Canevisio Misaele Giovanni

n. busta
24
n. fascicolo
723
Primo estremo
1911
Secondo estremo
1933
Cognome
Canevisio
Nome
Misaele
Altri nomi
Giovanni
Presenza scheda biografica
no
Luogo di nascita
Data di nascita
1874/05/11
Livello di istruzione
laurea
Professione
insegnante elementare
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Mozzanica (Bg) l'11.2.1874, dove risiede in via Maggiore n. 11. Si sposa il 12.8.1911 con Ada Ferri, senza figli. Maestro elementare, viene segnalato come socialista dal maggio 1911 da parte della Sotto-prefettura di Treviglio, che nel 1923 lo considera il maggior esponente della componente massimalista del partito socialista di Mozzanica almeno fino al 1922, quando sembra ritirarsi dall’attività politica. La fonte di tale giudizio sono i Cc di Caravaggio, che il 10.2.1923 così scrivono alla Sotto-prefettura di Treviglio: “appartiene al partito socialista massimalista. In atto non si occupa di politica. Viene esercitata sullo stesso conveniente vigilanza”. Analogamente, il 24.5.1923 la Sotto-prefettura di Treviglio scrive alla Questura di Bergamo: “da circa un anno tiene un contegno assai riservato lasciando credere di non appartenere più ad alcuna associazione politica. Tuttavia dati i suoi precedenti politici ho disposto su di lui una oculata vigilanza”. L’atteggiamento di fondo del potere fascista nei confronti degli oppositori emerge con chiarezza in una relazione del 30.11.1926 diretta ai suoi superiori dal capitano dei Cc di Treviglio Salvatore Capozzi il quale, riferendo di Canevisio, giunge al punto di proporlo per il confino di polizia anche in assenza di fatti specifici da attribuirgli: “In Mozzanica fece parte per parecchi anni della Cooperativa Social-Comunista, ora disciolta, e costituì in quel comune il Circolo Giovanile socialista che assunse dopo carattere comunista. In esso circolo sventolò, prima in Mozzanica, la bandiera rossa e le pareti delle aule vennero adornate di simili drappi attornianti i quadri di Lenin e dei vari capi del movimento rivoluzionario russo. Egli era in quell’epoca, ed è tuttora, insegnante elementare in Mozzanica. Istituito il fascio, il Canevisio, che capeggiava la corrente bolscevica in Mozzanica, venne ostacolato con ogni mezzo nel suo principio politico, tanto che dopo l’avvento del fascismo al potere si dimise da socio della Cooperativa e del Circolo socialista. Egli, per quanto dopo non abbia pubblicamente continuato la sua attività politica, non poté esimersi da certi legami di amicizia con i compagni di lotta. Infatti con una certa frequenza seralmente si accompagnava con loro per le vie del paese ed attualmente li riceve in casa sua ove li trattiene fino a tarda ora della sera. Tale fatto giustificò il sospetto e la vigilanza sul suo conto da arte dei fascisti e dell’Arma i quali non potevano non considerarlo un pericoloso soggetto agli effetti politici, tanto che nel novembre dello scorso anno, venne tratto in arresto per misure di P.S. In Mozzanica, per sbandare la cricca sovversiva, fu d’uopo proporre lo scioglimento della cooperativa, i cui soci, tutti comunisti, facevano capo al Canevisio ed ai suoi amici. Ciò si ottenne con apposito decreto Prefettizio. Il ripetuto maestro Canevisio, per quanto cerchi di dimostrare di essersi appartato dalla vita politica, è ritenuto un propagandista clandestino ed un accanito antifascista. Non risulta in modo positivo che egli svolga attività politica, però è capace di tenere nell’animo dei suoi correligionari viva la fede socialista nella speranza di un eventuale sopravvento bolscevico. Per tali motivi ed in considerazione del suo passato politico, questo Comando lo ritiene permanentemente pericoloso agli effetti dell’ordine interno dello Stato, eppertanto lo propone per l’assegnazione al confino polizia. Il confinando è in grado di mantenersi con mezzi propri”. La proposta di confinare Canevisio non ha seguito, ma nei suoi confronti viene deciso di apporre sulla sua carta d’identità la scritta che lo definisce come persona pericolosa o politicamente