vittori)