Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Castione della Presolana (Bg) il 29.7.1888, socialista, sposato con Margherita Trinca Tondor. Lascia definitivamente Castione nel 1914 e si trasferisce a Grosio (So), da dove si reca in Svizzera durante la buona stagione per lavorare come operaio, mentre nel resto dell’anno è a Grosio dove lavora come contadino. Nel 1931 un informatore fascista riferisce alla Direzione Generale della P.S. del Ministero dell’Interno (che a sua volta il 3.10.1931 ne informa il Ministero degli Esteri e i prefetti di Bergamo e Sondrio), che Canova “nei frequenti viaggi che faceva in Svizzera, ove si reca ancora per motivi di lavoro, teneva all’estero un contegno ambiguo facendo il patriotta quando si trovava a contatto con buoni italiani e rappresentanti delle Autorità Consolari, mentre poi criticava aspramente l’opera del fascismo e dei fascisti, quando si trovava in ambienti sovversivi e quando lavorava alle dipendenze di un padrone noto per la sua avversità al Regime. Questa diceria ha poi a mano a mano preso consistenza ed oggi è opinione di tutti che effettivamente egli cerca di tenere il piede in due scarpe e pure essendo inscritto nella Sezione Fascista di St. Moritz ne frequenta le riunioni che vengono indette al solo scopo di assumere informazioni che poi riferisce ai suoi amici che fanno parte dell’ ‘alleanza antifascista’, non tanto per brama di compenso (che pare gli venga corrisposto per ogni buona notizia che dà) quanto per appagare il desiderio di creare imbarazzi ai Fascisti, essendo egli un fervente socialista che ha fatto finta di passare al fascismo solamente per ottenere con più facilità il passaporto per poter espatriare ed un po’ anche per non far nascere sospetti sui suoi sentimenti che sono tutt’altro che favorevoli al Fascismo. Pur essendo pochissimo istruito, il Canova, ha la parola facile e nell’ambiente operaio nel quale vive riesce sempre a dominare ed ha un forte ascendente”. Denunciato quale antifascista, nel dicembre 1931 Canova inoltra alla Questura di Sondrio un esposto in cui respinge l’accusa di essere antifascista. Il Consolato Generale Italiano in Svizzera, con sede a Zurigo, dopo aver incaricato il Ministero degli Esteri di raccogliere informazioni in proposito, il 22.7.1932 le riferisce al Ministero dell’Interno, che le trasmette alla Questura di Sondrio e da questa a quella di Bergamo: “La condotta di Canova se pure in qualche circostanza aveva dato luogo a rilievi, non è però mai stata tale da giustificare una denuncia come quella che lo ha colpito. Le intemperanze alle quali molto spesso il vino lo porta si riducono ad una eccessiva loquacità che però non ha nulla in comune con l’antifascismo di cui si fa ad egli colpa. A detta di persone che conoscono la vicenda, la denuncia avrebbe origine dai rancori personali che da tempo due conterranei certo Rota Lorenzo e Nolo Belina Antonio nutriscono verso il Canova”. Radiato il 20.6.1933. (L. Citerio, G. Mangini, R. Vittori)