Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Isola Dovarese (Cr) il 21.3.1881. Il 24.1.1906 si sposa a Isola Dovarese con Maria Corradi. Residente a Casalbuttano (Cr), è ferroviere capo gestione di I classe delle FF.SS., socialista. Nel fascicolo è presente la sua scheda biografica, compilata a cura del Commissariato Compartimentale di Pubblica Sicurezza di Milano, dedicata specificamente agli impiegati o agenti ferroviari, che annota gli avvenimenti politici e professionali di Baetta che vanno dal 1927 al 1932. Nel corso della prima guerra mondiale viene privato del modello 5 e inviato al fronte in quanto ‘disfattista’. Nel corso del 1927 lavora alla stazione ferroviaria di Voghera (Pv). Il 17.7.1927 la Questura di Pavia riceve dai Cc locali una proposta di ammonizione perché attribuisce a Baetta attività propagandistica tra gli operai ferroviari. Nei giorni successivi subisce una perquisizione domiciliare ad opera dei Cc e della locale Mvsn, ma che porta solo al ritrovamento della sua tessera socialista del 1922. Nella sua scheda personale compilata dal Commissariato Compartimentale delle FS, alla data dell’11.11.1927, secondo quanto riferisce la seconda legione della milizia ferroviaria, è annotato che Baetta è stato attivo politicamente fino al delitto Matteotti, dopo il quale si è ritratto da ogni impegno militante mantenendo un comportamento riservato. Questa valutazione, tuttavia, non è condivisa dalla Questura di Pavia, che in una nota del 3.12.1927 a proposito di Baetta osserva: “Non ha omesso le sue idee e non ha tralasciato completamente di svolgere la sua attività politica contraria al Regime Fascista, soltanto ne è divenuto infinitamente più circospetto. Pur senza prefiggersi uno scopo ben definito prosegue indisturbato la sua opera di propaganda sovversiva, intelligente ed astuta, concorrendo così a mantenere viva nell’elemento ferroviario la speranza nella possibilità di una riscossa, e coordinando la sua stessa azione ad un movimento più vasto che può avere altrove le sue origini. Per queste speciali ragioni e per poterlo più agevolmente controllare il Baetta sarà proposto per l’ammonizione”. Tuttavia, benché proposto per l’ammonizione ed il confino, riesce ad evitare provvedimenti a suo carico perché il segretario di sezione dell’ANFFS di Milano, nel ricostruirne il profilo politico, afferma che Baetta, pur rimanendo antifascista, dal 1924 non ha più svolto alcuna attività politica, pertanto nei suoi confronti viene proposto, anziché l’ammonizione o il confino in quanto persona pericolosa per l’ordine nazionale, il solo allontanamento da Voghera. Così, dall’ottobre 1927 Baetta viene trasferito a Pavia e dal 27.1.1928 da Pavia viene trasferito alla stazione ferroviaria di Lecco, in quel momento in provincia di Como. La Commissione Provinciale per il confino di polizia di Pavia, nel frattempo, si riunisce per valutare il caso di Baetta il 30.1.1928, quindi tre giorni dopo il suo trasferimento alla provincia di Como, cioè sotto la giurisdizione di un’altra Commissione Provinciale, alla quale viene quindi trasmessa la documentazione e demandata la decisione sull’eventuale sanzione. Il comportamento di Baetta a Lccco, però, non fornisce alla Questura di Como elementi o appigli per un eventuale provvedimento. Nel novembre 1931 viene trasferito a Bergamo come Capo Gestore FF.SS. In tale circostanza G. D’Anca, Commissario aggiunto di Ps di Lecco, il 14.1.1932 informa le Questure di Bergamo e Como e il Commissario capo di Ps del compartimento ferroviario di Milano, che Baetta, “sebbene non iscritto ad alcuna associazione Fascista, ha dimostrato, però, una certa simpatia verso il Regime, prendendo spesso parte alle manifestazioni fasciste e Patriottiche avute luogo in questa città. In servizio, poi, ha dato prova tangibile ed inequivocabile di impiegato retto, integerrimo, onesto fino allo scrupolo tanto da essere stimato dai suoi superiori. Si vuole anzi, che il suo trasferimento a Bergamo, sia stato per lui una nota di merito, per la sua attività e capacità encomiabile oltre che per la ottima condotta morale qui serbata sia in servizio che fuori”. A Bergamo, comunque, Baetta viene vigilato. La raccolta di informazioni sul suo conto viene fatta dall’Ufficio Politico della 14a legione della Mvsn di Bergamo, che in conclusione del proprio rapporto del 3.3.1932, firmato dal console A. Testa e indirizzato alla Prefettura di Bergamo, al comando generale della Mvsn di Roma e al comando del 1° Raggruppamento delle Camicie Nere di Milano, a proposito di Baetta chiede se “non sia il caso di proporre a chi di competenza il suo allontanamento dal servizio ferroviario, ed evitare così che la gestione di un’importante stazione ferroviaria quale è quella di Bergamo, sia diretta da un elemento certamente pericoloso”. La Questura di Como, informata di ciò, in una nota del 29.3.1932 alla Questura di Bergamo, ritiene possibile che Baetta finga di avere simpatie fasciste per dissimulare presso i nuovi colleghi il suo passato socialista, tuttavia non lo ritiene tanto ‘pericoloso’ per il regime da giungere al suo licenziamento. Nel corso del 1932 Baetta va in pensione e nel giugno 1932 si trasferisce a Cremona, dove vive in via Carlo Alberto 22 con la moglie e una figlia. Il 20.10.1932 ottiene l’iscrizione al Pnf. Radiato l’8.6.1933. Muore a Casalbuttano e Uniti il 20.3.1942. Cpc, b. 245, 1928-1940. (G. Mangini, R. Vittori)