sospetta. In seguito a ciò, il 16.3.1927 Canevisio scrive al Prefetto di Bergamo una lettera autografa di protesta contro tale misura, attribuendola all’ostilità personale di un esponente fascista di Mozzanica che nella lettera non viene nominato. Scrive infatti Canevisio: “Se nel passato ho avuto idee diverse da quelle che ho oggi, in cinque anni di Regime Fascista mai mi sono permesso azioni o espressioni, sia in pubblico che in privato, che possano farmi ritenere persona pericolosa o sospetta. Non avevo né ho alcuna difficoltà al tesseramento nel P.N.F.; ma la mia buona intenzione è sempre stata frustrata da un individuo che mi odia per partito preso, che mi perseguita da circa sei anni. L’anno scorso domandai due volte di essere inscritto nella Corporazione della Scuola – Sezione Magistrale di Bergamo – e due volte, per volontà di chi mi odia, mi vidi respinto. Non è giusto, Ill.mo Sig. Prefetto, che una persona onesta, che un maestro che ben volentieri si presta alla istituzione dei Balilla, si veda classificato fra i nemici della Patria, fra coloro che attentano ad Essa, fra i delinquenti!... Non oso annoiarLa di più: se però la S.V. desiderasse altri chiarimenti in proposito, mi chiami pure alla sua presenza; oppure si compiaccia fare un’inchiesta sul conto mio; è evidente che, in questo secondo caso, L’individuo che mi odia, non dovrebbe essere interrogato”. Nel fascicolo non ci sono documenti che attestino un incontro tra Canevisio e il prefetto, ma quest’ultimo prende sul serio le affermazioni contenute nella lettera chiedendo alla Questura di procedere con un’indagine volta ad accertarne la fondatezza. In effetti, poco tempo dopo, in un’informativa del 10.4.1927 indirizzata al questore di Bergamo da parte del Commissario Aggiunto di Ps di Bergamo, viene chiaramente affermato che una delle ragioni della pressione fascista nei confronti di Canevisio “è in parte (si dice) per l’ostilità del cugino sig. Croci, dirigente del fascismo locale ed attuale Segretario Politico, col quale egli si trovava da tempo ed è tuttora in contrasto per motivi privati”, aggiungendo che Canevisio, anche per via della salute precaria, non è affatto pericoloso. Dal punto di vista fascista si tratta quindi di trovare una mediazione tra l’intento di non entrare in contrasto con la volontà del cugino fascista di Canevisio e quanto emerge dall’inchiesta condotta dagli stessi organi dello Stato fascista, i quali giungono alla conclusione che non ci sia la necessità di provvedimenti gravi. Ne deriva pertanto la proposta della diffida, che gli viene inflitta il 19.5.1927. Il 9.12.1927 il capitano dei Cc di Treviglio Salvatore Capozzi informa la Questura di Bergamo che Canevisio “non ha subìto procedimenti penali né ha avuto cambiamenti di stato civile. Dopo l’avvento del fascismo non ha preso parte a manifestazioni di partiti; però proviene dal partito socialista unitario dal quale era tesserato. Non si ritiene attualmente pericoloso”. Nella stessa informativa viene aggiunta la descrizione dei suoi connotati: “Statura m. 1,66; Corporatura robusta; Testa grossa; capelli neri lisci taglio all’Umberto; Naso regolare; Barba rasa; Baffi all’americana; Bocca larga; mento ovale; Camminatura lenta; Parla correttamente l’Italiano”. Nel fascicolo sono contenute due copie della sua scheda segnaletica come sospetto politico, rilasciate a Caravaggio il 20.2.1928, con le sue impronte digitali ma senza fotografia, oltre a due copie del foglio dactiloscopico. Radiato il 22.6.1933. (L. Citerio, G. Mangini, R. Vittori)
Familiari
Canevisio Bernardo (padre)
Croci Emilia (madre)
Ferri Ada (moglie)
Nata a a Cremona l’8.6.1877.
Luoghi di residenza
Mozzanica Lombardia Italia via Maggiore 11 (1874/01/11 - )
Fatti notevoli
Fonda a Mozzanica il Circolo giovanile socialista.
Sanzioni subite
diffida (1927/05/19 - )
In rubrica di frontiera
no
In bollettino ricerche
no
Esclusione dallo schedario
Data di esclusione
1933/06/22
Documentazione allegata
cartellini di segnalazione (2 schede prive di fotografie) foglio dattiloscopico (2 fogli)