Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Sarnico (Bg) il 31.5.1890, chimico, sovversivo. Anche il nonno Lorenzo e il padre Luigi sono chimici. Nel 1878 Luigi Biseo si trasferisce a Sarnico, dove nasce Lorenzo. Il 27.3.1909 la Pretura di Sarnico condanna il diciannovenne Lorenzo Biseo a 43 giorni di reclusione e a 72 lire di multa per minaccia a mano armata e porto d’armi senza licenza, ma nel fascicolo non c’è l’indicazione del fatto specifico a cui lo condanna si riferisce. Il 13.3.1913 risulta sergente e nominato sottotenente di complemento di fanteria. L’8.9.1913 si trasferisce prima a Greco Milanese (Mi) e poi a Milano in via Telesio 23. Con sentenza del Tribunale Militare di Guerra il 28.10.1916 viene condannato a 2 anni e un mese di reclusione per diserzione in tempo di guerra, pena in seguito amnistiata. Il Tribunale di Tolmezzo (Ud) il 9.5.1922 lo condanna a 3 mesi di reclusione e a 1500 lire di multa per importazione abusiva di automobile dall’estero. Il 17.4.1924 si sposa con Irma Mangelsdorf a Francoforte sul Meno, città natale della moglie. Nell’ottobre 1926 è in Germania come agente fascista, in rapporto con Roberto Farinacci, che tiene informato sugli sviluppi politici della destra tedesca, in particolare del movimento nazista e degli uomini che lo dirigevano in quegli anni, indicando il nazismo come un possibile alleato politico del regime fascista. In seguito risiede a Roma e nel 1932 diviene campione regionale di scacchi. Nella primavera del 1935, nel comune di Anagni (Fr) viene accusato di offese a Mussolini. La Questura di Frosinone ne informa il Cpc, che con un telegramma dell’8.4.1935 ordina che Biseo venga ammonito e per questo il 14.4.1935 la Questura di Frosinone si rivolge a quella di Bergamo per averne l’atto di nascita e la fedina penale, dato che Biseo “d’ordine del Ministero, deve essere denunziato alla locale Commissione Provinciale per l’ammonizione”. Così, il 6.5.1935 Biseo viene ammonito per un biennio dalla Commissione Provinciale per il confino di polizia di Frosinone. Prosciolto dall’ammonizione il 23.11.1935, ottiene il passaporto per la Germania grazie ad un’apposita nota del Ministero dell’Interno che, il 21.1.1936, comunica alle Questure di Roma e Frosinone il nulla-osta politico all’espatrio in Germania, dove infatti Biseo si trova nel 1936. In una pubblicazione tecnica tedesca del 1950, dell’editore J. Springer– Fortschritte der Teerfarbenfabrikation un verwandter Industriezweige (Progressi nella produzione di vernici a base di catrame e industrie collegate) - viene segnalato un brevetto di Biseo registrato a Berlino il 28.4.1938, ma già nel 1935 il suo nome era citato sull’annuario tedesco «Brennstoff-chemie», dedicato alla chimica dei carburanti. In una segnalazione del 14.11.1938 inviata dalla Questura di Roma a quelle di Bergamo, Milano e Frosinone, si informa che Biseo è oggetto “della lettera N° 500/16725 in data 16/6/1937 del Superiore Ministero Divisione Polizia Politica”, della quale però non è conservata copia nel fascicolo. Nel 1940 risulta incluso nell’elenco dei titolari di brevetti decaduti per mancato pagamento di tasse, pubblicato a p. 47 del «Bollettino dei brevetti per invenzioni, modelli e marchi», edito dal Ministero delle Corporazioni. Non sono conservati documenti su di lui riguardanti il periodo 1940-1943. Nel periodo successivo all’8.9.1943 si trova in Val di Chiana, a Sarteano (Si), dove insieme a sua moglie è protagonista del salvataggio di un gruppo di civili nel contesto della battaglia di Chiusi tra gli Alleati in avanzamento e i tedeschi in ritirata, come racconta Giorgio Bologni nel suo libro del 2011, 'Guerra in Valdichiana. La battaglia di Chiusi– Giugno 1944': “il dott. Lorenzo Biseo (..) salvò una decina di italiani al Poggione dalla rappresaglia per un commilitone ucciso da un Sarteanese coprendo il cadavere con una bandiera tedesca. (N.d.r. il dr. Biseo mi disse che i tentativi di sua moglie e suoi sarebbero stati inutili, perché un cugino del morto faceva parte del ‘plotone di esecuzione’ e non sentiva ragione; tutto finì bene quando Carlo Mangoni intervenne stendendo sul morto una bandiera tedesca. Gli abitanti di Sarteano però hanno sempre creduto che sia stato decisivo l’intervento dei coniugi Biseo)”. Nel dopoguerra risiede a Roma, dove sua moglie Irma muore il 13.3.1956. Come risulta dall'anagrafe comunale di Sarteano, si trasferisce da Roma nella cittadina toscana il 13.12.1960, ma dal 15.4.1967 ritorna a Roma. (G. Mangini, R. Vittori)