Profilo sintetico riassuntivo
Nata ad Albino (Bg) il 23.3.1911, operaia tessitrice, residente ad Albino in piazza Spini 1. Il 22.5.1931 viene arrestata perché attivamente coinvolta nello sciopero del cotonificio Honegger di Albino, svoltosi tra il 22 e il 23 maggio 1931, insieme ad Angela Noris, Angela Elisabetta Moroni, Emma Barcella, Ida Brugali, Maria Cuter, Teresa Fogaccia, Maria Belotti. Già il 24.5.1931, con Maria Belotti e Teresa Fogaccia viene ammonita dalla Commissione Provinciale per il confino di polizia. Il 2.6.1931, inoltre, il Tribunale di Bergamo la condanna a pagare una multa di 100 lire e un’ammenda di 50 lire sulla base dell’articolo 95 che regola i rapporti collettivi di lavoro, e degli articoli 190 e 434 del Codice Penale. Il 3.6.1931, lo stesso giorno in cui le viene assegnata la carta d'identità obbligatoria come "sospetta politica", la giovane Camozzi scrive una lettera, firmata dal padre Angelo Camozzi a causa della minore età della figlia, rivolgendosi al commissario prefettizio del comune di Albino, ragioniere cavaliere e ufficiale Carlo Grimaldi, perché questi si faccia da tramite "presso le competenti autorità" per ottenere il condono dei provvedimenti a suo carico. Nella sua relazione del 5.6.1932 al Cpc, il prefetto di Bergamo, da parte sua, scrive che “la Camozzi, fino al giorno dell’arresto aveva tenuto regolare condotta in genere e, politicamente, non aveva mai dato motivo a rilievi. Ma in occasione della vertenza sindacale che condusse le maestranze dell’opificio, in cui essa lavorava, alla astensione dal lavoro, la Camozzi fu una delle principali agitatrici non solo fermando le proprie macchine, ma incitando le compagne a sospendere il lavoro e a non abbandonare lo stabilimento per rendere la protesta più efficace. Allo scopo di infliggerle un ammonimento esemplare anche per la massa operaia della valle che rivelava una certa irrequietezza, si ritenne opportuno denunciarla alla Commissione Provinciale che deliberò in suo confronto il provvedimento dell’ammonizione”. Le esigenze dell’attività produttiva, tuttavia, almeno in questo caso sono prevalenti rispetto a quelle dell’applicazione rigorosa dei provvedimenti giudiziari, dato che il commissario prefettizio del comune di Albino, Carlo Grimaldi, il 10.6.1931 così scrive alla Questura di Bergamo e ai Cc di Albino: “mi faccio premura di informare che per esigenze di lavoro ho oggi concesso mezz’ora di anticipo al mattino ed altrettanto di protrazione alla sera delle ammonite Camozzi Egidia e Belotti Maria che fanno la squadra dalle 5 alle 9 e dalle 17 alle 21 nessuna variazione è stata accordata a Fogaccia Teresa consentendo il suo turno di non uscire di casa prima delle 5 e dopo le ore 21”. A seguito del ricorso presentato contro l’ammonizione, il 27.7.1931 la Commissione Provinciale procede alla revoca dell’ammonizione stessa. Nel fascicolo sono conservate 4 copie di una fotografia della Camozzi in triplice posa e 2 copie della carta d’identità obbligatoria, con fotografia e impronta digitale, rilasciata il 3.6.1931. Radiata nel 1933. (L. Citerio, G. Mangini, R. Vittori)