Comotti Luigi Angelo

n. busta
34
n. fascicolo
1059
Primo estremo
1931
Secondo estremo
1933
Cognome
Comotti
Nome
Luigi
Altri nomi
Angelo
Presenza scheda biografica
no
Luogo di nascita
Data di nascita
1877/04/09
Livello di istruzione
diploma
Professione
sacerdote
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Tagliuno (Bg) il 9.4.1877, sacerdote, popolare. Durante la prima guerra mondiale presta servizio militare nella terza compagnia di Sanità a Milano. Il 5.4.1931, come quaresimalista si reca da Clusone (Bg) a Nossa (Bg), dove nella chiesa parrocchiale tiene una predica sul tema “Istituzione del sacerdozio”. Tra i fedeli presenti alla funzione religiosa e alla predica c’è il podestà del paese, cavalier Luigi Piantanida, che al termine della funzione rimprovera il sacerdote per due sue affermazioni, quella con cui esorta i fedeli a non credere a coloro che dicono di aver valorizzato la religione e quella che afferma che nel presente si vive nel più terribile disordine. Il sacerdote afferma di non aver voluto offendere il regime fascista, di cui dice di esser simpatizzante, ma il podestà informa dell’accaduto i Cc e la federazione provinciale fascista di Bergamo. Già il 9.4.1931 il segretario federale fascista, Giuseppe Beratto, si rivolge al prefetto Egisto Terzi, scrivendo che don Comotti ha intrattenuto i fedeli “parlando dal pergamo in modo veramente sleale ed ingrato provocando lo sdegno dell’elemento fascista. Senza distinzioni fra nazione e Nazione, detto Sacerdote ebbe a dire che la religione non è valorizzata, che i Governi non appoggiano i sacrifici dei Missionari, che si grida ‘abbasso i Preti’ ed altre frasi che hanno provocato le proteste dei Fascisti di Nossa. Quanto sopra mi permetto di segnalare all’E.V. per i provvedimenti che riterrà opportuni”. Tuttavia, in una nota dell’1.5.1931 inviata alla Prefettura dal tenente colonnello Pietro Testani, comandante della divisione dei Cc di Bergamo, si informa che “nessuno dei vari fascisti di Nossa citati dal quel Podestà Cav. Luigi Piantanida a sostegno degli addebiti fatti al Don Comotti, fatta eccezione del vice Podestà Sig. Poli Antonio, ha voluto confermare al Sig. Comandante la Tenenza di Clusone la nota frase addebitata dal Piantanida stesso al suddetto sacerdote: ‘Non credete a coloro che dicono di aver valorizzata la religione’. Oltre alla suddetta frase alla quale il Don Comotti dà la versione già nota a codesta Prefettura, detto prelato ebbe a pronunciare anche le altre: ‘Oggi si vive nel più terribile disordine. Si grida abbasso il Sacerdozio. E noi discendiamo abbasso e cioè in mezzo a tutte le creature cadute nella perdizione per portar loro la benedizione divina e far loro capire che i Sacerdoti hanno avuto da Dio la dominazione del mondo’”. Il 18.4.1931 i Cc di Bergamo informano la Questura che don Comotti è stato simpatizzante del partito popolare ma al momento forse è simpatizzante del regime fascista, che “è di carattere disinvolto e vivace e non è investito di alcun beneficio” e che la Questura verrà preventivamente informata qualora il sacerdote dovesse andare a predicare in altre sedi. Il sacerdote viene diffidato il 2.6.1931. Viene segnalata la sua partenza per Crema l’11.2.1932 dove deve tenere il quaresimale. Radiato il 22.6.1933. (G. Mangini, R. Vittori)
Familiari
Camotti Giuseppe (padre)
Nato nel 1847, mugnaio.
Gambarini Angela (madre)
Contadina.
Comotti Giovanni Giuseppe (fratello)
Nato a Tagliuno l’11.7.1875, si sposa il 5.3.1908 a Salvirola (Cr) con Adele Benelli
Comotti Caterina Giovannina (sorella)
Nata a Tagliuno il 4.7.1883.
Luoghi di residenza
Castelli Calepio Lombardia Italia (1877/04/09 - )
Fatti notevoli
1931/04/05 - 1931/04/05
Pronuncia frasi ritenute antifasciste durante le prediche quaresimali a Ponte Nossa il 5.4.1931.
Sanzioni subite
diffida (1931/06/05 - )
In rubrica di frontiera
no
In bollettino ricerche
no
Esclusione dallo schedario
Data di esclusione
1933/06/22