Caracciolo Francesco Paolo


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n. busta
25
n. fascicolo
762
Primo estremo
1921
Secondo estremo
1938
Cognome
Caracciolo
Nome
Francesco
Altri nomi
Paolo
Presenza scheda biografica
Luogo di nascita
Data di nascita
1866/07/22
Luogo di morte
Pescara
Livello di istruzione
laurea Ingegneria
Professione
ingegnere imprenditore
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Sulmona (Aq) il 22.7.1866; ingegnere, socialista. Sposato alla metà degli anni Novanta con Maria Rosaria Balassone, verso la fine del secolo se ne separa legalmente. Caracciolo collabora al giornale socialista «Il Germe», sorto a Sulmona nel 1901. Per effetto di questa collaborazione,, la sua scheda biografica viene aperta il 19.10.1901 dalla Sotto-prefettura di Sulmona e l’estensore della prima nota sulla scheda non riesce a nascondere una certa ammirazione per la figura di Caracciolo, che “è ascritto al partito socialista, nel quale milita da diversi anni e vi esercita molta influenza, influenza che si può dire circoscritta solamente per questo Comune. Non risulta che sia stato né che sia in corrispondenza con individui del partito esistente nel regno o all’estero, dove non dimorò mai. Fino a pochi giorni or sono faceva parte del circolo operaio educativo di questa città, ma dopo il recente dissidio sorto fra il partito repubblicano e socialista, il Caracciolo è stato l’iniziatore della fondazione di un circolo socialista, che qui infatti va costituendo. Fa anche parte della società operaia locale. Nel tempo in cui era socio del menzionato circolo operaio, collaborava nel giornale repubblicano «La democrazia» ma presentemente è indefesso ed operoso collaboratore del giornale socialista «Il Germe» che spedisce anche nella provincia e fuori. Egli fa propaganda attiva ed efficace mezzo del citato organo, specie fra la classe operaia. Sarebbe capace anche di tenere conferenze, ma finora non ne ha tenuta alcuna. Il Caracciolo tiene contegno correttissimo verso le autorità. Prese parte attiva e fu anche tra gli organizzatori principali delle feste popolari del 27 Ottobre u.s. promosse dal partito repubblicano e socialista. Ha preso altresì parte alle commemorazioni ed agli anniversari politici che si celebravano nel circolo operaio. Rifugge però dal prendere parte a manifestazioni rumorose ed a dimostrazioni, essendo di carattere serio e taciturno. Non fu mai proposto per la giudiziale ammonizione né per l’assegnazione a domicilio coatto. Non ha condanne o imputazioni di sorta”. L’annotazione successiva sulla sua scheda biografica è del 3.12.1909, dalla quale risulta che Caracciolo si è allontanato da ogni impegno politico e che esercita esclusivamente la sua attività di ingegnere a Castellammare Adriatico (Pe). In realtà, a Castellammare Adriatico Caracciolo non è così disimpegnato politicamente come potrebbe sembrare. Tra il gennaio e il giugno 1914, infatti, ricopre l'incarico di direttore responsabile del periodico quindicinale della sezione socialista di Castellammare Adriatico, «L’Aterno», del quale escono 11 numeri. Nello stesso periodo, più precisamente l’1.2.1914 al Teatro Sociale di Castellammare Adriatico partecipa ad un convegno sovversivo insieme a numerosi esponenti socialisti rivoluzionari, sindacalisti e anarchici (Mario Trozzi, Ettore Croce. Alberto Argentieri, Manlio Basile, Alfonso Coppa, Eugenio Pallotta, Attilio Conti, Camillo Di Sciullo e Zaccaria Narcisi). Nella documentazione conservata nel suo fascicolo, a questo punto, c’è un salto cronologico fino agli anni Venti. Infatti, la ragione per la quale Caracciolo viene inserito anche nel novero dei sovversivi di Bergamo e provincia dipende dal fatto che, tra il 1920 e il 1921, si è trasferito a Calolziocorte (Bg), dove ha installato un piccolo impianto produttivo tessile, situato in una villa da lui acquistata insieme a Sista Di Sciullo, nata a Chieti il 27.7.1885 e figlia dell’anarchico e tipografo abruzzese Camillo Di Sciullo (1853-1935, Cpc, b. 1819). Nella villa, situata nei pressi della chiesa parrocchiale, la Di Sciullo ha fatto collocare 4 macchine azionate da quattro operaie, 3 di Calolzio e una di