Profilo sintetico riassuntivo
Nato l’8.9.1913 a Piazzamolini, amministrativamente frazione del comune di Santa Brigida (Bg) ma in realtà fisicamente parte del comune di Averara (Bg), risiede a Bindo, frazione di Santa Brigida. Nel fascicolo è presente la scheda biografica. Ha completato la quarta classe elementare. E’ alto 1.69, fisicamente robusto. Suo fratello Antonio è a sua volta compreso nell’elenco dei sovversivi. Oltre ad Antonio e all’altro fratello Giuseppe, entrambi boscaioli, ha anche le sorelle Modesta, Maria, Brigida e Letizia. Il padre, boscaiolo, a Santa Brigida possiede la casa e circa 15 pertiche di terra. Emigra in Francia nel giugno 1927, all’età di 14 anni, registrato sul passaporto del padre (rilasciato nel maggio 1927) con il quale si trasferisce a Roquebillière (dipartimento Alpi Marittime, regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra), a pochi chilometri dal confine franco-italiano, per lavorare come boscaiolo e carbonaio. Bottagisi partecipa come volontario alla guerra di Spagna arruolandosi nell’ottobre 1936, quando entra a far parte della XII Brigata Internazionale, nel Battaglione Garibaldi, 3a compagnia. Combatte nelle battaglie di Cerro Rojo, Casa de Campo (Madrid), Pozuelo di Alarcon, Boadilla del Monte, Mirabueno, Almadrones, Majadahonda, Arganda, Morata de Tajuña e Guadalajara. Muore il 17.3.1937 combattendo per la conquista, riuscita, del Castello di Ibarra, nel contesto della battaglia di Guadalajara. Nelle carte conservate nel fascicolo, tuttavia, la documentazione è successiva alla data della sua morte, tranne che nel caso di un dispaccio del 12.3.1937, cioè di 5 giorni prima della sua morte, indirizzato al Ministero dell’Interno da parte del Consolato generale italiano di Nizza, che comunica: “non avendo potuto ottenere il rinnovo della sua carta d’identità per poter occuparsi in lavori salariati e pur di non rimpatriare, è partito qualche tempo fa quale volontario nelle milizie repubblicane. Si ignorano i precedenti di tale giovane, che sembra appartenere a famiglia di buona moralità, residente a Santa Brigida”. Il Ministero dell’Interno trasmette il testo di tale dispaccio alla Prefettura di Bergamo il 15.4.1937, richiedendo anche il controllo della corrispondenza della famiglia, “anche per accertare se ad essi pervengano rimesse di denaro dal ‘soccorso rosso’ riferendone ogni emergenza”. Viene anche richiesta una fotografia di Bottagisi, del quale il Consolato di Nizza scrive che “nessuna speciale attività politica risulta aver esplicato il Bottagisi Severino, durante la sua permanenza in questo Distretto Consolare”. I Cc di Bergamo raccolgono informazioni su Bottagisi e la sua famiglia e il capitano Giuseppe Passanisi le trasmette il 20.6.1937 alla Questura di Bergamo. Bottagisi viene definito “di pronta intelligenza e scaltro”, di “carattere calmo”, “dedito al lavoro”, “affezionato alla famiglia, verso i cui componenti si mostrava sempre educato e rispettoso. Era appassionato per il ciclismo”, inoltre “era socievole e in pubblico godeva buona considerazione, come tuttora sono tenuti i componenti la sua famiglia”, in particolare “non era ritenuto capace di svolgere attività sovversiva neanche inconsciamente”. Oltre alla composizione e al comportamento politico, morale e giudiziario della famiglia, del tutto regolare, i Cc riferiscono che: “fra i prossimi parenti non vi sono pregiudicati o prostitute. Sono tutti di buona condotta in genere e non risulta che alcuno di essi abbia sofferto malattie mentali, tubercolosi, sifilitiche, intossicazioni, ecc. Egli non ha sofferto né risulta soffra malattie in genere o comunque ereditarie o sifilitiche”. Emigrato a 14 anni, al momento della chiamata per il servizio militare non ha risposto grazie alla dispensa provvisoria concessa a chi si trova all’estero. Tutte queste informazioni sono riassunte poi nella prima annotazione sulla sua scheda biografica, aperta il 27.6.1937, quando Bottagisi è morto ormai da mesi. Tra l’aprile e il giugno il suo nome viene inserito prima in RF e poi in BR, in entrambi i casi per ‘arresto’. Dal 25.10.1937 all’ultima del 12.4.1942 (“Risiede tuttora all’estero e non si hanno sue notizie”) sulla sua scheda biografica si susseguono 19 segnalazioni senza notizie. Anche la famiglia di Rino Bottagisi non ha notizie del proprio congiunto e cerca di procurarsene. Nel febbraio 1938 viene intercettata una lettera scritta il 31.1.1938 da Antonio Bottagisi, fratello di Rino, da St. Sauveur-sur-Tinée, nelle Alpi Marittime, alla madre Pierina Bottagisi a Santa Brigida: “Cari genitori. Da qualche giorno che volevo scrivere ma ò aspettato fino adesso per vedere se pottevo darvi notizie di Rino. Giovedi scorso sono andato a Nice, ma come mianno detto laltra volta mianno detto ancora questa volta, mi anno detto che è segno che noin ciè niente, perché a loro non hanno fatto sapere niente, che a degli altri che sono stati morti li anno avvertiti, o allora che sia andato con i altri, allora mi hanno detto che proveranno scriverci loro se possono sappere qualche cosa me la faranno sappere (..)”