Profilo sintetico riassuntivo
Nato a Bonate Sopra (Bg) il 2.10.1891, giornalista, senza fissa dimora, pregiudicato, antifascista. Scheda biografica redatta a partire dal 14.2.1938. Il padre, calzolaio, muore nel 1908, mentre la madre gestisce un negozio di salumeria a Bonate Sopra. In giovane età si trasferisce da Bonate Sopra a Bergamo, dove aiuta la madre nella gestione di un negozio di salumeria e di vini all’ingrosso in via Broseta. Si trasferisce poi in Brasile, da dove rientra nell’estate del 1915 per prendere parte alla prima guerra mondiale. Incorporato nel 91° Reggimento Fanteria, a causa dei gas asfissianti subisce danni alla vista e per questo viene riformato nel 1917, stabilendosi a Bergamo. Collabora con il periodico «Il Mondo» di Roma scrivendo alcuni articoli a carattere sociale. Tra il 1911 e il 1924 subisce alcuni procedimenti giudiziari dai Tribunali di Bergamo, Torino, Milano per accuse di incendio, bancarotta e falso in atto pubblico. Il 25.10.1921 viene assolto dal Tribunale di Bergamo dal reato di bancarotta fraudolenta per intervenuta amnistia. Nello stesso 1921 si trasferisce in Spagna, a Barcellona, alla ricerca di lavoro, dove continua la corrispondenza per «Il Mondo» e dove collabora anche con il giornale di destra di Madrid «El Sol». Rientrato in Italia, il 20.4.1922 la Corte d’Appello di Brescia lo condanna a 4 anni di reclusione per falso e truffa, ma le parti lese vengono risarcite prima del processo. Il 14.6.1922 viene condannato a 3 anni e 9 mesi di reclusione dal tribunale di Torino per falso in atto pubblico, ma riesce ad evitare il carcere e alla fine del 1922 si trasferisce in Germania, ad Amburgo, da dove è ancora corrispondente per «El Sol», al quale invia corrispondenze di tipo artistico e folkloristico, mentre il corrispondente politico dalla Germania per lo stesso giornale scrive da Berlino. Dopo un breve soggiorno a Budapest, sempre come corrispondente per «El Sol», il 15.1.1924 viene condannato dal Tribunale di Milano a 3 anni e 5 mesi per falso in atto pubblico, ma in quei giorni di inizio 1924 torna in Brasile, prima nel Paranà, poi a San Paolo e poi di nuovo nel Paranà, nella città di Antonina (cioè Curitiba), dove acquista un terreno per legname, che commercia in Paraguay e in Argentina. Con sentenza del Tribunale di Bergamo, nel frattempo, il 7.7.1924 vien condannato in contumacia a 7 anni e 5 mesi di reclusione per bancarotta fraudolenta, falso in cambiali, sottrazione di oggetti pignorati. Il 13.1.1927 viene arrestato e processato a Buenos Aires con l’accusa di truffa e falso in atti pubblici e condannato a 5 anni di detenzione. Scontata la pena, a causa dell’imputazione di incendio doloso ancora pendente a Bergamo dal 1920, viene trattenuto in arresto fino al 19.8.1932, quando viene estradato in Italia dall’Argentina a bordo della nave ‘Principessa Giovanna’. Tuttavia, l’8.3.31933 la Corte d’Assise di Bergamo lo assolve: dal momento dell’arresto in Argentina al suo proscioglimento rimane in carcere preventivo per oltre 14 mesi. Le sue precedenti pendenze giudiziarie erano state sanate per l’amnistia del 5.11.1932. Dopo l’assoluzione, il 7.7.1933 la Questura di Bergamo gli rilascia il passaporto per sei mesi per la Spagna su sollecitazione del R. Consolato italiano di Madrid, a sua volta sollecitato dal segretario particolare del Governatorato di Badajoz (Estremadura), interessato a risolvere affari che coinvolgono il Nervi. Dopo 15 giorni a Badajoz, nel luglio 1933 si trasferisce alle Baleari, prima a Palma di Maiorca e poi a Ibiza, dove rimane fino al 1935 mantenendosi con lezioni private e con le corrispondenze per il giornale «La Avanguardia» di Barcellona. A Ibiza conosce il triestino Bruno Slobez. Appunto nel 1933 Slobez, insieme ai soci Andreas Bucik e allo scrittore, traduttore e giornalista del quotidiano conservatore indipendente «Diario de Ibiza» (1921-1936) Thomas