Azzola Vincenzo Celeste


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n. busta
6
n. fascicolo
164
Primo estremo
1927
Secondo estremo
1944
Cognome
Azzola
Nome
Vincenzo
Altri nomi
Celeste
Presenza scheda biografica
no
Luogo di nascita
Data di nascita
1901/10/04
Livello di istruzione
licenza elementare
Professione
imbianchino
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Fontanella al Piano (Bg) il 4.10.1901, residente a Brescia, imbianchino, comunista. Nell’agosto 1921 si trasferisce da Vall'Alta (Bg) a Vobarno (Bs), dove trova lavoro presso le locali ferriere. Si sposa a Vobarno (Bs) il 20.1.1923 con Maria Elisabetta Erranti. Subito dopo il matrimonio, i due emigrano in Francia senza più fornire notizie di sé ai famigliari. In Francia Azzola entra nel partito comunista. Nel 1926 è segnalato come segretario del gruppo comunista di Gentilly. Con la moglie e un figlio lascia la Francia e il 12.4.1927 si trasferisce in Belgio, a Montigny-sur-Sambre, dove è ancora presente nel luglio 1927 in rue de la Duchère 28, come segnala il Consolato Italiano di Charleroi (Belgio) all’Ambasciata italiana a Bruxelles: “L’Azzola lavora presso il Sig. Gilson (pittore) a Gilly, il quale, sebbene lo consideri come un ottimo lavoratore, assiduo e alquanto capace, non ha potuto fare a ameno che segnalarlo alla Polizia per la propaganda sovversiva che egli svolge nell’operato operaio, sia belga che italiano. Spesso l’Azzola e altri operai che cerco di identificare, si riuniscono in colloqui segreti”. Incluso nel BR su richiesta della Questura di Bergamo, nel 1928 viene incluso nella RF su richiesta della Questura di Brescia “per il provvedimento di fermo, in considerazione della attività sovversiva svolta all’estero, come da notizie fornite da persona rimpatriata dall’estero e confermate con la ministeriale in data 6 settembre 1927 n. 24548 schedario” (Prefettura di Brescia al Cpc e alla Prefettura di Bergamo, 16.9.1932). In seguito vive a Lione con la moglie e due bambini piccoli, ma nel corso del 1931 viene espulso dalla Francia “per attività comunista”. Il 21.12.1934 il Consolato generale d’Italia a Lione informa il Cpc, l’Ambasciata italiana a Parigi e le Prefettura di Brescia e Bergamo che la moglie di Azzola, portando con sé i suoi due bambini, verso la fine del 1933 ha lasciato la sua abitazione a Lione di rue Catherine Favre senza indicare dove si sarebbe recata, ma da un telegramma dell’Ambasciata italiana di Parigi del 26.10.1931 emerge che la via non si trova a Lione, bensì a Montplaisir La Plaine di Lignon (Rhone). Proveniente da Strasburgo, Azzola entra in Germania il 16.12.1937 e risiede a Lipsia, senza però denunciarsi subito alla polizia locale. Il 4.1.1938 si presenta al Vice-Consolato di Lipsia per il rinnovo del passaporto, necessario per poter ottenere dalle autorità locali il permesso di soggiorno e di conseguenza quello di lavoro, presentando in tal senso una dichiarazione di una ditta locale disposta assumerlo. Tuttavia, agli inizi del febbraio 1938 si ripresenta al Vice-Consolato di Lipsia informando di rinunciare a rimanere nella città tedesca perché non ha ottenuto i permessi sperati, manifestando anche l’intenzione di rientrare in Italia a proprie spese. Nel febbraio 1938 è a Dessau, in Germania, dove prova di nuovo a chiedere il permesso di soggiorno e di lavoro. Il 19.3.1938, proveniente da Lipsia, dove è rimasta la sua famiglia, entra in Italia con un passaporto regolare rilasciato dal Consolato italiano di Strasburgo e rinnovato il 5.1.1938 dal Vice-Consolato italiano di Lipsia. Al valico del Brennero viene fermato e tradotto a Brescia, dove giunge il 4.4.1938. Come riferisce il 7.4.1938 la Prefettura di Brescia al Cpc e alla Prefettura di Bergamo, Azzola nel suo interrogatorio nega sia qualunque sua attività politica all’estero che contatti con elementi antifascisti, inoltre dichiara “di essere venuto in Italia per procurarsi un certificato attestante il suo mestiere di pittore, indispensabile, a suo dire, per poter esercitare liberamente tale mestiere in Germania ove conta di ritornare fra tre mesi. L’Azzola è stato associato nelle locali carceri giudiziarie a disposizione di questa Questura ed il passaporto di lui, ritiratogli all’atto dell’ingresso nel Regno, viene custodito in questi atti”. Mentre si trova nelle carceri giudiziarie di Brescia, Azzola scrive una lettera alla