Castellammare, per la produzione di calze, sotto la direzione di un tecnico meccanico. Mentre la Di Sciullo segue il lavoro tessile nella villa, Caracciolo ogni 15 giorni circa si trasferisce da Calolziocorte a Castellamare Adriatico, doveŽ dirige i lavori di costruzione di una villa, per poi tornare a Calolziocorte. Nel rapporto redatto il 12.11.1921 dai Cc di Bergamo al questore, emerge che a proposito di Caracciolo e Di Sciullo, “data la vita ritirata e misteriosa che essi conducevano, date le informazioni risultate poco lusinghiere per gli stessi e dato che da Castellammare Adriatico erano pervenute lettere anonime designando come soggetti anarchici ferventi il Caracciolo e la Di Sciullo, quest’Arma dietro autorizzazione dell’Ill.mo Sig. Giudice Istruttore del Tribunale di Bergamo, ha proceduto ad una minuta perquisizione in tutti i locali abitati dagli stessi”. La perquisizione, però, ha dato esito negativo, tranne che per il rinvenimento, nella camera assegnata al meccanico Amleto Castellazzi (n. Milano il 20.6.1892), di una pistola Mauser e di 6 cartucce, di sua proprietà ma non denunciata. La vita assolutamente ritirata della coppia Caracciolo e Di Sciullo e la totale assenza di qualsiasi aspetto politico connesso alla loro attività pur essendo socialista lui e figlia di un anarchico lei, induce i Cc ad approfondire le indagini, dalle quali emerge, come informa il citato rapporto dei Cc del 12.11.1921, “che la villa è stata pagata al giusto prezzo, con denari in parte forniti dall’Ing. Caracciolo ed in parte dalla Signora Di Sciullo, alla quale la villa medesima è stata intestata. Essendo quest’ultimo particolare venuto a conoscenza della moglie legittima dell’Ing. Caracciolo, da lui divisa e residente a Castellammare, si ha ragione di dubitare che le lettere anonime siano appunto state da questa compilate a scopo di vendetta”. La conclusione del rapporto dei Cc è che “il Caracciolo e la Di Sciullo non si ritengono affatto pericolosi e conducono presentemente vita assai modesta; ciononostante l’Arma esercita sugli stessi attiva vigilanza”. La riservatezza dei comportamenti di Caracciolo genera incertezza e quindi sospetti negli organi polizieschi, come si vede bene nel rapporto inviato l’8.11.1925 dal tenente dei Cc di Bergamo, Michele Atzara, alla Questura: “L’individuo in oggetto non appartiene più al partito socialista, ma a quello comunista, ove tutt’ora milita. In quest’ultimo tempo si è unito in matrimonio con la nota anarchica Di Sciullo Sista figlia del pericolosissimo e pregiudicato anarchico Di Sciullo Camillo. Da quando si trovano a Calolzio conducono entrambi vita ritiratissima tanto che raramente escono dalla loro villa ove hanno un piccolo laboratorio di calze. Il Caracciolo però si assenta sovente da Calolzio per recarsi a Milano e a Monza e anche ad Ancona, ma non è stato mai possibile conoscere lo scopo dei suoi viaggi. Per conoscere ciò e stabilire se lo stesso esplichi a qualche attività nel partito comunista, si ritiene opportuno farlo pedinare da agenti in abito civile. Solo così si potrà conoscere con certezza lo scopo dei suoi frequenti viaggi e secondo l’esito che si otterrà si potrà radiarlo dal casellario politico”. Sembra proprio da escludere che Caracciolo si sia sposato con la Di Sciullo, essendo lui già sposato, mentre sulla sua adesione al partito comunista, asserita dalla nota sopra citata, è difficile pronunciarsi, anche se Caracciolo è molto attento alle dinamiche politiche e sicuramente interessato alle vicende della rivoluzione russa in generale e di Lenin in particolare. Se ne può indirettamente avere conferma attraverso il fatto seguente. Il 9.11.1926, alle ore 22, il vice-brigadiere dei Cc Luigi Ceccarini e il carabiniere Vito Ferro della stazione dei Cc di Calolziocorte procedono alla perquisizione della villa Caracciolo – Di Sciullo. In un cassetto dello studio di Caracciolo vengono ritrovate numerose pubblicazioni ‘sovversive’, delle quali viene redatto il seguente elenco: "1. Per l’uccisione di Re Umberto; 2. La teoria darwiniana spiegata popolarmente; 3. Non posso tacere; 4. La Francia socialista contro l’intervento in Russia; 5. Architettura