Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Medolago (Bg) il 10.9.1889, sacerdote. Ha 4 fratelli maschi che con i genitori lavorano circa 70 pertiche di terreno arativo di loro proprietà, situate nel comune di nascita, che rendono discrete le condizioni economiche della famiglia. Viene ordinato sacerdote il 15.5.1915 e subito inviato al fronte della prima guerra mondiale come cappellano militare, nel corso della quale riceve tre decorazioni. Nel 1920 viene nominato coadiutore parrocchiale a Capriate San Gervasio (Bg) e nel 1921 è nominato con lo stesso incarico a Romano di Lombardia (Bg). Antifascista, sostenitore del partito popolare, nel corso degli anni Venti è attivo nel Segretariato del Popolo di Romano di Lombardia (Bg). Il 20.8.1928 il questore di Bergamo scrive ai Cc di Treviglio (Bg) che “il don Bravi, valendosi dell’ascendente che egli ha nella zona, lungi da aver rinunciato ad ogni attività politica, continui a far opera contraria al Regime ed ai suoi esponenti, tanto che fu prospettata l’opportunità di includerlo nell’elenco degli oppositori”. I Cc di Treviglio, comunque, il 15.8.1928 esprimono parere contrario a provvedimenti nei suoi confronti. Dal 1932 è parroco di Valnegra (Bg) e il 24.11.1934 i Cc di Piazza Brembana (Bg) non lo giudicano meritevole della radiazione dal novero dei sovversivi perché la definiscono ‘sobillatore’ e ‘contrario alle leggi’. Il 29.3.1935 la Pretura di Zogno lo condanna a 200 lire di ammenda perché il 6.2.1935 ha allestito “un pubblico spettacolo teatrale senza la prescritta licenza”. Viene costantemente vigilato dai Cc di Piazza Brembana, che diffidano di lui e che nell’ottobre 1936 lo definiscono “molto scaltro e di elevata intelligenza”. Nel novembre 1938 lo ritengono sempre antifascista. Il 16.12.1940 viene trasferito come economo spirituale a Rovetta con Fino (Bg), dove il 20.1.1941 diviene parroco a tutti gli effetti. Il 25.2.1941 così scrive alla Questura di Bergamo il Maresciallo Maggiore Pietro Mangano, comandante della stazione dei Cc di Clusone (Bg): “Bravi don Giuseppe Francesco (ndr.: Damiano) di Andrea, nato a Riviera d’Adda il 10.9.1889, residente a Rovetta con Fino da circa un mese, tiene regolare condotta in genere senza dar luogo a rimarchi di sorta. Non risulta iscritto al P.N.F. né ha dato fin qui prova di ravvedimento, per cui quest’ufficio è di parere contrario che il Bravi venga radiato dal novero dei sovversivi”. Questo è l’ultimo documento conservato nel fascicolo. Qualche altra informazione si può ricavare da alcuni studi. Come riferisce Barbara Curtarelli nel suo libro ‘Ho fatto il prete’, quando era a Rovetta aveva anche l’incarico di insegnante presso il Seminario ‘Barbarigo’ di Clusone, il cui rettore era don Stefano Baronchelli. Dopo l’8.9.1943 don Bravi aiuta l’antifascismo locale ad organizzarsi. Durante l’occupazione nazista don Bravi ha aiutato alcune famiglie di ebrei, aiutandoli a passare il confine con la Svizzera, affidandoli a persone sicure o nascondendoli nella stessa canonica di Rovetta. Nelle fasi finali della guerra si è trovato a mediare tra i partigiani locali e le truppe naziste, arroccate proprio nei locali del Seminario. Nel loro libro sulla conclusione delle attività militari della Resistenza a Rovetta, Gli ultimi fuochi, Angelo Bendotti ed Elisabetta Ruffini riferiscono che don Bravi il 26.4.1945 partecipa alla costituzione del Cln di Rovetta, che dichiara lo stato insurrezionale. Il 28.4.1945 don Bravi a Rovetta confessa ed assiste spiritualmente i giovani militi della Brigata fascista ‘Tagliamento’ appena prima della loro fucilazione da parte dei partigiani della zona. Muore a Rovetta il 7.6.1979.( G. Mangini, R. Vittori)