Profilo sintetico riassuntivo
Nato ad Albino (Bg) il 26.9.1880, risiede a Sforzatica, negoziante di tessuti, invalido di guerra. Iscritto al Pnf dal 1923 fino al 1927, quando viene espulso per indegnità, non ulteriormente specificata. Ne deriva un dissidio con i fascisti di Dalmine, in particolare con Ciro Prearo, podestà del paese, anche per il fatto che la cattiva amministrazione del Dopolavoro fascista di Dalmine gli ha fatto perdere forti somme di denaro. Come riferisce il 21.6.1930 una nota al questore da parte dei Cc di Bergamo, mentre il Noris era “sulla tranvia Bergamo Monza ove viaggiavano alcuni mutilati reduci dall’adunata di Milano fatta in omaggio al Duce, a domanda rivoltagli dal mutilato Zanotti Giovanni fu Luigi aiutante portiere presso lo stabilimento di Dalmine sul perché non si fosse recato anch’egli a Milano, ebbe a rispondere: “Non sono tanto stupido quanto voi, io non ho tempo da perdere in ‘bambosade’ e tanto meno per andare a vedere quello là, io sono andato a Bergamo perché lui era a Milano e se per caso dovesse venire a Bergamo io andrò a Milano, se poi venisse nei nostri paesi, allora io andrò a Roma”. Queste frasi vengono udite dal fascista Carlo Ehret fu Emilio e da questi riferite in una lettera dattiloscritta il 6.6.1930 e indirizzata al segretario politico fascista di Dalmine, al quale si rivolge scrivendo che “il dovere di fascista, mi obbliga portare a Sua conoscenza un fatto increscioso, che non può assolutamente rimanere nel buio”. Tale dichiarazione viene poi trasmessa al tenente dei Cc Amerigo Trapani. Questi, considerata la stima del Noris per il capo dello Stato, nel suo rapporto al prefetto ritiene che le frasi in questione “si debbano considerare non gravi e non dirette ad offendere il Duce […] non pertanto, rilevando in tutto il complesso della condotta del Noris, un atteggiamento poco leale e a volte provocante, propone alla SV che egli venga severamente diffidato a meglio regolarsi per l’avvenire”. In una memoria difensiva autografa, datata Sforzatica 15-7-1930, Noris sostiene di non essere mai stato espulso dal Pnf, ma di essersi dimesso volontariamente e cita come testimoni della sua fedeltà al fascismo, l’onorevole Pietro Capoferri, l’avv. Ghisleni presidente e segretario delle case del Dopolavoro delle Provincia di Bergamo, il centurione Zecchini aiutante maggiore della Milizia, il comandante dei Cc di Trescore, che per anni è stato comandante a Dalmine. Agli agenti che lo hanno interrogato tiene a precisare che la frase incriminata “quando lui viene a Bergamo io andrò a Milano ecc.” non si riferiva al capo del Governo ma al Podestà di Dalmine, dr. Ciro Prearo con cui Noris era in dissidio. Nel fascicolo però esiste anche una nota manoscritta di Alfredo Lodetti, datata Dalmine 10.6.1930, in cui dichiara che nel 1927 nella qualità di commissario del Fascio di Sforzatica “ha espulso dal Fascio il signor Noris Giuseppe per indegnità”. Diffidato il 3.7.1930, viene radiato il 26.9.1933. (G. Mangini, R. Vittori)