. Il 22.6.1938 il Ministero dell’Interno dà disposizione perché sul BR venga pubblicata la fotografia di Bottagisi da adulto in luogo di quella da ragazzino. Il sospetto sulla possibile morte di Bottagisi dev’essere venuto anche agli organi di polizia, dato che i Cc di Zogno il 12.6.1939 riferiscono alla Questura di Bergamo che “il comunista in oggetto non tiene corrispondenza con i famigliari e parenti residenti in S. Brigida da diversi anni, tanto è vero che ritengono sia deceduto nella guerra spagnuola all’orquando (sic) militava coi rossi”. Con una nota del 17.9.1939 il Ministero degli Interni comunica al prefetto di Bergamo che “non si è in grado di accertare se l’individuo in oggetto sia morto in Spagna”. L’11.6.1943 i Cc di Zogno segnalano che Bottagisi è ancora all’estero. Il 27.11.1946 viene deliberata la revoca delle ricerche in seguito a riorganizzazione del Casellario Politico Centrale in base alla Circolare Ministeriale 1/340 del 23.8.1945. Nel fascicolo sono conservate due sue fotografie, una da ragazzo, realizzata nel 1927 per ottenere il passaporto per la Francia, e l’altra da adulto. Cpc, b. 790, 1937-1942.
Ulteriori informazioni su Bottagisi sono contenute nell’archivio dell’INSMLI di Milano, in particolare nel fondo Aicvas, Serie pratiche personali, b. 17, f. 90. Nel fascicolo dedicato a Bottagisi, in particolare, è presente una lettera di Lorenzo Vanelli (1902-1977) alla famiglia Bottagisi del 3.5.149 (prot. 791/2), della quale nel frattempo sono morti i genitori. Vanelli, comunista, ha combattuto in Spagna nello stesso battaglione di Bottagisi, è stato attivo nella Resistenza italiana e ha fondato la Fratellanza dei Garibaldini di Spagna. In precedenza si era rivolto alla famiglia Bottagisi per avere una fotografia di Rino, e nella sua lettera, oltre a restituire la fotografia, lo ricorda come uno “tra i migliori e più attivi combattenti nelle seguenti battaglie… Cerro Rojo, Casa Campo (Madrid), Pozuelo di Alarcon, Boadilla del Monte, Mirabueno, Almandrone, Majadahonda, Arganda, Morata de Tajuña e Guadalajara, fu in questo fronte che egli immolò la sua vita combattendo contro i rappresentanti dei boia della sua Patria, contro le camicie nere. Egli è caduto ma già egli stesso si era vendicato, ma fu ancora vendicato dai suoi compagni di lotta che conseguirono quella famosa vittoria contro le 4 divisioni di camicie nere”. Tra i compagni di Rino Bottagisi in queste battaglie figura anche Giovanni Cerbai, detto Giannetto, nato nel 1912 a Camugnano (Bo). Nel fascicolo del fondo Aicvas è conservata un’altra lettera di Vanelli del 27.1.1950, indirizzata al fratello di Rino, Giuseppe, il quale evidentemente doveva aver chiesto a Vanelli se era possibile ottenere l’atto di morte del fratello, perché Vanelli risponde dicendo che non esistono atti di morte dei volontari delle Brigate Internazionali a causa della loro distruzione, sia in Spagna che a Parigi. Aggiunge che si attende la nomina di una Commissione ministeriale con la partecipazione di rappresentanti di combattenti anti-franchisti, la quale, dopo aver esaminato la documentazione esistente, dovrebbe ottenere la facoltà di redigere gli atti di morte. In altra lettera del 20.5.1950 indirizzata all’avvocato Antonio Nosari di Bergamo, però, Vanelli scrive che la Commissione ministeriale, poi istituita, non ha il potere di emettere atti di morte. Per questo si attende l’esito del disegno di legge depositato in Senato da Randolfo Pacciardi, che mira a parificare i combattenti antifascisti in Spagna alla stregua di tutti gli altri militari caduti. Nel fascicolo Aicvas è conservata anche una lettera dell’avv. Nosari e un’altra manoscritta delle sorelle Bottagisi. La trascrizione dell’atto di morte di Severino Bottagisi nei registri di stato civile di Santa Brigida è comunicata dalla Presidenza del Consiglio a Giuseppe Bottagisi il 12.7.1967. Una scheda con i soli dati biografici di Bottagisi è presente anche nel data-base ‘SIDBRINT’ dell’Università catalana di Barcellona – Universitat de Barcelona e dedicato alla ‘Memoria Historica Brigades Internacionals: https://sidbrint.ub.edu/ca/content/bottagisi-carlo-severino (G. Mangini, R. Vittori)