moglie all’indirizzo “Famiglia Richter – Johanigsgasse 30-11 Stok – Leipzig – C- 1 – Saxe”, nella quale chiede di fargli avere 10 marchi, mandandoli prima ad una madame Mole a Lille, in Francia, alla quale chiedere di cambiarli in franchi da spedire a lui. La lettera, in uscita dalle carceri di Brescia e subito controllata, suscita il sospetto della Prefettura bresciana perché “acclusa alla lettera in parola è uno schizzo a penna, eseguito dall’Azzola che raffigura due bandiere intrecciate: la tedesca con la croce uncinata e l’italiana col fascio littorio, più giù sono disegnate due mani che si stringono intorno e sotto le bandiere si legge: ‘W l’Asse Roma – Berlino, W l’Unione dei due Popoli più forti del Mondo’. Dati i precedenti dell’Azzola, il contenuto della lettera in parola appare sospetto e pertanto ne informo codesto On. Ministero per opportuna conoscenza”. Rilasciato il 20.5.1938 dopo essere stato diffidato, si dirige a Comezzano (Bs) ospite della cugina Giulia Azzola, sposata Nicoli, mentre nel giugno 1938 è a Brescia, presso un affittacamere, cercando un qualsiasi lavoro. Nel giugno 1938 il Consolato italiano di Lione informa il Cpc (e questo a sua volta il 14.7.1938 le Prefetture di Bergamo e Brescia) che Azzola, durante la sua permanenza a Lione, “ha sempre (manifestato sentimenti comunisti e sembra sia stato anche inscritto alle organizzazioni sovversive locali”. Il 22.6.1938 viene comunicata la revoca della sua iscrizione dal BR perché rimpatriato. Nell’agosto 1938 lascia Brescia insieme alla sua amante Marthe Emma Richter, diretto a Fontanella al Piano, dove però non ci sono tracce della loro presenza. Il 14.11.1938 viene fermato a Milano e tradotto a Brescia, da dove viene mandato a Vobarno con foglio di via obbligatorio. Nel dicembre 1938 lascia Vobarno diretto a Brescia. Nell’aprile 1939 si dirige da Brescia a Bergamo, da dove il 25.4.1939 si sposta a Palazzolo sull’Oglio, da dove il 4.6.1939 si allontana diretto a Milano. Nell’agosto 1939 risulta richiamato presso il 78° Reggimento Fanteria di Bergamo, da dove viene congedato il 23.8.1939, dirigendosi a Vobarno. In tale periodo frequenta la cittadina francese (ma di chiare origini tedesche) Martha Emma Richter in Hanel (n. Markleburg il 20.10.1900), che in quel periodo risiede presso Zeffira Azzola sposata Callegari in via Chiodo 14 ad Abbazia, frazione di Albino (Bg), dove anche Azzola ha il proprio domicilio. I Cc di Albino il 10.8.1939 informano la Questura di Bergamo della presenza della Richter, della quale scrivono che “sebbene si sia uniformata alla vita locale, facendo anche pratiche religiose, è ritenuta donna di facili costumi”. In seguito a queste informazioni la donna viene rimandata in Francia. Nell’estate 1939 Azzola si ripresenta presso la parente Azzola Callegari di Abbazia di Albino, alla ricerca di corrispondenza spedita da Martha Emma Richter Hanel, in quel momento a Chambery in Francia. Nel corso del 1940 si trasferisce da Vobarno a Brescia, dove lavora come imbianchino presso la ditta Lucca, dormendo presso il dormitorio pubblico di vicolo San Vincenzo. Nel marzo 1944 è ricercato dalla Questura fascista repubblicana di Brescia, città dalla quale risulta allontanatosi. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia in triplice posa, realizzata il 7.4.1938, insieme alla fotografia della sua lettera alla moglie in Germania dell’aprile 1938. Cpc, b. 225, 1927-1944. (G. Mangini, R. Vittori)
Familiari
Azzola Carlo (padre)
Gozzini Angela (madre)
Erranti Maria Elisabetta (moglie)
di Ercole e Luigia Erbotti, n Salò l’8.3.1901, domiciliata a Vobarno.
Azzola Giulia (cugina)
Luoghi di residenza
Vall'Alta Lombardia Italia ( - 1921) Vobarno Lombardia Itala (1921 - 1923) Gentilly Île-de-France Francia (1923 - 1927) Montigny-sur-Sambre Belgio rue de la Duchère 28 (1927 - ) Lione Francia Strasburgo Alsazia Francia ( - 1937) Lipsia Germania (1937 - 1938) Brescia Lombardia Italia (1938 - )
Fatti notevoli
1926 - 1926
Nel 1926 è segnalato come segretario del gruppo comunista di Gentilly (dipartimento Valle della Marna, regione Île-de-France).
In rubrica di frontiera
Informazioni
1928
In bollettino ricerche
no
Esclusione dallo schedario
no
Documentazione allegata
fotografia da documento identificativo
Altre fonti archivistiche
(ACS-CPC) Archivio centrale dello Stato (Roma), Casellario Politico Centrale
Busta 225, Fascicolo