Schlichtkrull (1902-1950), entrambi tedeschi, aveva fondato a Ibiza la società ‘International Tourist Office’, organizzatrice di escursioni turistiche per i passeggeri dei transatlantici che facevano tappa alle Baleari. Trasferitosi a Malaga, nel giugno 1935 Slobez vi convoca Nervi, offrendogli l’incarico di accompagnare un pellegrinaggio religioso da Malaga a Lourdes, poi non effettuato. La sede dell’agenzia di Slobez è negli stessi uffici dell’agenzia di navigazione, gestita dal rappresentante consolare italiano a Malaga, cavalier Tranquillo Bianchi, con il quale Slobez e Nervi collaborano ma dal quale, in breve tempo, vengono denunciati con l’accusa di truffa, per sottrarsi alla quale i due si trasferiscono in Portogallo il 20.7.1935, varcando la frontiera ispano-portoghese a Marvao-Beira (Alentejo) per recarsi a Lisbona, dove alloggiano all’Hotel Bragança, qualificandosi l’uno come giornalista (Nervi) e l’altro come industriale (Slobez). Lasciano Lisbona il 7.8.1935 pagando l’albergo con assegni falsi e trasferendosi di nuovo in Spagna, a Madrid, dove si separano e da dove Nervi si trasferisce a Malaga. Qui viene arrestato e imprigionato in attesa del processo intentato a lui e a Slobez per truffa e furto in seguito alla denuncia dell’agente consolare Bianchi. Allo scoppio della guerra civile spagnola Nervi si trova ancora in prigione a Malaga in attesa di processo. Il 21.7.1936 le forze repubblicane antifranchiste liberano le carceri, ma il 2.8.1936 viene arrestato e trattenuto dai miliziani antifranchisti per alcuni suoi articoli sul giornale «Julio», nei quali criticava gli eccessi del conflitto civile a Malaga. Viene rilasciato per le garanzie offerte dal commerciante José Gonzalez Oliveros, segretario generale del Soccorso Rosso a Malaga, repubblicano federalista e figura di rilievo della Massoneria locale. Per vivere Nervi pulisce i locali della sede del Soccorso Rosso a Malaga e in seguito diventa funzionario della stessa organizzazione con l’incarico di provvedere all’assistenza per i rifugiati. Nel settembre 1936 il Ministero dell’Interno italiano dispone l’inserimento di Nervi in RF per arresto e nel BR con l’indicazione del fermo in caso di rintraccio, inoltre nel dicembre 1936 il suo nome è compreso nell’elenco delle persone politicamente sospette, pertinenti alla provincia di Bergamo e residenti in Spagna, insieme a Baldassarre Londero (fu Giacomo e Angela Marzullo, n. Györ - Ungheria - il 6.1.1893, iscritto in RF) e Pietro Paolo Vagliasindi (fu Casimiro e Marina Battisti, n. Bergamo il 21.9.1889, b. 104). Malaga viene occupata dalle truppe franchiste l’8.2.1937 e Nervi, sottoposto a processo e condannato alla pena capitale come comunista, viene liberato per iniziativa dell’agente consolare italiano a Malaga. Il 13.2.1937 viene arrestato dalla polizia nazionalista su richiesta delle autorità italiane e nel marzo 1937 il Consolato dispone il suo trasferimento in Italia a bordo del piroscafo ‘Etruria’, che il 27.3.1937 entra nel porto di Imperia dove viene immediatamente arrestato e sottoposto a perquisizione. Nei suoi bagagli vengono trovate copie dei giornali antifascisti spagnoli «Fue», rivista degli studenti antifascisti, «El Popular» e «Julio», editi a Malaga. Detenuto in attesa di comparire davanti alla Commissione Provinciale di Imperia, il 14.4.1937 indirizza al Ministro degli Interni una memoria difensiva in cui afferma di essere stato assolto al termine del processo intentatogli in Spagna e di dovere la sua estradizione alla malevolenza dell’agente consolare italiano a Malaga, sul conto del quale chiede un’inchiesta da parte del Console italiano a Siviglia, fornendo anche nomi e indirizzi di persone che a Malaga potrebbero testimoniare in suo favore. La Commissione Provinciale di Imperia il 17.7.1937 lo condanna al confino di polizia per 5 anni, prima a Curinga (Cz), poi nella colonia penale di