Profilo sintetico riassuntivo
Nato nella frazione Cigadola del comune di Olmo al Brembo (Bg) il 15.7.1879, risiede a Olmo. Definito ‘disfattista’, ha quattro figli, due femmine sono sposate in Francia. Vedovo, si è risposato. Capo reparto gruista, risiede ad Aosta dal 1923 e lavora presso l'impresa Cogne. Viene ammonito dalla Prefettura di Aosta il 15.11.1940 per avere espresso giudizi disfattisti nei confronti dell’Italia e della Germania, pronunciati nello stabilimento Cogne. Sul suo caso è conservata nel fascicolo la relazione della Questura di Aosta dell’8.11.1940, che si basa sull'indagine dell'UPI della XII legione 'Monte Bianco' della Mvsn. Da questa indagine risulterebbe che Arizzi più volte si è intrattenuto a parlare con Marcello Teia (di Bernardo), capo squadra manutenzione, su argomenti di politica internazionale e operazioni militari. Il 12.7.1940, alla presenza dell'operaio Ernesto Di Carlo, dicendosi preoccupato della sorte dei suoi congiunti rimasti in Francia, Arizzi afferma: "Ho due generi militari con l’esercito francese, chissà se siano ancora in vita”. Al che Teia gli risponde di mettersi il cuore in pace “che li avevano già sistemati i tedeschi”. Arizzi replica con tono alterato: “In ultimo anche se vinceremo la guerra saremo sempre in miseria; la Germania ci darà, è vero del lavoro, però ci terrà anche sempre sottomessi; l’Inghilterra sarà sempre la padrona dei mari; voialtri sarete sempre senza soldi mentre io li ho già.”. Nel pronunciare questa frase, con una mano prende la giacca del Teia e con l’altra batte il portafogli, volendo dar prova che il denaro se l’era guadagnato in Francia. Dell’accaduto Teia informa lo squadrista Beniamino Derriad, a sua volta dipendente della Cogne. Questi riferisce alla locale Federazione provinciale fascista, che ne interessa appunto la Mvsn. Altri operai (Enrico Cattaneo, di Pietro, e Umberto Murzilli, di Adamo) affermano che più volte Arizzi ha dimostrato avversione nei loro confronti, perché fascisti e legionari in Africa e in Spagna, “accusandolo di aver usato loro un trattamento di rigore rispetto ad altri operai, che non avevano gli stessi meriti”. Arizzi nega di aver detto frasi contro l’Italia e la Germania, o comunque di esaltazione della Francia e dell’Inghilterra e di aver biasimato l’operaio Murzilli per aver partecipato alla guerra di Spagna e di aver usato preferenze verso operai non fascisti. Ammette di aver parlato di argomenti di politica internazionale e di essere stato iscritto nel 1920-21 al “sindacato rosso per ragioni di lavoro e non per ragioni di politica”. Versa in buone condizioni economiche. Vedovo, il 27.12.1937 si sposa in seconde nozze con Silvia Bascono; conduce vita ritirata. Sul lavoro è molto esigente con i dipendenti ed è ben considerato dai dirigenti. Nonostante abbia respinto gli addebiti nei suoi confronti, i fascisti locali ritengono innegabile che nutra sentimenti francofili e anglofili, a causa del suo lungo soggiorno all’estero. Non partecipa alle manifestazione del regime ed esprime con cautela, a persone di fiducia, i suoi sentimenti contrari al fascismo. Nel fascicolo non ci sono ulteriori notizie. Cpc, b. 189, 1940-1940. (G. Mangini, R. Vittori)