civile; 6. Nuovi dialoghi campagnoli; 7. Che cosa è la religione; 8. Spartacus; 9. La lotta per il pane; 10. L’alba della pace; 11. Lavoro umano; 12. Difendiamo il pane dei lavoratori; 13. La guerra e i suoi principali fattori sociologici; 14. Nuovo canzoniere; 15. Vittorio E. III° giudicato da un socialista; 16. Almanacco socialista italiano; 17. Il nostro processo; 18. L’ultimo martire del Libero Pensiero; 19. Fra contadini; 20. La Rivoluzione gigantesca compiuta da Giganti; 21. La Terra alla nazione per i contadini; 22. Primo passo alla Narchia (sic); 23. Contro il voto e per l’azione diretta; 24. Max Trirner (sic); 25. Piccola sorgente di grandi ricchezze; 26. Crisi del regime e politica di classe; 27. Rivoluzione e controrivoluzione; 28. Stato e rivoluzione; 29. Al mio amico contadino; 30. Il tramonto del Delitto penale; 31. Le memorie di un rivoluzionario; 32. Fotografia di Lenin." Si tratta, nell’insieme, prevalentemente di opuscoli propagandistici, ma è significativo il fatto che tra le pubblicazioni sequestrate figuri un libro come Stato e rivoluzione di Lenin, oltre al ritratto di quest’ultimo, segno di un interesse non superficiale alla rivoluzione russa. Le pubblicazioni rinvenute vengono sequestrate, mentre Caracciolo viene arrestato e rinchiuso nelle carceri giudiziarie di Bergamo. La reclusione, però, dura solo due giorni. La Questura di Bergamo, infatti, non sa bene come muoversi sul piano procedurale, come si vede bene da un appunto interno alla Questura di Bergamo dell’11.11.1926, giorno del rilascio di Caracciolo: “Conferito col Sig. procuratore del Re, il quale non trova alcuna forma di reato per la detenzione dei libri sovversivi. Conferito al telefono col Maresciallo di Calolzio, il quale afferma che l’ing. Caracciolo non ha fatto propaganda e distribuzione dei cennati libri. Munito di foglio di via obbligatorio per Calolzio”. Il giorno dopo, cioè il 12.11.1926, appena rientrato a Calolziocorte, Caracciolo si affretta a tranquillizzare Camillo Di Sciullo, padre della sua compagna Sista, mandandogli un telegramma a Chieti: “Stiamo bene e tranquilli papà”. Naturalmente Camillo Di Sciullo a Chieti è sorvegliatissimo e così la posta a lui indirizzata: l’arrivo di un telegramma a lui destinato proveniente da Calolziocorte mette in agitazione il questore locale, Giuseppe Grazzini, che subito manda un telegramma al collega di Bergamo “Prego urgenti informazioni destinatario facendone perquisire domicilio qualora trattisi persona sospetta o comunque avverso ordine nazionale”. La preoccupazione del questore Grazzini, nominato cavaliere nel marzo 1925, è comprensibile. Infatti, nel febbraio 1926 si era svolto proprio a Chieti (sede scelta da Mussolini e Farinacci) il processo contro gli assassini di Matteotti (conclusosi con condanne irrisorie) e, nella circostanza, il questore Grazzini aveva fatto piantonare le abitazioni degli antifascisti locali. Dopo un tale precedente, per il questore la presenza di una qualche attività antifascista a Chieti andava assolutamente stroncata. Nel giugno 1927 la scheda biografica di Caracciolo lo segnala ancora residente a Calolziocorte, dove “conduce vita ritiratissima ed esclusivamente dedicata alla professione di Ingegnere. É irriducibile avversario del Regime Fascista ed è attualmente vigilato”. Il 12.4.1928 i Cc di Calolziocorte, in concomitanza con il passaggio del Treno Reale, procedono all’arresto di Caracciolo per misura di Ps e lo rilasciano dopo il passaggio del treno. Nelle segnalazioni del giugno 1928, febbraio e agosto 1928, aprile 1930, il contenuto è sempre lo stesso: lavora come ingegnere, non svolge attività politica, non rinuncia alle sue tendenze, non dà motivo a rilievi. E’ la Questura di Pescara che, con un biglietto postale del 9.10.1930 si rivolge direttamente ai Cc di Calolziocorte chiedendo una ‘accuratissima perquisizione nel domicilio del noto schedato Caracciolo Francesco Paolo fu Raffaele, ingegnere, residente a Calolziocorte, al fine di rinvenire stampati, opuscoli, scritti sovversivi e specialmente corrispondenza con la famiglia Gialluca’. Caracciolo è sospettato di essere uno dei componenti di una rete che, attraverso