Ponza (Lt) e, infine, a Castelmauro (Cb). Nel novembre 1937, prima del suo trasferimento a Ponza, la sua abitazione nel confino di Curinga viene perquisita dai Cc, che trovano e sequestrano, oltre ad uno scritto sulla storia del cristianesimo che Nervi stava redigendo, anche numerosi quinterni di carta bianca intestata ‘Centro Radical del Decimo Distrito - Malaga’, ‘Centro Radical repubblicano – 4° Distrito Malaga’, ‘Victoria, 80’, ‘Juventud repubblicana radical Alameda Pablo Iglesias, 26 – Malaga’ e 6 copie del giornale «La Voz de Ibiza» (1922-1936). Durante la detenzione a Ponza, nel maggio 1938 chiede il permesso di corrispondere con il fascista bergamasco Giuseppe Beratto, agente generale per Bergamo dell’Istituto Nazionale delle Assicurazioni, nato a Bonate Sopra come lo stesso Nervi. Beratto però rifiuta la corrispondenza. Prosciolto condizionalmente e liberato dal confino per atto di clemenza del duce, il 24.12.1938 giunge a Bergamo, trasferendosi in via Sant’ Orsola presso un parente. Non trovando nessun lavoro, il 3.3.1939 chiede alla questura il permesso di trasferirsi a Pioppe di Salvaro (Bo) presso la sorella Rosina, sposata Comelli, oppure di essere rimandato al confino per avere la garanzia della sussistenza. Interpellata in proposito, Rosina Nervi (n. a Bonate Sopra il 22.11.1892) dichiara di non gradire presso di sé il fratello. Il 5.5.1939 rinnova la sua richiesta alla Questura, chiedendo un lavoro oppure un passaporto per la Spagna, oppure ancora il ritorno al confino, ma la Questura declina la richiesta perché non è ufficio competente per provvedere al sostentamento o alla collocazione professionale. Nel giugno 1939 risulta disoccupato e vive a carico dell’assistenza pubblica. Nel settembre 1939 si rivolge al Gruppo Rionale Fascista ‘G. Benedetti’ di via Paglia a Bergamo per chiedere aiuto a trovare lavoro; il vice-fiduciario del Gruppo, Pier Davide Colombo, l’11.9.1939 si rivolge alla Questura per avere informazioni su di lui. Dopo un’iniziale diffidenza legata ai suoi trascorsi giudiziari e politici, il 10.11.1939 il fiduciario del Gruppo Rionale Fascista, Sandro Ghisleni (a Fiume con D’Annunzio, mutilato durante la guerra di Spagna nelle file fasciste) raccomanda Nervi a Guerino Oprandi, dei Sindacati Fascisti dell’Industria, e all’Ente Comunale di Assistenza di Bergamo, informandone, nella stessa data, il questore Pumo. Nel dicembre 1939 viene inserito nella categoria delle persone da arrestare in determinate circostanze e nell’elenco dei sovversivi da inviare al confino politico in caso di guerra. Nel giugno 1940 chiede al questore di appoggiare la sua richiesta di impiego presso gli stabilimenti industriali di Dalmine. Il 26.6.1940 viene radiato dall’elenco dei sovversivi da inviare al confino in caso di guerra. Il 27.12.1940 viene arrestato con l’accusa di essere l’autore di alcune scritte murali antifasciste comparse il 25.12.1940 e per questo detenuto nelle carceri giudiziarie di Bergamo. Il giorno dopo, 28.12.1940, chiede di essere liberato protestando la propria innocenza. L’8.1.1941 rivolge al questore di Bergamo un’istanza di liberazione negando di essere l’autore delle scritte. Tra il 1940 e il 1941 cambia varie volte il luogo di residenza in città. Nel 1941 vive a Bergamo presso Colombo in via Previtali 4. Il 18.6.1941 viene radiato anche dall’elenco delle persone da arrestare in determinare circostanze. Per il Natale del 1941 si reca a Pioppe di Salvaro presso la sorella. Il 14.2.1942 è arrestato e denunciato a Paratico (Bs), e il 25.2.1942 il Tribunale di Bergamo lo condanna a 12 mesi di carcere e a lire 4.500 di multa per infrazione annonaria sulle pelli e per commercio clandestino delle stesse. Nel luglio 1942 era ancora in carcere. Nel fascicolo è conservata una sua fotografia. Cpc, b. 3527, 1935-1942, scheda biografica. ACS, Confino Politico, b. 710, fasc. 10860. (G. Mangini, R. Vittori)