Arzuffi Sante


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n. busta
5
n. fascicolo
147
Primo estremo
1898
Secondo estremo
1932
Cognome
Arzuffi
Nome
Sante
Presenza scheda biografica
Luogo di nascita
Data di nascita
1879/10/15
Luogo di morte
Bergamo
Data di morte
1932/03/30
Livello di istruzione
licenza elementare
Professione
lavorante fornaio
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Bergamo il 15.10.1879, ha la licenza elementare, lavorante fornaio occasionale, risiede in via San Giovanni 4, in una zona della città fortemente segnata dalla presenza proletaria e da militanti socialisti, sindacalisti e anarchici. Orfano di madre, il padre si risposa e Sante convive con la matrigna e i fratellastri, con i quali però non va d'accordo. Ricoverato in ospedale a Bergamo nell'ottobre 1898, fa propaganda socialista rivoluzionaria tra i degenti, soprattutto contadini, tanto che il medico curante gli sequestra giornali, riviste e opuscoli socialisti. Di questo episodio riferisce un maresciallo del ‘Corpo delle Guardie di Città’ di Bergamo il 10.10.1898 nel suo rapporto all’ispettore di Ps, scrivendo che Arzuffi “tutti i giorni cerca di seminare fra gli infermi e infermieri le sue avanzate idee, trattandosi che la maggior parte degl’infermi sono del contado ossequienti alla Religione cattolica. La voce dell’Arzuffi è poco ascoltata ed anzi chi si sdegna di ascoltarlo li minaccia ed anche trascende alle vie di fatto. Per essere più libero del suo parlare coglie l’occasione quando i ricoverati si trovano in giardino”. Il 3.7.1900 la Corte d’Appello del Tribunale di Brescia lo condanna a 16 mesi e 20 giorni per furto, con il condono di 6 mesi. Svolge il servizio militare tra il 1900 e il 1901, iscritto nelle liste di leva con il n. 318, arruolato di prima categoria col n° 7605 di matricola nel 20° Fanteria, congedandosi l’1.11.1901. Risiede a Bergamo Alta. Nel gennaio 1902 viene denunciato dalla matrigna, che si rivolge al delegato di Ps di Città Alta, Carlo De Martino consegnandogli materiale propagandistico socialista rivoluzionario, le fotografie di Enrico Ferri e una cartolina postale, conservata nel fascicolo, con il ritratto fotografico di Gaetano Bresci, accanto al quale Arzuffi aveva scritto, con grafia incerta, il proprio commento: “Questo è l’eroe che seppe affermarsi sopratutto a tutti e (...) di vedere tante vittime invendicate seppe erigersi a vendicatore di tutte le vittime d’Italia immolate a onore del trono e dell’altare questo fu colui che alzò il suo braccio contro il responsabile di tante nefandezze”. Nel suo rapporto al commissario di polizia di Bergamo del 31.1.1902, De Martino scrive che Arzuffi “non esercita veruna proficua professione ad eccezione di qualche giornata che lavora da prestinaio in surrogazione di qualche suo collega assente od ammalato, passando il rimanente tempo in continua orgia nell’osteria della Campana in codesta via San Lazzaro n. 4, ove soglionsi radunare altri prestinai disoccupati”. Arrestato il 7.8.1902 dai Carabinieri ad Ardesio (Bergamo) e denunciato per apologia di regicidio, l'11.8.1902 viene condannato dal Tribunale di Bergamo a 4 mesi di carcere e 150 lire di multa. Il 15.7.1904 ancora il Tribunale di Bergamo lo condanna a 2 anni di reclusione e uno di vigilanza speciale per furto qualificato. Dalle carceri giudiziarie di Bergamo Arzuffi viene trasferito a quelle di Brescia il 9.2.1905 e poi nel reclusorio di Pallanza. Uscito dal carcere, è in corrispondenza con militanti di altre località, ricevendo opuscoli e stampati. In una nota indirizzata al Commissario di Ps di Bergamo, il 27.5.1906 il delegato Carlo De Martino, responsabile della ‘Delegazione Pubblica Sicurezza Alta Città’, scrive che Arzuffi, “senza fissa dimora”, in linea politica “poi è di pessima condotta poiché professa e propugna idee socialistiche, per le quali anzi tiene corrispondenza con altri simili affigliati di altre località dalle quali anzi riceve opuscoli e stampati”. Il 7.4.1908 viene denunciato al Procuratore del Re insieme ad Alessandro Caglioni, Zanardi, Carlo Paratico, Bianchi di Parma come uno dei promotori dello sciopero generale del 4.4.1908 e come istigatore dei danneggiamenti riscontrati nella circostanza, nonché come autore della rottura dei vetri ai negozi dei proprietari fornai, avvenuta nella notte dal 24 al 25.4.1908. Viene arrestato per violenza e per resistenza alla forza pubblica. In seguito a queste vicende, i Cc di Bergamo, in