numerosi interlocutori, mira a far espatriare il ricercato Mario Gialluca, anarchico abruzzese nato a Pescara nel 1911, per ricongiungersi in Francia con i fratelli Giuseppe (nato a Pescara nel 1901) e Renato (nato a Castellammare Adriatico nel 1900). Oltre a Caracciolo, tra i sospettati di coinvolgimento c’è anche Camillo Di Sciullo. La Questura di Bergamo, in risposta alla richiesta di perquisizione dell’abitazione di Caracciolo a Calolziocorte, il 15.10.1930 risponde con un telegramma cifrato: “perquisizione domiciliare noto Caracciolo Francesco non potuta effettuare essendo assente et Villa completamente chiusa sembra che medesimo Caracciolo trovisi attualmente Pettorano provincia Aquila prego far conoscere se perquisizione debba operarsi comunque suo ritorno. Questore Guarducci”. Il giorno stesso la Questura di Pescara risponde a sua volta con un biglietto postale di Stato urgente, dicendo che la perquisizione non è più necessaria perché Gialluca è stato fermato a Milano. Il 18.11.1930 compare l’ultima annotazione sulla scheda biografica di Caracciolo, uguale a quelle già segnalate sopra del periodo 1928-1930. Il 4.2.1931 Ambrogio Trapani, tenente dei Cc di Bergamo, riferisce al questore che Caracciolo a Calolziocorte “è generalmente stimato dal pubblico. É molto caritatevole. Assiduo lavoratore, ha idee socialiste ma conduce vita ritirata. Più volte ha offerto somme di denaro a istituzioni Giovanili e agli Asili Infantili. È di una rettitudine esemplare, rispettoso verso le autorità e ricambiato da tutti con eguale rispetto. Sui suoi sentimenti verso il Partito fascista non si è veramente mai espresso ed è difficile pronunciarsi sui suoi veri sentimenti. Data la naturale franchezza del suo carattere il non esprimersi in alcun modo nei riguardi del Regime attuale deporrebbe piuttosto dubbiosamente nei suoi riguardi e pertanto sono dell’avviso che si debba andar cauti prima di procedere alla sua radiazione dallo schedario dei sovversivi”. Radiato dallo schedario dei sovversivi di Pescara il 27.2.1931 e di Bergamo il 10.4.1933. L’ultimo documento conservato nel fascicolo è del 18.3.1938 ed è compilato dai Cc di Bergamo per la Questura. In esso si informa che Sista Di Sciullo risiede presso Buccirossi in via Tivoli 5 a Pescara, dove probabilmente Caracciolo è morto in precedenza. (L. Citerio, G. Mangini, R. Vittori)
Familiari
Caracciolo Raffaele (padre)
Renzi Maria Loreta (madre)
Balassone Maria Rosaria (moglie)
Di Sciullo Sista (convivente)
Nata a Chieti il 27.7.1885 e figlia dell’anarchico e tipografo abruzzese Camillo Di Sciullo (1853-1935, Cpc, b. 1819).
Luoghi di residenza
Sulmona (Aq) Abruzzo Italia (1866/07/22 - 1920) Castellammare Adriatico Abruzzo Italia (1909 - 1920) Calolziocorte Lombardia Italia (1920 - )
Fatti notevoli
1901
Collabora al giornale «Il Germe», organo del partito socialista di Sulmona diretto da Giovanni De Felice.
1914 - 1914
A Castellammare Adriatico è direttore responsabile del periodico quindicinale «L'Aterno».
1920
A Calolziocorte apre con Sista Di Sciullo un'a piccola mpresa tessile.
Sanzioni subite
perquisizione (1921/11/11 - )
Perquisizione domiciliare.
perquisizione (1926/11/09 - )
Viene perquisita l'abitazione di Calolziocorte.
arresto (1928/04/12 - 1928/04/12)
Arrestato per misura di P in concomitanza con il passaggio da Calolziocorte del Treno Reale.
Relaz. con altri soggetti
Di Sciullo Camillo (politica)
ACS, Cpc, b. 1819
In rubrica di frontiera
no
In bollettino ricerche
no
Esclusione dallo schedario
Data di esclusione
1931/02/27 Pescara, 1933/04/10 Bergamo
Documentazione allegata
2 fotografie, una a figura intera
Altre fonti archivistiche
(ACS-CPC) Archivio centrale dello Stato (Roma), Casellario Politico Centrale
Busta 1060, Fascicolo
Riferimenti bibliografici
Puglielli 2003
Puglielli 2010
Tolstoj 1913
Molinari 1912
Tolstoj 1910
Cachin, Lafont, Mayéras 1919
Zibordi 1908
Caminita 1906
Spartacus 1919
Lenin, Trockij 1919
Trozzi 1918
Ferri 1915
Pareto 1915
Frizzi 1910
Valera 1911
Gori 1910
Rafanelli 1910
Malatesta 1920
Sadoul 1919
Terra alla nazione 1919
Milano 1908
Outsternitscheu 1917
Trozzi 1920
Marx 1921
Concordia 1922
Molinari 1909
Kropotkin 1911