Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Stezzano (Bg) il 29.10.1909, operaio, antifascista. Alle elezioni per la disciolta Camera dei deputati vota contro il fascismo: scoperto, viene pestato dai fascisti di Stezzano. Dal 1937 è in Aoi, a Dire Daua, nel Battaglione Misto Genio d’Africa. Viene schedato perché, come scrive il questore di Bergamo in una sua nota informativa del 9.6.1939 al Ministero dell'Africa Italiana, Comando generale del Capo di polizia coloniale, Ufficio II di Roma, dall’Africa Natali scrive a parenti e amici “lettere di contenuto sospetto, a tinta antinazionale, ma con espressioni che rivelano come egli sia un esaltato grafomane, desideroso di grandi cose, ma dotato di limitatissime capacità intellettuali”. Infatti il 15.9.1938 da Addis Abeba aveva scritto allo zio paterno Luigi Natali (fu Battista e Rosa Oldani, n. Stezzano il 1.9.1867), via Piave, Stezzano:
«Addis Abeba 15.9.1938 [Vedi copia dattiloscritta con frasi sottolineate in rosso]
Carissimo zio, vengo a voi con questa lettera per farvi sapere che io mi trovo di ottima salute come pure spero di voi e della zia Giulia e sua moglie e il piccolo.
Caro zio dopo tanto tempo che non avevo le vostre notizie mi son deciso a scrivervi per sapere come vi trovate in famiglia. Caro zio vi faccio sapere che qui al mio raggimento quelli che avevano fatto domanda di rimpatrio sono tutti già in Italia e quelli che rimangono e che hanno avuto subito la richiesta sono già borghesi e una trentina della mia vecchia compagnia stanno ancora qui, e ogni sfortuna mi capita sempre a me; ogni giorno faccio 14 o 15 chilometri per cercare lavoro ma è inutile perché sono tutti d’accordo a non prendere nessuno e in questi giorni disgraziatamente hanno sospeso anche il congedo e forse anche per molto come si dice poi il Governo va d’accordo con le ditte tutti d’accordo a far lavorare i neri su tutti i lavori oramai sono stanco di tutto e ormai so che gli schiavi siamo noi bianchi poveri diavoli che tocca versare il sangue per far ricchi i signori industriali ma ora cercherò di venire in Italia e quando sarò lì mi deciderò per una via giusta verso la libertà che da tempo sogno lo so che non possono far lavorare i bianchi perché ci devono dare 30 lire e i neri 5 e poi i milioni li devono spendere per la Spagna 180.000.000 di sterline e poi non basta anche il sangue vogliono di noi poveri e poi si stanno preparando per una guerra che porterà alla rovina la Europa.
Ma non so dove il pensiero mi spinge forse verso l’ignoto e sarà il passo giusto che io condurrò su d’una strada giusta e libera di ogni schiavitù e il punto debole dell’Europa è la Cecoslovacchia che la Germania vuol prendere non basta l’Austria che ha preso.
Caro zio scusatemi se vi scrivo così io scrivo altro che la verità e poi ci vorrebbe un libro di mille pagine per farvi sapere tutto e questa lettera attaccatela di fuori al muro così la leggeranno tutti.
Non ho altro da dirvi tanti saluti da chi sempre vi ricorda.
Natali Battista
P.S. Ciao salutatemi la Emilia la sua famiglia Giuseppe e tutti come parenti ma quelli amici debolezza nella vita universale»
Diserta il 30.3.1939 presentandosi alle autorità francesi della Costa dei Somali (Gibuti). Il 3.5.1939 è colpito da mandato di cattura del Tribunale Militare di Harar per diserzione, esportazione di armi e passaggio all’estero, alienazione di effetti militari e armamento e insubordinazione con insulti verso superiore sottufficiale. Nel novembre 1939 è segnalato a Gibuti come manovale presso un’impresa di lavori stradali, sospettato di essersi arruolato nell’esercito coloniale francese. Dal giugno 1939 iscritto in RF per arresto; alla fine di luglio 1940, come riferisce il Ministero degli Interni, si trova ancora a Gibuti, dove lavora come manovale presso un’impresa di lavori stradali, "conduceva vita appartata e si manteneva lontano dai nostri connazionali fuoriusciti ed antifascisti, tanto che era appena conosciuto", per questo è sospettato di essersi arruolato nell’esercito coloniale francese. Dal 29.6.1939 iscritto in RF per arresto. Cpc, b. 3500, 1938-1940. (G. Mangini, R. Vittori)