Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Treviglio (Bg) il 18 .2.1900, dove risiede in via Roma 5 e poi in via Galliari 15, sposato il 22.1.1927 a Treviglio con Giuseppa Giuliani, ha una figlia, Rosa. Lavora come bracciante e brentatore, sovversivo. L’8.12.1930, viene denunciato ed arrestato insieme al fratello Angelo Carioli e a Giovanni Battista Moriggi, Ambrogio Radaelli ed Emilio Davide Corbetta per aver cantato ‘Bandiera rossa’, ma il 23.12.1932 viene assolto dall’imputazione ‘per non aver commesso il fatto’. La notte del 10.5.1937, vicino alla sua abitazione, in stato di ubriachezza viene accusato di aver pronunciato ‘frasi sediziose’: “viva la Francia e la Spagna – altro che Impero – io vado là e porto via uno scudo”. Affacciata al balcone della propria abitazione, attigua a quella di Carioli, c’è Erminia Ferrari, moglie del commerciante Anacleto Cozzi. Il mattino dopo la Ferrari ritiene di riferire quanto ha sentito al fascista Stefano Pizzi, che lavora come autista al servizio del marito della Ferrari, che decide di denunciare Carioli. Tuttavia, a sostegno dell’imputazione c’è soltanto la testimonianza della Ferrari, verbalizzata il 15.5.1937 dal vice-commissario di Ps di Treviglio, Rosario Ferro, presso la sede del municipio trevigliese. La testimone, a precisa domanda, risponde di non aver mai sentito Carioli, in altre circostanze, pronunciare parole contro il regime fascista. Inoltre, aggiunge che Carioli “quando si ubriaca è solito inveire un po’ contro tutti e specie contro i signori. Non ho mai udito dire da lui imprecazioni gravi come quelle della notte del 10 corrente”. Il 23.5.1937 il Ministero dell’Interno, in risposta alla richiesta di istruzioni su come procedere, avanzata dal commissariato di Ps di Treviglio il 20.5.1937, invia un telegramma cifrato alla Questura di Bergamo con la seguente indicazione: “Non essendo sufficiente unica testimonianza raccolta provare addebiti contro Carioli Alfredo pregasi scarcerarlo previa diffida”. Il giorno dopo, 24.5.1937, Carioli viene diffidato. Morto a Treviglio il 24.7.1941. (L. Citerio, G. Mangini, R. Vittori)