Brignoli Alessio Giovanni Francesco


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n. busta
20
n. fascicolo
608
Primo estremo
1929
Secondo estremo
1933
Cognome
Brignoli
Nome
Alessio
Altri nomi
Giovanni Francesco
Presenza scheda biografica
no
Luogo di nascita
Data di nascita
1886/05/11
Livello di istruzione
licenza elementare
Professione
operaio merciaio ambulante
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Peia (Bg) l’11.5.1886, antifascista, ha svolto il servizio militare come caporale, poi emigra nel 1908 in vari paesi stranieri. Rientra per sposarsi a Peia il 13.6.1909 con Santa Maria Alberti. Emigrato in Australia il 23.10.1926, dove nell’estate 1929 si trova da vari mesi disoccupato nella località mineraria di Boulder, un sobborgo della città di Kalgoorlie (Australia Occidentale). In cerca di lavoro si rivolge ad un emigrato di origine bresciana, Giovanni Battista Mariotti. Questi, come lui stesso dichiara il 9.5.1931 ad un funzionario di Ps, cercava di trovare lavoro ai connazionali iscritti al fascio “e ciò anche per procurare lo sviluppo del gruppo fascista che unitamente ad altri avevo costituito a Boulder”. L’incontro tra Mariotti e Brignoli, che è accompagnato dal nipote Luigi Bertocchi, anch’egli originario di Peia, avviene la sera del 21.8.1929. Su quello che accade a partire da questo momento in poi, la versione dei fatti fornita dai protagonisti dopo il loro rientro in Italia è ben diversa. Alessio Brignoli, con il passaporto vidimato dal Consolato di Perth, il 24.2.1930 si imbarca sul piroscafo ‘Orvieto’ e giunge a Peja il 19.3.1930. Secondo Brignoli, interrogato presso la Questura di Bergamo il 9.8.1930, dopo aver chiesto a Mariotti se poteva procurargli un lavoro, costui gli “rispose in malo modo, dicendo che per chi non era fascista non c’era lavoro, e che esso era un fascista sfegatato e che non temeva nessuno, anzi mi sfidava a duello. Io risposi che non appartenevo a nessun partito, e che solo cercavo lavoro per poter aiutare la mia famiglia; dopo breve discussione sempre più concitata il Mariotti mi colpì con uno schiaffo e così si accese la zuffa, e rotolammo a terra ambedue finché mio nipote Bertocchi Luigi non riuscì a separarci”. Brignoli afferma inoltre che entrambi erano alticci “per soverchie libazioni” e aggiunge che “non è vero che percossi il Mariotti con un bastone, solo cadendo si produsse una escoriazione ad un occhio, per cui rimase assente dal lavoro qualche giorno”. Inoltre Brignoli nega di aver detto “io facevo così anche in Italia con i fascisti”, di non sapere dell’appartenenza fascista del Mariotti e di non interessarsi di politica. Mariotti invece, che nel frattempo è rientrato in Italia, in una lettera scritta da Villa Carcina (Bs) a Massimiliano Gusmeri e da questi comunicata a Giovanni Battista Zanotti, segretario del gruppo fascista di Boulder City del 29.9.1929, riferisce di aver subito una vera e propria aggressione da parte di Brignoli e di suo nipote Bertocchi: “I due vili me ne diedero tante che dovetti stare a letto una settimana. Mi hanno ridotto come una mela cotta ed il Brignoli mi disse che lui faceva così anche in Italia coi fascisti. Sapevano che io fui uno dei primi organizzatori di questo piccolo gruppo. Non intendiamo far vendetta qui, sarebbe far il buco nell’acqua. Figuratevi che siamo in nove tesserati contro centinaia di contrari”. Dell’accaduto viene informato anche il vice-console italiano di Pert e anche l’ing. Marocco, segretario generale dei piccoli gruppi fascisti in via di formazione nell’Australia occidentale. La lettera viene trasmessa in copia il 20.11.1929 alla Questura di Brescia e poi a quella di Bergamo. Altri particolari sull’accaduto si ricavano da una dichiarazione autografa di Mariotti del 9.5.1931: alla richiesta di Brignoli se poteva trovargli un lavoro, lui gli risponde di rivolgersi a un certo Zanotti. Dopo l’incontro, mentre rincasava dopo mezzanotte, viene raggiunto nuovamente dal Brignoli che gli rinnova la preghiera di trovargli un lavoro e alla sua risposta che non poteva, viene colpito ad un occhio con un bastone facendolo cadere a terra. Brignoli, trattenuto da Bertocchi, continua ad accanirsi su Mariotti, il quale riconosce che entrambi i bergamaschi erano “brilli” e che Bertocchi invitava lo zio a desistere dall’aggressione, senza però far nulla per impedirlo. Mariotti non ha voluto denunciare il fatto alle autorità locali di polizia per non mettere in cattiva luce gli italiani, data l’intenzione del governo australiano di espellerli a causa della grave crisi economica. “Quanto sopra ho detto – afferma Mariotti – è la serena esposizione degli avvenimenti verificatisi e da parte mia non intendo con la presente deposizione di nuocere al Brignoli in considerazione anche che in seguito ad infortunio sul lavoro gli fu asportato un braccio”. A questo proposito il prefetto di Bergamo il 16.6.1931, in occasione della trasmissione dell’incartamento al Ministero degli Interni, segnala l’amputazione della mano sinistra e non del braccio di Brignoli. La Questura di Bergamo avvia indagini su Brignoli e Bertocchi e al loro rientro in Italia, nell’estate 1930, come sopra riportato, vengono interrogati, ma nella documentazione conservata nel fascicolo non risultano provvedimenti disciplinari nei loro confronti. Nel 1933 il prefetto dichiara al Cpc che Brignoli dopo il rimpatrio mantiene regolare condotta e si dedica al lavoro di merciaio ambulante e alla famiglia, proponendone la radiazione. Il Cpc il 16.7.1933 concede la radiazione. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia. Cpc, b. 840, 1930-1933. (R. Vittori)
Familiari
Brignoli Francesco (padre)
Nato nel 1846, tessitore.
Moro Santa (madre)
Tessitrice
Alberti Santa Maria (moglie)
Nata a Peia l'1.10.1884, sposata il 13.6.1909.
Bertocchi Luigi
Nipote
Luoghi di residenza
Peia Lombardia Italia (1886 - ) Kalgoorlie Australia Occidentale Australia località Boulder city (1927 - 1930) Peia Lombardia Italia (1930 - )
Fatti notevoli
1929/08/21
La sera del 21.8.1929 a Boulder in Australia, Brignoli e il nipote Luigi Bertocchi sono coinvolti in una rissa con un altro emigrato italiano, il fascista Giovanni Battista Mariotti.
In rubrica di frontiera
no
In bollettino ricerche
no
Esclusione dallo schedario
Data di esclusione
1933
Documentazione allegata
verbale di deposizione firmato (Dichiarazione dattiloscritta autografa di G.B. Mariotti del 9.5.1931 rilasciata a un funzionario di PS) verbale di deposizione firmato (Verbale di polizia del 9.81930 firmato da Brignoli e da Bertocchi. ) fotografie private
Altre fonti archivistiche
(ACS-CPC) Archivio centrale dello Stato (Roma), Casellario Politico Centrale
Busta 840, Fascicolo