Cagnasso Jole

n. busta
22
n. fascicolo
676
Primo estremo
1938
Secondo estremo
1938
Cognome
Cagnasso
Nome
Jole
Presenza scheda biografica
no
Luogo di nascita
Data di nascita
1903/06/13
Collocazione politica
Profilo sintetico riassuntivo
Nata a Treviglio (Bg) il 13.6.1904, sospetta politica. Trasferitasi a Verona il 29.6.1910, il 27.10.1925 si sposa a Firenze con il tipografo Silvio Parenti, dal quale ha due figli. Incarcerata a Firenze agli inizi di ottobre 1938, viene rilasciata il 22.10.1938, diffidata e sottoposta a vigilanza. La causa del suo arresto è riepilogata in una nota riservata del 26.9.1938 della Prefettura di Firenze a quella di Bergamo e al Ministero degli Interni: "di seguito al mio telegramma p.n. di ieri, pregiomi comunicare che la donna in oggetto indicata, mentre trovavasi il 22 corrente in treno sul tratto Montecatini-Firenze, intavolando una discussione di carattere politico con i compagni di viaggio Sborgi Bruno e Vannucci Giovanni, avrebbe attribuito ai soldati italiani combattenti in Africa Orientale di essere stati esecutori dell’ordine che avrebbe dato il Duce di uccidere donne e bambini. Riferendosi più particolarmente alla recente questione tedesco-cecoslovacca, avrebbe criticato, inoltre, l’opera di S.E. Hitler ed anche quella di S.E. il Capo del Governo, dicendo ancora che gli inglesi facevano una politica giusta e sana e definendo dignitose le dimissioni date dal Presidente del Consiglio cecoslovacco. La Cagnasso, opportunamente interrogata, ha dichiarato di aver sostenuto nella discussione la politica inglese, perché figlia di madre inglese, ammettendo di avere aggiunto, per averlo sentito dire, che in Africa erano state uccise donne e bambini. Ha ammesso, inoltre, di aver definito dignitose le dimissioni di Hodza [recte: Benes] e di aver detto: ‘ci sono alcuni che fanno delle papere ed invece di riconoscerle le esaltano’, escludendo di aver voluto con ciò fare dei confronti con gli uomini di Governo di altri Stati. Ha negato, infine, di aver pronunziato frasi oltraggiose all’indirizzo del nostro Duce. Da informazioni assunte, la predetta risulta di dubbia condotta politica, per aver manifestato in diverse occasioni sentimenti non favorevoli al regime; infatti non ha voluto iscrivere i suoi due figli alle scuole elementari, per non far loro indossare la divisa di balilla. Anche il marito, Parenti Bruno, tipografo, risulta di dubbia condotta politica. La predetta Cagnasso, circa due anni or sono, tentò suicidarsi, per motivi non potuti precisare. Premesso quanto sopra, si propone che costei sia trattenuta in carcere per la durata di giorni trenta e quindi rilasciata previa diffida a termine dell’art. 164 T.U. Leggi P.S.”. Questo è l'unico documento conservato nel fascicolo. (R. Vittori)
Familiari
Cagnasso Giovanni (padre)
Gay Nina (madre)
Parenti Silvio (marito)
Sposati a Firenze il 27.10.1925
Luoghi di residenza
Treviglio Lombardia Italia (1904 - 1910) Verona Veneto Italia (1910 - ) Firenze Toscana Italia
Fatti notevoli
Il 22.9.1938, in treno da Montecatini a Firenze, avrebbe pronunciato critiche all'indirizzo del Duce e di Hitler e accusato gli italiani di violenze nei confronti anche di donne e bambini in Etiopia. I compagni di viaggio devono averla denunciata e di conseguenza viene successivamente arrestata.
Sanzioni subite
diffida (1938 - )
In rubrica di frontiera
no
In bollettino ricerche
no
Esclusione dallo schedario
no