una loro nota del 21.4.1908, così descrivono Arzuffi: “E’ di carattere prepotente, frequentò le scuole elementari, è lavoratore fiacco, gode fama di ladro, professa principi socialisti e frequenta la compagnia di socialisti e pregiudicati”. In conseguenza di ciò, pochi giorni dopo, cioè il 28.4.1908, viene aperta la sua scheda biografica, che verrà progressivamente aggiornata fino alla data della sua morte. La sera del 24.9.1910 viene fermato a Bergamo in compagnia dell'anarchico Luigi Adami. Nel maggio 1911 professa idee sindacaliste rivoluzionarie, lavora sempre come fornaio presso la ditta Rocchetti ed è dedito all'alcool. Nell'estate-autunno 1914 si iscrive al Gruppo Libertario Bergamasco, fondato agli inizi di agosto e risiede in via San Bernardino 4. Si trasferisce a Genova il 20.4.1921 con la moglie Lucia Maria Pezzoli di Bergamo e con la figliastra Luigina Locca, pure di Bergamo. A Genova, dove risiede in via Ferreggiano, spesso rimane disoccupato e non svolge attività politica. La Pretura di Genova il 19.1.1923 lo condanna a 10 giorni di reclusione per furto. Nel novembre 1929 rientra a Bergamo, prendendo alloggio al 2° piano di via San Giovanni 4. Per offese a Mussolini pronunciate il 23.10.1930 in un’osteria di via Pignolo n. 101, il 28.10.1930 viene denunciato alla Questura, che il 20.11.1930 lo denuncia all’autorità giudiziaria, ma il relativo procedimento giudiziario non avrà mai luogo. Muore per una crisi cardiaca il 30.3.1932, come il giorno stesso riferisce freddamente alla Questura l’agente Sante Jacobazzi: “Pregiomi comunicare alla S.V. Ill.ma che, verso le ore 5.30 di questa mattina, nell’atrio del portone d’ingresso della casa segnata col n. 44 di questa via S. Caterina, è stato trovato morto per paralisi cardiaca il sovversivo schedato Arzuffi Fermo Santo fu Luigi, e fu Franzini Faustina, nato a Bergamo il 15 ottobre 1879, quivi domiciliato Via S. Giovanni N. 4, fornaio lavorante. Si unisce il certificato di morte”. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia. Cpc, b. 204, 1908-1932. (G. Mangini)
Familiari
Arzuffi Luigi (padre)
Oste
Franzini Faustina (madre)
Nata a Vertova nel 1858, ostessa, domiciliata a Bergamo, morta a Vertova il 16.3.1885
Pezzoli Lucia Maria (moglie)
di Francesco, tornitore, e Luigia Ceruti, nata a Bergamo il 21.5.1876, sposata a Bergamo il 24.5.1894 con Fortunato Domenico Locca, del quale rimane vedova
Arzuffi Camillo (fratello)
Nato a Vertova nel 1883 e morto ad Azzano San Paolo il 15.6.1885
Luoghi di residenza
Bergamo Lombardia Italia (1879 - 1915) Genova Liguria Italia via Ferreggiano (1921 - 1929) Bergamo Lombardia Italia via S. Giovanni 4 (1929 - 1932)
Fatti notevoli
1908/04/04 - 1908/04/04
Denunciato al Procuratore del Re insieme ai sovversivi Caglioni, Zanardi, Paratico, Bianchi di Parma, quale uno dei promotori, con false notizie, dello sciopero generale del 4.4.1908 e degli incitatori dei vandalismi perpetrati in detta occasione. Denunciato al procuratore del Re, quale autore di rottura di vetri ai negozi dei proprietari fornai, avvenuta nella notte dal 24 al 25.4.08. Arrestato per violenza e resistenza agli Agenti e per contravvenzione all’art. 492 Codice penale.
1930/10/23 - 1939/11/20
Il 23.10.1930 viene denunciato alla Questura per offese contro Mussolini in un osteria di Bergamo in via Pignolo n. 101 e il 20.11.1930 la Questura lo denuncia all’autorità giudiziaria.
Sanzioni subite
carcere (1902 - )
l'11.8.1902 viene condannato dal tribunale di Bergamo a 4 mesi di carcere e 150 lire di multa per aver inneggiato al regicidio da parte di Gaetano Bresci.
Relaz. con altri soggetti
Caglioni Alessandro (anarchico)
ASBg, Sovversivi
Adami Luigi (anarchico)
ASBg, Sovversivi
In rubrica di frontiera
no
Esclusione dallo schedario
Data di esclusione
1932
Documentazione allegata
fotografia da documento identificativo corrispondenza (cartolina postale con il ritratto fotografico di Gaetano Bresci, accanto al quale Arzuffi scrive, con grafia incerta, il seguente commento: “Questo è l’eroe che seppe affermarsi sopratutto a tutti e [...] di vedere tante vittime invendicate seppe erigersi a vendicatore di tutte le vittime d’Italia immolate a onore del trono e dell’altare questo fu colui che alzò il suo braccio contro il responsabile di tante nefandezze”)
Altre fonti archivistiche
(ACS-CPC) Archivio centrale dello Stato (Roma), Casellario Politico Centrale
Busta 204, Fascicolo
Riferimenti bibliografici
DBAI 2003
riferimento p. 54