Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Caramagna Piemonte (Cn) il 24.5.1903, sospetto comunista. Vive a Milano in via San Giovanni 9, dove lavora come viaggiatore di commercio per la ditta di ferramenta Fratelli Taglietti di via Marghera 20 e poi per la ditta Silva, sempre di Milano. La famiglia, costituita dalla madre e dal fratello Giovanni, si trasferisce da Milano a Bergamo via San Giacomo 3, dove Nasi a sua volta si trasferisce dal 1927. Un’informativa del commissariato di Ps di Bergamo alta al questore di Bergamo del 22.1.1931 rileva che Nasi non è mai stato visto in compagnia di persone ‘sovversive’, che conduce vita ritirata e che l’unica sua frequentazione è il caffè della funicolare di Città Alta. Il 24.5.1931 si trasferisce in Francia, prima a Parigi, dove però trova poco lavoro come imbianchino, tanto che dopo 25 giorni si trasferisce a Lille (dipartimento del Nord, regione Alta Francia), dove risiede presso il ristorante di Antonio Olgiati in rue Tournai 84 e dove lavora per un anno come muratore in una ditta in rue Solferino che realizza costruzioni in cemento armato. A Lille è conosciuto dal dr. Scotti della Casa degli Italiani. In seguito lavora anche come cameriere presso il ristorante ‘Ritrovo Italiano’, da dove si licenzia dopo un anno. Il 7.9.1933 viene inserito in RF con il n. 011756. La ragione di tale inserimento è connessa al fatto che la polizia postale italiana sequestra una lettera indirizzata a Nasi e scritta dalla madre l’1.11.1933. Nella lettera, presente nel fascicolo in trascrizione, la madre si mostra preoccupatissima perché è stata avvicinata da agenti della Questura di Bergamo che le hanno chiesto informazioni su di lui. Prima di rientrare in Italia viene assunto di nuovo dalla ditta presso la quale lavorava come muratore. Rientra in Italia da Bardonecchia il 16.12.1933 e il suo passaggio viene subito segnalato al Cpc e al prefetto di Bergamo dalla polizia di frontiera. A Bergamo si trasferisce presso la madre in via Paleocapa 6. Il 18.1.1934 il Cpc scrive al prefetto di Bergamo chiedendo di interrogare Nasi sulla sua eventuale attività politica in Francia e su un suo eventuale soggiorno a Cagnes-sur-mer (dipartimento Alpi Marittime, regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra). Pertanto, il 25.1.1934 viene interrogato in Questura a Bergamo da Oreste De Luca, commissario aggiunto di Ps: il relativo verbale è conservato nel fascicolo. Durante l’interrogatorio Nasi ricostruisce la sua esperienza in Francia e, a proposito del suo lavoro come cameriere presso il ‘Ritrovo Italiano’, dichiara di essersi licenziato “spontaneamente perché frequentato da cattivi elementi sia italiani che francesi, e da individui che io ritenevo essere degli antifascisti”. Come richiesto dal Cpc, gli viene domandato se è stato a Cagnes-sur-mer, se ricorda i nomi di chi ha conosciuto nel locale pubblico da lui frequentato a Lille e, infine, se sa dell’esistenza di suoi omonimi. Nasi risponde di non essere mai stato a Cagne-sur-mer, bensì, per un mese circa, a Dun-sur-Meuse (dipartimento Mosa, regione Grand Est), di avere conosciuti tali Piccolo e Mario Gaspar e infine, di non essere a conoscenza dell’esistenza di suoi omonimi. Il 28.2.1934, tuttavia, il Cpc scrive al prefetto di Bergamo riferendosi al verbale del 25.1.1924, informando che, secondo notizie fornite nel 1931 dagli informatori fascisti di Parigi, Masi “avrebbe, durante la sua permanenza a Parigi, militato nel partito comunista e frequentate le riunioni della Place d’Italie di detta Capitale, svolgendo altresì attivissima propaganda fra gli operai italiani”. Radiato il 28.5.1934 perché l’ipotesi di una sua militanza nel partito comunista a Parigi è giudicata poco attendibile, come risulta da una nota indirizzata il 3.5.1934 dallo stesso Cpc ai prefetti di Bergamo e di Cuneo, tanto da mettere in dubbio anche la stessa definizione di ‘sovversivo’. Nel fascicolo è conservato il suo passaporto e una sua fotografia tratta dal passaporto. Cpc, b. 3497, 1929-1941. ACS, Polizia Politica, b. 890, fasc. 31. (G. Mangini, R. Vittori)